Il nuraghe Losa…e non solo

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di Giorgio Valdès

“I sardi hanno nel loro Dna una serie di caratteristiche peculiari e distintive – geni frequenti nell’Isola e rarissimi altrove –“ e “posseggono la maggior parte delle variabilità presente sul Dna del cromosoma Y degli altri popoli europei. Ecco perché per gli studi genetici ed evoluzionistici, essi rappresentano la singola popolazione che racchiude meglio le caratteristiche genetiche di tutti gli europei contemporanei”. Queste sono alcune delle considerazioni riportate in un articolo, pubblicato il 2 agosto del 2013 sulla prestigiosa rivista “Science”, che illustra i risultati di una straordinaria ricerca condotta da un’équipe coordinata dal professor Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica, Cnr di Monserrato e professore di Genetica Medica dell’Università di Sassari. Nell’articolo, lo stesso professor Cucca osservava inoltre che “la  prima espansione demografica risale a 7700 anni fa, grazie a un nucleo fondante, un gruppo che si espande in modo omogeneo in tutta l’Isola, qualunque fosse l’origine. Si suppone però venissero dalla penisola iberica ma tracce di varianti genetiche sono state trovate anche nell’ovest europeo”. Tali caratteristiche peculiari, secondo il nostro scienziato, “si spiegano solo attraverso un lungo isolamento plurimillenario rispetto alle altre popolazioni”. Isolamento che come asserito dallo stesso Cucca nel corso di una conferenza tenutasi a Cagliari nel 2006, ha fatto si che ”l’apporto genetico delle varie popolazioni che hanno occupato la Sardegna, Fenici, Punici, Romani, Bizantini etc, sia stato sostanzialmente marginale”.

Questo sarà il gruppo di “fondatori” che molto tempo più tardi darà origine a quella ”Civiltà Nuragica” che in un interessante capitolo compreso nel sito del Nuraghe Losa[1] viene correttamente presentata come “una civiltà autoctona” formatasi “in Sardegna ad opera di popolazioni radicate da millenni in Sardegna e si è fondata sulle esperienze delle culture prenuragiche immediatamente antecedenti. E poiché la Sardegna è una grande isola, essa è stata in grado di ospitare e sostentare per almeno 5000 anni, a volte in stretto contatto col mondo circostante e a volte in condizioni di relativo isolamento, lo sviluppo delle popolazioni preistoriche neolitiche dedite all’agricoltura e all’allevamento e di quelle dell’età del rame e degli inizi dell’età del bronzo (circa 7000-1600 a. C.)…”

Alla Cooperativa Paleotour, che gestisce il sito del Losa e cura la relativa pagina web, va riconosciuto d’essere riuscita a sintetizzare, in poche righe, l’intero excursus della storia della nostra isola, dal mesolitico all’avvento dei fenici; e per quanto la pressoché totale assenza di testimonianze scritte imponga un abbondante utilizzo del condizionale, le tesi sostenute risultano razionalmente coerenti ed accettabili. Sono in particolare condivisibili le considerazioni sulla differenziazione tra la forma di governo del territorio (o dei territori) nel corso dell’età del Bronzo e quella che si presume fosse in auge durante l’età del Ferro,  peraltro sostenute dall’analogo, autorevole parere manifestato in diverse occasioni dal professor Giovanni Ugas. Ma anche la chiosa dell’articolo, quando si parla dei Fenici “portatori di straordinarie innovazioni nel campo dell’organizzazione sociale” e “profittatori” di una situazione di sfacelo del mondo nuragico, stimola diverse riflessioni e rimanda ai “quesiti” storici che hanno da sempre accompagnato l’avvento e lo stanziamento in Sardegna di questa “misteriosa” etnia. A proposito della quale Dimitri Baramki, curatore del museo di Beirut, affermava che pur avendo diverse qualità commerciali ed organizzative, oltre che temerarietà, non possedevano quel  fondo di sapere nautico e tecnico senza il quale non è possibile la navigazione in alto mare, e solo dopo  la fusione con i Popoli del Mare che portavano le loro capacità marinaresche, sorse quella che verrà comunemente chiamata “razza fenicia”.

Nell’immagine: Il nuraghe Losa in una foto di Bianca Pirisino

 

 

[1] http://www.nuraghelosa.net/index.aspx?m=53&did=51