“… Io mi trovo accanto ad un focolare, dove tre piccole fiammelle di pietra, finemente lavorate, mi danno la sensazione di un fuoco vivo … “
Se questa era la loro ultima dimora, allora mi chiedo cosa poteva essere la loro casa, quali rifiniture poteva avere e quale armonica e raffinata costruzione poteva essere il loro alloggio. Questa è la Tomba II, formata da 12 vani disposti a T. Non ci sono parole per descrivere quest’opera di oltre 5000 anni. Io mi trovo accanto ad un focolare, dove tre piccole fiammelle di pietra, finemente lavorate, mi danno la sensazione di un fuoco “vivo” , del calore e dell’accoglienza di una casa e, se riferito ad una tomba, della luce che eternamente accompagna i defunti nel loro ultimo cammino. Riccamente decorata da lesene, protomi a corna lunate sovrapposte, corna a barca inscritte, pannelli, motivi a clessidra e a zig-zag orizzontale. Ai lati dell’ingresso della tomba ritroviamo altre protomi taurine con corna lunate. Nella cella maggiore, sul portello d’ingresso, fanno bella mostra di sè due grandi corna a fascia inscritte; lo stesso motivo, con chevrons e denti da lupo lo ritroviamo all’interno del vano. Il solaio riproduce un tetto a doppio spiovente con trave centrale sorretto da due pilastri. Ancora una volta i miei antenati mi dimostrano la loro abilita’ e maestria nel costruire monumenti che ancora oggi sanno stupirci regalandoci emozioni “uniche” e sensazioni indescrivibili
Testo: Piera Farina-Sechi
Foto: Bruno Sini