(S’) Erchitu o (su) Boe Muliache, è una creatura leggendaria della tradizione popolare della Sardegna. La sua leggenda è legata alla questione del senso di colpa che assale l’uomo sin dai tempi ancestrali a causa dell’espiazione di una colpa, o della mancata espiazione di una colpa, come sarebbe meglio dire. Quella sensazione che colpisce in primis lo spirito, il “Se” dell’essere umano, rappresenta il vero banco di prova dell’esistenza della sua coscienza; ciò che fa soffrire l’essere umano a qualsiasi livello di evoluzione. Questa sofferenza, nella leggenda del Boe Muliache, si manifesta in forma di “punizione proveniente dall’oscuro ambiente spirituale” che agisce direttamente a livello “animico” sul responsabile della colpa. Nella raffigurazione allegorica tuttavia, ben si coglie l’evidenza di una lontana struttura sciamanica che in difesa dell’anima umana interviene facendosi tramite con il mondo spirituale
(di Mlqrt)
Erchitu chi cumpassitu est a mie canno vit biu, in d’una notte vritta, muttat a boe postu ‘e berritta, chi galu como nde tenzo paura. Annate, annate, accurrite a inie, ma bos ponite cosa veneitta… mi chi s’anima sua er maleitta e girat su munnu notte e die!
Mi apparve sotto forma di Erchitu, quando era vivo, in una notte fredda, diventò un bue con in testa il berretto, ancora adesso ne ho paura. Andate, andate, accorrete lì, ma copritevi di oggetti benedetti… la sua anima è maledetta, e gira il mondo notte e giorno!
(Cimino, poeta bittese dell’Ottocento)