Una straordinaria ricchezza, un sorprendente tesoro scientifico del sottosuolo, nell’attesa di ulteriori ispezioni e nuove indagini archeologiche… Le seguenti sono a tutt’oggi le più importanti testimonianze paleontologiche e archeologiche emerse nel comune di Cagliari:
NEOLITICO ANTICO -VI-V millennio a.C: Grotta di S.Elia; Sella del Diavolo; Marina piccola; Santa Gilla (ceramiche, cocci, framenti fittili, stanziamenti, microliti geometrici, ceramiche cardiali, lame e raschiatoi);
NEOLITICO MEDIO -IV millennio a.C.: Grotta del bagno penale di S.Elia; Santa Gilla (abitazione; vasi, recipienti, lame e grattatoi);
NEOLITICO RECENTE -fine IV- prima metà del III millenio a.C. : Grotta di San Bartolomeo (celebre grotta abitativa scavata alla fine del secolo scorso e oggi scomparsa; Ceramiche); Domus de Janas di san Bartolomeo; Stazione del Poetto (resti di pasto,fondi di capanne ricche di ceneri di focolari, manufatti litici in ceramica e ossidiana tipiche della cultura di Ozieri, a solo 1 mt sotto il piano di campagna); Grotta dei Colombi; Sacche archeologiche di Viale Trieste (pieno centro di Cagliari); Fondi di capanna in Via Is Maglias; Stazione di Su Planu/su Pirastru e di C,R.A.S(Santa Gilla e Santa Gilla nord);
ENOLITICO – prima metà del III – inizi del II millennio a.C.: Stazione di Monte Urpinu, Molentargius e Saline del Poetto (punte di freccia, giavelotto e a foglia). Stazione di Terramaini (sotto le fondazioni dei palazzoni del Cep);
INSEDIAMENTI DELLA CULTURA DI MONTECLARO – 2400-2100 a.C.: Via Is Mirrionis; Via Campania; Via Basilicata, Rione La Vega; Via Trentino (Tombe a forno con banconi e ricche suppellettili);
CULTURA DEL VASO CAMPANIFORME – Fine III /inizio II millennio a.C.: Capo S.Elia, Grotta di san Bartolomeo (ricco deposito antropozoico);
BRONZO ANTICO/Cultura di Bunnannaro- prima metà del II millennio a.C. : Grotta di S.Elia; Grotta di San Bartolomeo; Grotta del bagno penale (Vasi e framenti fittili);
BRONZO MEDIO E RECENTE E PRIMA ETA’ DEL FERRO – 1500-500a.C. : Monte Urpinu (Probabile nuraghe); Capo S.Elia (ceramiche nuragiche); Tuvixeddu e colle S.Michele (teste di mazza e macinelli nuragici); Monte Claro (probabile tempio a pozzo sacro, evidente ma da scavare);
Inutile dire che – per quanto riguarda il neolitico- la maggior parte, cioè almeno il 90% dei suddetti reperti, è difficilmente sottoposta all’attenzione pubblica, al piacere e allo studio degli studenti sardi, perchè conservata al di là del Mar Tirreno, presso il museo Pigorini di Roma . L’ennesimo caso di "stupro e genocidio culturale".
Fonti: Orsoni; Taramelli; Atzeni;Pinza; Colini; Ferrarese Ceruti; Loschiavo; Bartolo; Lilliu; Loddo; Childe: varie.