Lettera aperta – segnalazione pericolo di rovina e degrado di diversi monumenti

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nell’immagine il nuraghe Majore di Cheremule (Maurizio Cossu)

Lettera aperta La sottostante lettera aperta è stata elaborata con la partecipazione di centinaia di lettori della fan page Di Nurnet. Nei due seguenti link e in altri reperibili sulla pagina vi è l’evidenza del processo partecipativo e dei numeri di partecipanti. https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=745361508875909&id=506410149437714 https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=744971435581583&id=506410149437714 Lo scrivente firmatario e la Fondazione considera la lettera espressione di un vasto pubblico di appassionati e potenziali curatori del patrimonio archeologico dei periodi pre nuragico e nuragico. Lo scopo è quello di sollecitare un intervento coordinato da parti dei referenti delle istituzioni aventi la responsabilità della cura del suddetto patrimonio e delle eventuali forze e organizzazioni di volontariato all’uopo attivabili. Viene trasmessa ai vostri organi di stampa con l’invito a darne pubblica evidenza. Cordiali saluti Antonello Gregorini ————– Alla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro Piazza Sant’Agostino 1 – 07100 SASSARI ……… Alla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano Piazza Indipendenza, 7 – 09124 – CAGLIARI

e p.c. …….. Ente Foreste Sardegna Viale Luigi Merello, 86, 09123 Cagliari protocollo.dg@pec.enteforestesardegna.it …….. Corpo Forestale Sardegna Via Giuseppe Biasi, 7, 09131 Cagliari cfva.urp@regione.sardegna.it ………

Spett.li Soprintendenze.

Attraverso il nostro sito diversi cittadini hanno segnalato le condizioni di grave pericolo in cui versano diversi nuraghi a causa dell’aggressione della flora di alto fusto e arbustiva. In particolare si segnala il Nuraghe Erimanzanu in Esporlatu dove (vedi foto sottostante) una grossa quercia ha ormai invaso totalmente l’incavo superiore e pressa sulle murature superiori del monumento. Dalla stessa foto può ben evincersi che le murature già adesso sono fuori dal loro piano storico e al limite della rovina. Vi sono enormi probabilità che una tempesta di vento possa produrre l’irreparabile, rovesciando la pianta e demolendo buona parte delle murature e lesionando la parte residua.

L’unico intervento possibile è il taglio, le radici infatti affondano profondamente all’interno della struttura e sul lato ovest sono presenti già lesioni strutturali, è una questione di tempo, anche perché i lecci continueranno a crescere e prima o poi demoliranno il Nuraghe, quindi la priorità dovrebbe essere quella di salvare il monumento. Analoga situazione si verifica in tanti altri nuraghi di cui di seguito forniamo un’elenco minimamente esaustivo. A Macomer …situazione molto simile per il nuraghe " Sa coa ‘e sa mela " strada per il monte di S.Antonio. Uri ,nuraghe su vezzu ‘e sos padres ; Uri, nuraghe su Cuttu; Uri, nuraghe sa multizza; Uri, Nuraghe Billianu Pinna Il nuraghe della Giorba ad Alghero non esiste più completamente distrutto da agavi nel giro di 15 anni. In un tempio a "Su Romanzesu", Bitti, un albero minaccia la stabilità dell’edificio: un semplice agronomo ha suggerito (in quel caso) basterebbe potare piu’ spesso i rami e l’albero non cresce piu’. Certo che se sono solo le fronde a sfiorare le pareti e le radici non si sono infiltrate sotto le pareti. A Illorai le condizioni del Nuraghe Serralò la vegetazione nel tempo ha prodotto danni irreparabili. Questo elenco come ben sapete è niente rispetto alla vastità e il numero dei nuraghi, Tombe dei Giganti, Dolmen o quant’altro di analogo a rischio. Ciò premesso si fa istanza a codesta soprintendenza perché voglia provvedere a dar corpo a tutte le azioni possibili per evitare il danno. La nostra Fondazione resta disponibile per approfondimenti/chiarimenti e per fare quanto di utile e nelle proprie disponibilità di risorse umane. Siamo disponibili, se richiesto, a studiare una forma di campagna a largo raggio, che riguardi tutto il territorio regionale e che veda coinvolte tutte le risorse del volontariato attivabili e che preveda, per esempio, la piantumazione di pari o superiore patrimonio floristico, rispetto a quello eliminato, al di fuori dell’area archeologica. Firmato Antonello Gregorini Presidente della fondazione di Partecipazione Nurnet – La Rete dei Nuraghi