LA GROTTA DI ISPINIGOLI E I GLI ANTICHI CULTI A ESSA COLLEGATI

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di Giorgio Valdes

La voragine di Ispinigoli, in periferia di Dorgali, si ritiene fosse frequentata sin dal periodo nuragico e rivestisse una notevole rilevanza sacrale dovuta in particolare all’enorme stalagmite (circa 38 metri d’altezza), simbolo fallico della fertilità maschile fecondatrice. Nel cuore della grotta si apre un profondo inghiottitoio, denominato “Abisso delle Vergini”, sul fondo del quale son stati rinvenuti monili in pasta vitrea e frammenti ossei appartenuti a giovani donne.

L’inghiottitoio, profondo circa sessanta metri, funge da collegamento alla grotta di S.Giovanni su Anzu (con i suoi 8355 di sviluppo una delle più lunghe cavità naturali d’Italia) in cui, tra l’altro, sono state trovati i resti fossili di una lontra glaciale di dimensioni doppie rispetto alle attuali, giunta probabilmente in Sardegna, insieme alla foca monaca, nel corso della glaciazione di Wurm (80000/10000 anni fa). L’amico Cipriano Fancello ci ha inviato una vecchia foto, (tratta dalla collezione del gruppo “Dorgali & Gonone per immagini, pubblichiamo le vecchie foto”), in cui appare l’ingresso della grotta di Su Anzu, esplorato anche dal Taramelli, che vi rinvenne tracce di vita risalenti all’età nuragica e romana. In esso si nota, sulla sinistra, una curiosa struttura in pietra che parrebbe un abbeveratoio, un lavatoio, o qualcos’altro di cui non sono in grado di indicare una datazione e l’esatta funzione. E’ ipotizzabile, considerata la presenza, nelle vicinanze, di una fonte termale, che nel sito un tempo si svolgessero anche cerimonie legate al culto delle acque.