LA CONVENZIONE DI FARO E LE RICHIESTE DI CENSURA DEI NON ALLINEATI

Per l’ennesima volta il Parlamento Italiano ha rinviato la ratifica della Convenzione di Faro.

Questa è e rappresenta la Convenzione Quadro sul Valore dell’Eredità Culturale (Cultural Heritage) per la società: “un testo importante, che rinnova profondamente il concetto stesso di patrimonio culturale”.

Per certi aspetti esso è rivoluzionario, soprattutto in un paese come l’Italia in cui sono sempre prevalse politiche e gestioni elitarie e non è mai stato pienamente riconosciuto il diritto del privato di operare liberamente a favore di essa.

Eredità Culturale della Convenzione e Patrimonio Culturale (art 2 del Codice Urbani D.L.42/2004), nella traduzione italiana sono volutamente differenziati e, di seguito, nel sintetizzare i contenuti della Convenzione di Faro, capiremo perché.

LA CONVENZIONE DI FARO, ratificata da 18 stati della comunità europea e firmata da altri 5, tra cui l’Italia, si fonda sul presupposto che la conoscenza e l’uso dell’eredità culturale rientrino pienamente fra i diritti umani, ed in particolare nell’ambito del diritto dell’individuo a prendere liberamente parte alla vita culturale della comunità.

La Convenzione di Faro se ratificata garantirà, legalmente, la partecipazione dei cittadini, la consapevolezza del valore del patrimonio culturale e del suo contributo al benessere e alla qualità della vita.

In questo contesto, gli Stati sono chiamati a promuovere un processo di valorizzazione partecipativo, fondato sulla sinergia fra pubbliche istituzioni, cittadini privati, associazioni.

Per chi, come Nurnet, ha sempre incontrato una certa difficoltà nel rapporto con le istituzioni e le soprintendenze, oppure per chi si riconosce in “credenze”, studi e conclusioni, diverse da quelle del mainstream elitario, la ratifica della Convenzione di Faro appare un passaggio fondante di un processo di innovazione da cui non si può prescindere per il benessere pubblico.

Una interpretazione diretta dei contenuti della Convenzione porta al divieto per qualsiasi istituzione a negare a CHIUNQUE la promozione e la valorizzazione dell’EREDITA’ CULTURALE.

Per chi legge con relativa costanza i nostri post è chiaro che anche le recenti richieste di censura da parte di funzionari delle soprintendenze sarde, con la ratifica della Convenzione, sarebbero illegali in quanto negazione dei diritti fondamentali da essa riconosciuti.

Sintesi del contenuto (http://musei.beniculturali.it/wp-content/uploads/2016/01/Convenzione-di-Faro.pdf)

IL PREAMBOLO riporta un richiamo ai diritti generali e condivisi e vi si afferma “la necessità di coinvolgere ogni individuo nel processo continuo di definizione e di gestione dell’eredità culturale”.

OBIETTIVI. Riconoscimento del diritto all’eredità culturale alla partecipazione alla vita culturale. Miglioramento delle sinergie fra istituzioni e privati.

DEFINIZIONI

  1. l’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro VALORI, CREDENZE, conoscenze e tradizioni, in CONTINUA EVOLUZIONE…
  2. una comunità di eredità è costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future.

EREDITA’ COMUNE DELL’EUROPA

  1. tutte le forme di eredità culturale in Europa che costituiscono, nel loro insieme, una fonte condivisa di ricordo, comprensione, identità, coesione e creatività; e,
  2. gli ideali, i principi e i valori, derivati dall’esperienza ottenuta grazie al progresso e facendo tesoro dei conflitti passati, che promuovono lo sviluppo di una società pacifica e stabile, fondata sul rispetto per i diritti dell’uomo, la democrazia e lo Stato di diritto.

DIRITTI E RESPONSABILITA’

  1. chiunque, da solo o collettivamente, ha diritto a trarre beneficio dall’eredità culturale e a contribuire al suo arricchimento;
  2. chiunque, da solo o collettivamente, ha la responsabilità di rispettare parimenti la propria e l’altrui eredità culturale e, di conseguenza, l’eredità comune dell’Europa;
  3. l’esercizio del diritto all’eredità culturale può essere soggetto soltanto a quelle limitazioni che sono necessarie in una società democratica, per la protezione dell’interesse pubblico e degli altrui diritti e libertà.

… Segue LEGGI E POLITICHE; EFFETTI; IL CONTRIBUTO ALLA SOCIETA’ E ALLO SVILUPPO UMANO; AMBIENTE E QUALITA’ DELLA VITA; USO SOSTENIBILE;

EREDITA’ CULTURALE E ATTIVITA’ ECONOMICA

Per utilizzare pienamente il potenziale dell’eredità culturale come fattore nello sviluppo economico sostenibile, le Parti si impegnano a:

  1. accrescere la consapevolezza del potenziale economico dell’eredità culturale e utilizzarlo;
  2. considerare il carattere specifico e gli interessi dell’eredità culturale nel pianificare le politiche economiche; e
  3. accertarsi che queste politiche rispettino l’integrità dell’eredità culturale senza comprometterne i valori intrinseci.

SEGUE.. ORGANIZZAZIONE DELLE RESPONSABILITÀ PUBBLICHE;

ACCESSO E PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA …

  1. riconoscere il ruolo delle organizzazioni di volontariato, sia come partner nelle attività, sia come portatori di critica costruttiva nei confronti delle politiche per l’eredità culturale;

E di seguito a finire con articolo che possiamo definire di indirizzo tecnico.

 

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