di Antonello Gregorini
I brani di risposta alle domande del dialogo sono tratti dal libro di Richard P. Feynman “Il senso delle cose”.
” Nel mondo scientifico e accademico non si dà grande importanza al prestigio e alle motivazioni di chi illustra una certa idea. La si ascolta e se sembra qualcosa che valga la pena di verificare, allora si che diventa divertente.”
Professor Feynman, buongiorno. Nessuno meglio di un fisico, premio nobel, ricercatore e professore, con grande senso dell’humor: ” “Nobelist Physicist, teacher, storyteller, bongo player”, ovvero Fisico premio Nobel, insegnante, cantastorie, suonatore di bongo, può definire cosa sia il METODO SCIENTIFICO.
Ci è capitato di frequente infatti di finire impastoiati in verbose discussioni su cosa effettivamente si intenda e, per questo, infine, ci siamo rivolti a una intelligenza come la sua.
R.F. “La discussione filosofica sulla scienza riguarda principalmente certi aspetti tecnici dei tentativi di dimostrare che il metodo funziona. Si dice che l’osservazione è il giudice di un’idea, ma da dove viene l’idea? Il rapido progresso della scienza richiede infatti che gli esseri umani inventino sempre nuove idee da verificare. ”
Può dirci con un esempio come si è evoluto il concetto?
R.F. “Nel Medioevo si pensava che la semplice osservazione della natura suggerisse le leggi, le teorie, ma non funziona così: ci vuole molta più fantasia.
Quindi la questione di cui parlare è: Da dove vengono le idee?
In realtà non fa nessuna differenza, basta che vengano. Per controllare che un’idea sia corretta oppure no abbiamo un metodo che non ha nulla a che fare con l’origine dell’idea stessa: semplicemente la verifichiamo con l’osservazione.”
Ma non c’è un’autorità che decide quale idea sia buona e quale no?
R.F. “Non abbiamo più bisogno (come nel Medioevo, ndr) di verità rivelate. Possiamo consultare il luminare di turno e chiedergli di illustrarci il suo punto di vista, e poi fare gli esperimenti del caso e scoprire se quel che dice è vero oppure no.
Se non è vero, peggio per lui: è così che le autorità perdono un po’ della loro autorità.
Quindi ben vengano le idee?
R.F. “Nel nostro settore si è accumulata una tale massa di osservazioni che è quasi impossibile trovare un’idea originale, diversa da tutto ciò che è stato pensato finora, e allo stesso tempo in accordo con tutte le osservazioni fatte. Quindi se qualcuno da qualche parte ha un’idea nuova, ben venga! Non staremo certo a discutere perché e percome gli è venuta.
In altre scienze (o discipline, ndr) non c’è stato uno sviluppo paragonabile a quello della fisica, quando si litigava perché non c’erano ancora dati sufficienti.
In generale, se c’è un metodo oggettivo e indipendente per giudicare cosa è vero e cosa è falso, si interagisce in modo molto meno polemico, e questo è interessante.
Nel mondo scientifico e accademico non si dà grande importanza al prestigio e alle motivazioni di chi illustra una certa idea. La si ascolta e se sembra qualcosa che valga la pensa di verificare, allora si che diventa divertente.
Che importa quanto e dove ha studiato quel tizio, o perché vuole essere ascoltato, in questo senso non fa nessuna differenza da dove vengano le idee, la loro origine è sconosciuta, la chiamiamo “immaginazione”, “creatività”.
Stranamente molti credono che nella scienza non vi sia posto per la fantasia. E’ una fantasia di tipo speciale e diversa da quella dell’artista. Il difficile è immaginare qualcosa che a nessuno era mai venuta in mente, che sia in accordo con quanto conosciuto, ma che sia diverso, che sia inoltre definito e che sia non sia una vaga osservazione.
Non è per niente facile … Per niente!”
Bene, grazie Professore, la sua esposizione è chiara, moderna e illuminante.