Il senso dei luoghi

postato in: Senza categoria | 0

di Giorgio Valdès Una degli elementi decisivi per orientare la scelta della domanda verso una determinata destinazione turistica, in un’epoca in cui la globalizzazione del mercato costringe a un confronto con il resto del mondo, è rappresentata dall’unicità dell’offerta, che nel caso della Sardegna è soprattutto espressa dall’assoluta originalità del suo patrimonio pre nuragico e nuragico. Noi di Nurnet siamo tuttavia altrettanto convinti che un altro elemento caratterizzante possa individuarsi nella longevità delle nostre popolazioni, e a questo proposito riporto ciò che scriveva Giacomo Mameli in un suo articolo apparso sull’edizione del 13 Luglio 2013 della Nuova Sardegna: “Solo questione di geni e di dieta sardo-mediterranea? Pare di no. Due studiosi della Indiana University, da una settimana in Ogliastra tra Perdasdefogu Villagrande e Arzana, sono convinti che la longevità sia legata anche al "senso dei luoghi". Cioè? La parola a Harriett Jameson, 28 anni, geografa della School of Architecture: «Noi crediamo che l’assenza di stress sia da misurare anche attraverso gli spazi che si vivono, l’aria che si respira, la frequenza dei contatti umani. In sostanza crediamo che quello che noi definiamo rapporto di comunità sia fondamentale per vivere meglio e più lungo. Indaghiamo nelle blue zone di tutto il mondo. E questo sembra il filo comune che lega tutti i più longevi. Insomma, igiene di vita». Un suo collega, Asa Escocker, 28 anni (per cinque anni ha lavorato a Bbc News) fa un esempio: «Non può non esserci una relazione tra chi vive in una famiglia circondato dall’affetto o comunque dalla presenza di fratelli figli e nipoti e chi passa i suoi giorni solo in un ospizio. Non può non esserci una relazione tra chi vive nelle vita frenetica di New York e Pechino e chi passa le sue giornate nella serenità di un paese dell’Ogliastra. Noi stiamo constatando che in questi piccoli villaggi la qualità della vita è diversa, è migliore. Il tratto dominante è la serenità, non la frenesia. La tranquillità, non l’ossessione. E tutto avviene in spazi liberi, non soffocanti». Ancora Harriett: «Questi vegliardi beneficiano naturalmente dei nuovi standard di vita, dei successi della medicina, ma lo fanno con il metodo della vita bucolica. E abbiamo notato che le classiche patologie legate all’invecchiamento, nei centenari che abbiamo intervistato, sono quasi assenti. Consola -e non solo lei – è lucida, ha una memoria vivida, sia quella recente che quella passata. Il fratello novantenne ci ha raccontato nel dettaglio la sua esperienza di soldato braccato dai nazisti». Gli studiosi americani si fermeranno in Ogliastra ancora una settimana. Ma non sono gli unici ad indagare sulla longevità (stanno preparando un libro e un film su alcune popolazioni del Giappone, del Canada e dell’Europa e l’Ogliastra – annunciano – avrà «una collocazione privilegiata per i riscontri che abbiamo avuto»). Per il fine settimana sono attesi a Perdasdefogu un gruppo di genetisti e sociologi del Nord Corea. La prima settimana di agosto – dopo le recenti trasferte degli inviati del New York Times, del Guardian e del settimanale tedesco Focus – sarà il turno di due troupe televisive olandesi e dell’Università di Amsterdam (fa da tramite la demografa Luisa Salaris dell’università di Cagliari). Tutti tendono a registrare la vita degli anziani nei loro ambienti. Ieri mattina i due ricercatori della Virginia hanno raccolto le testimonianze della famiglia Melis (quella che ha ottenuto il primato mondiale della longevità da parte del Guinnes World Records) sentendo Consola Melis (106 anni il 22 agosto), la sorella Claudia (ha compiuto cento anni il 30 luglio) e hanno intervistato nei loro orti, mentre zappavano i solchi di cipolle e pomodori, i fratelli Antonio (94), Adolfo (90) e Vitale (81). La dottoressa Salaris dice: ‘La Sardegna, con epicentro l’Ogliastra, è ormai diventata un caso di studio per la longevità’.

Nell’immagine: la famiglia Melis originaria di Perdasdefogu, il nucleo familiare più longevo del mondo