di Nicola Manca Nurnet, la rete e gli accorpamenti delle scuole: la nostra idea di cosa contare. Fra una bella storia e una brutta storia, spesso, la differenza la fanno i dettagli della narrazione e la capacità di cogliere le sfumature. I grandi narratori russi fecero delle sensazioni scaturite e trasmesse da un paesaggio innevato una loro caratteristica. Maggiore è la capacità di raccontare e descrivere, meglio il lettore potrà vedere con gli occhi dello scrittore. Il dettaglio dicevamo: quella piccola e insignificante particella che differenzia un oggetto da un altro, facendo rimanere incantati davanti alla sua particolarità. Camminando senza meta si può scorgere come questi mutino fra un territorio e l’altro, rendendoli unici. Quando una scuola viene accorpata a un’altra invece, questo livello di dettaglio viene meno e con esso l’unicità del territorio. La scuola, specie nei primi due gradi, deve avere il compito di educare non solo all’alfabetizzazione e all’algebra, ma anche al territorio, al preservarne la sua unicità. Sostituirla con un bus vuol dire perdere la possibilità di essere narratori della propria terra, di condividere dettagli che inevitabilmente andranno smarriti. Come in una rete, più fitte sono le maglie e più cose verranno trattenute al suo interno. I paesi altro non sono che i nodi di questa rete, con la propria valenze di presidio territoriale. Sostituire la scuola con un autobus vuol dire perdere capacità di attrazione da parte del paese con il conseguente e triste cammino verso lo spopolamento. Allora bisogna mettere sul piatto della bilancia due componenti: il risparmio contabilizzabile e la perdita immateriale. Perché se è vero che si risparmia dal punto di vista degli euro spesi siamo sicuri che si possa controbilanciare il valore del presidio territoriale e la perdita di tutti i dettagli che fanno di un territorio ciò che è? Possibile che non ci si soffermi su questo valore inestimabile solo perché non possiamo metterlo a bilancio? La rete è invece importante perché essa genera informazioni, scambi, idee. Tutela il territorio, aiuta a crescere insieme pur mantenendo un’identità culturale ben definita. La speranza è che si continuino a tessere maglie perché vogliamo essere scrittori che incantano, non comparse su carta patinata da sala d’attesa.