No Faide, no cecchini dietro i muretti

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Antonio Malandrone, maturo ingegnere di Meana Sarda e curatore della pagina Meana Sardo Archeologica, ci scrive questa saggia nota in riferimento ai fatti che hanno visto vittime le amministratrici locali di Oniferi.

La Sardegna ha bisogno di pace, fraternità, e che tutti lavoriamo accomunati per il per il miglioramento della nostra non felice condizione sociale.

I cecchini anonimi, invece, ci riportano alle nostre peggiori e tristemente note caratteristiche antropologiche.

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Essere presi di mira da un calunniatore, privo di dignità umana, che cerca l’efficacia, per le sue misere argomentazioni, nelle gratuite offese personali, con l’uso dell’armamentario più ignobile, che spara le invettive, nascondendosi attentamente dietro il muretto dell’anonimato, è un problema, che deve essere affrontato con la giusta determinazione.

Alle persone offese da questa azione codarda, Antonello Gregorini e le coraggiose Amministratrici del comune di Oniferi ed altri, mi sento di dare la mia vicinanza e solidarietà, incoraggiando tutti a proseguire nel loro lavoro, inseguendo sempre quelle iniziative che ritengano utili per il bene della collettività, verso la quale, ciascuno di noi, è responsabile.

Detto questo, penso che sia opportuna un’azione comune, tesa a scoprire al più presto l’identità di colui che, in questo modo, offende tutta la collettività. La nostra società non può permettersi di convivere con situazioni nocive e assurde come questa, così come una città operosa non può lasciare indisturbato un cecchino.

Voglio rivolgere ora la mia attenzione, andando forse un po’ controcorrente, alla persona che offende chiedendogli di dare una seppur tardiva prova di intelligenza, abbandonando l’ignobile attività anonima. La contrarietà verso certe iniziative le può esprimere a viso aperto, come già altri fanno senza alcun timore, perché l’anonimato è giustificato, in questo ambito, solo quando la libertà è impedita da un potere opprimente, diversamente si è solo dei codardi. Quando si diventa codardi, ci si spoglia della dignità e, conseguentemente, si cede facilmente ad altre bassezze, quali le gratuite offese alla persona e ai familiari, il sessismo, l’atteggiamento mafioso nel colpire i collaboratori, le falsità, tutto diventa utile nell’azione demolitoria criminale. I valori, alla base della stessa esistenza della vita sociale, vengono disconosciuti, calpestando le leggi a loro difesa, per scrivere contenuti che non possono essere firmati con un nome di fantasia; la firma corretta che andrebbe posta alla fine di quegli articoli è ”codardo criminale”. Ma allora, una persona che ha tale comportamento, che calpesta i valori che stanno alla base del vivere sociale, che si muove sul sentiero del crimine, quale autorevolezza può avere nell’argomentare ciò che è bene e ciò che è male per la collettività; come fa a non rendersi conto che la sua azione è intrinsecamente assurda e offende l’umana intelligenza! Come fa a guardare negli occhi i propri figli, la moglie o il marito, il padre o la madre o gli amici più cari, che pensano di avere di fronte una persona onesta?

Antonio Malandrone