di Giorgio Valdès
Luigi Battisti, nella sua Etimologia del nome Tibur, scrive che i Greci, ancora nel quinto secolo a.C. utilizzavano la forma Tyrsen per indicare il mar Tirreno e i suoi derivati (Tyrsenoy=Tirrenici….), tramite il rotacismo della consonante “r”. Afferma inoltre che nella toponomastica dell’Europa pre-indoeuropea e dell’Asia minore, la paroletta “ti” aveva il significato di “acqua”, mentre il termine “rsn” indicava gli etruschi, in quanto questi ultimi chiamavano se stessi “rasenna” (rsn). Conseguentemente il mar Tirreno/Tyrsen/Tyrseno aveva il significato di “acqua degli etruschi” ed anche il nostro fiume Tyrso era in qualche maniera connesso ai Rasenna/Etruschi. A questo proposito Massimo Pittau nella sua “Storia dei Sardi Nuragici” osserva che “Tyrsenói, Tyrrenói, Tirseni, Tirreni era il vocabolo con cui unanimemente gli antichi Greci chiamavano gli Etruschi”. Scrive inoltre: “Gli antichi autori greci chiamavano l’Etruria Tyrsenía, Tyrrenía (Erodoto, Platone, Aristotele e altri); però è un fatto che Stefano da Bisanzio chiama anche la Sardegna Tyrsenía quando, parlando delle Baleari o Gimnesie, le definisce «isole tirreniche» e «isole attorno alla Tirsenia» (perì ten Tyrsenían). In questo passo è evidente che la parola Tyrsenía adoperata da Stefano da Bisanzio si riferiva alla vicina Sardegna e nient’affatto alla lontana Toscana”. Strabone, un geografo greco del I secolo a.C., affermando a sua volta che i lucumoni (i re) etruschi erano designati fra i dignitari Sardi, indicava come “Tirreni” gli abitanti della Sardegna. Lo stretto rapporto tra sardi nuragici ed etruschi si ritrova infine in questo passo tratto dagli scritti di Festo, autore latino del II secolo d.C.: “ Reges soliti sunt esse Etruscorum, qui Sardi appellantur. Quia Gens etrusca, Horta est Sardibus (Sono soliti essere re degli Etruschi coloro che si chiamano Sardi. Quindi la gente etrusca origina dai Sardi )”. Nell’immagine: il nuraghe del “Monte Irao” (Ardauli), sulla sponda del lago Omodeo, invaso artificiale lungo il fiume Tirso e un bronzetto sardo rinvenuto a Vulci, antica città etrusca in provincia di Viterbo.