La scomparsa dei Sardi… Ma nessuno si indigna

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 di Antonello Gregorini

Che triste destino quello degli antichi Sardi. Che triste destino anche quello dei moderni Sardi. Cosa li lega, gli uni agli altri, oggi, nella mia indignazione? Alcune pagine del libro di storia di quarta elementare su cui studia mio figlio.

Mentre io esaurisco le mie energie su Nurnet e per la Sardegna, per centrare la sua immagine nel mondo sull’unicità del pre nuragico e nuragico, il mio piccolo Sardo è costretto a studiare su un libro di storia che dedica quattro pagine agli ebrei, per poi passare ai Fenici, ai Cretesi e ai Greci. Le diecimila torri? I Tirreni costruttori di torri? I santuari, i pozzi sacri, la città ovunque diffusa su un’isola di 24.000 chilometri quadrati? nella mente dei nostri piccoli non devono entrare! Non solo nella loro ma anche in quella dei bambini della penisola, evidentemente.

 

Ma nessuno si indigna! Una maestra, dico, dal cuore sardo che scriva al ministero per protestare l’ignoranza dei testi scolastici possibile che non emerga? Tutti a discutere di Renzi e Grillo, Berlusconi o Alfano, mentre la nostra conoscenza è lasciata a questi libri spazzatura.

 

 

Non paghi di aver dimenticato i Sardi ci truffano con l’immagine di Tharros, che loro sbagliando chiamano … NORA (vedi didascalia), città fenicia, nonostante sia contornata da mille nuraghi. Ed è inutile che io proponga al Piccolo una storia alternativa perché dopo la prima frase lui mi dice:

"Zitto, stai sbagliando, c’è nel libro, l’ha detto la Maestra!"

Triste destino quello di noi Sardi, ma nessuno si indigna.