di Francesco Masia
“40º PARALLELO” (VIDEOLINA)
“Storia di un’isola e dei suoi abitanti”
EdizionI 2016 (1-20), 2017 (21-28), 2018 (29-36) e 2019 (Approfondimenti, 1-8).
“40° Parallelo”, il programma sulla storia della Sardegna prodotto da Videolina e curato da Gian Nicola Cabizza (2016-‘17), Giacomo Serreli (2017-‘18-‘19) e Andrea Fenu (che ne ha firmato anche la regia), è un progetto realizzato grazie al contributo della Legge Regionale 3/2015. Sono così andate in onda, nel triennio 2016-2018, 36 puntate, che hanno raccontato la Sardegna dal Paleozoico e i Sardi fino all’unificazione italiana. A queste sono seguite, nell’edizione del 2019, 8 puntate di approfondimenti. In tutto, al netto dei necessari titoli di testa e di coda (“al netto” perché i Sardi sono rigorosi, specie quando si tratta di giudicare le proprie cose), fanno 18 ore e tre quarti di ottima divulgazione (la storia imboccata con il cucchiaino, in senso buono). Una divulgazione appunto così apprezzabile da meritare di raggiungere tutti i Sardi, scopo che questa presentazione vorrebbe avvicinare porgendo “40º Parallelo” come squadernato nella sua interezza, perché ognuno lo tenga più facilmente in conto come il validissimo strumento che è, per acculturarsi e, condividendolo, per acculturare. I brevi testi che seguono sono quindi sostanzialmente gli stessi che sul sito di Videolina introducono le relative puntate.
È vero, insomma, che alla quasi totalità di noi, a scuola, non hanno insegnato pressoché nulla sulla Sardegna e sui Sardi (non staremo ora a scrivere di nuovo sulle cause e sulle conseguenti distorsioni, che intanto continuiamo a pagare); ma oggi encomiabili sforzi come questo ampio progetto, o come quello sulla storia sarda nella scuola italiana, oltre alle numerosissime pagine di Wikipedia e a quelle della stessa Regione Sardegna, forniscono una serie di risorse (gratuite e però organiche e ragionevolmente affidabili) che è colpevole, per chiunque, trascurare (libri, collane e pure enciclopedie non sono mancati, ma tutti più impegnativi e così, per molti, respingenti; opere divulgative, come pubblicazioni snelle, anche a fumetti, non hanno avuto la “forza” del video; e i documentari già realizzati, pure quando ottimi, non hanno potuto avvicinare questa completezza).
Resta pacifico che più studieremo e sempre più ci sarà da discutere; tuttavia c’è senz’altro da ringraziare tutti quelli che hanno compiuto quest’impresa (una gratitudine commossa davanti alle immagini di chi ci ha già lasciati, divenendo storia)
1- Paleozoico
La storia geologica della Sardegna inizia nella lontana era paleozoica, circa 570 milioni di anni fa. Nell’isola troviamo segni di una storia evolutiva che da quel remoto passato ci conducono fino al presente. Una storia complessa, passata attraverso oltre mezzo miliardo di anni di deriva dei continenti, di sprofondamenti tettonici e riemersioni, di movimenti continui della crosta terrestre, il cui risultato finale è l’attuale Sardegna, in quanto tale relativamente giovane, che si compone di paesaggi molto differenti, riflessi di altrettanto differenti storie geologiche. È questo un aspetto che vale sottolineare, perché la nostra isola, benché piccola, rappresenta bene la parte più significativa dell’evoluzione della vita sulla Terra: un vero e proprio museo a cielo aperto, rispetto al quale la scuola, educando alla lettura del territorio, potrebbe sollecitare maggiormente l’interesse dei più giovani.
In questo primo appuntamento si parla con Carlo Corradini, docente di Paleontologia e Paleoecologia dell’Università di Cagliari, di come si è formata la nostra isola. Si racconta il lungo viaggio delle diverse parti della Sardegna in centinaia di milioni di anni, dall’emisfero sud a quello nord, tra emersioni e immersioni. Non sono mancati i giganteschi vertebrati terrestri, antenati dei dinosauri. Una spettacolare scoperta nel tempo e nello spazio.
2- Mesozoico e Cenozoico
La Sardegna nel periodo Mesozoico e nel Cenozoico, il distacco del sistema sardo-corso.
Ospite: Gian Luigi Pillola, Professore di Paleontologia e Paleocologia.
Marco Carta, naturalista dell’associazione Isula Birde, parla dei resti fossili del Mesozoico.
E ancora: Sergio Ginesu discute sull’insularità motore dell’evoluzione e sulla fine del Miocene.
Infine l’interessante documentazione fossile del Cenozoico e i dinosauri in Sardegna.
3- Paleolítico
Quando è arrivato l’uomo in Sardegna? Che uomo era e come è arrivato? Dove abitava? Cosa mangiava? In questa puntata si parlerà della Sardegna dal Paleolitico (periodo che inizia 500 mila anni fa) fino al Mesolitico (periodo che si conclude circa 7 mila anni fa). Ospite in studio: Pino Fenu, Consulente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro. Al tema del primo uomo in Sardegna sarà anche dedicata la prima parte della prima puntata degli Approfondimenti (IV stagione di “40º Parallelo”, 2019).
Nella seconda parte: l’isolamento della Sardegna; l’esplorazione della grotta di Nurighe; i resti umani in quella di Corbeddu; l’importanza della grotta di Cheremule e la fine del Pleistocene. Affrontano questi temi: Pino Fenu, Consulente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro; Corrado Conca, Speleologo e guida escursionistica; Barbara Wilkens, ricercatrice del Dipartimento di Scienze della Natura dell’Università di Sassari.
4- Mesolitico
Dall’ultima fase del Paleolitico al Mesolitico in Sardegna. La valle di Lanaittu, la grotta di Corbeddu e quella di su Coloru a Laerru. L’affascinante storia dell’uomo di Arbus: scavi e ritrovamenti. Affrontano questi temi: Pino Fenu, consulente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro; Rita Melis, Professoressa di Geoarcheologia dell’Università di Cagliari.
Ospite in studio: Pino Fenu, consulente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro.
5- Neolitico: primi insediamenti, menhir, Dea Madre e ossidiana
Dal V al III millennio a.C., la rivoluzione neolitica. Nell’isola l’uomo passa alla domesticazione di animali e piante; nascono i primi villaggi. Si indagano la vita quotidiana e i culti di questi nostri antenati.
Nella seconda parte: l’uomo neolitico e la circolazione dell’ossidiana tra Oriente e Occidente; la Sardegna al centro tra menhir e Dea Madre; il culto dell’acqua e la Venere di Macomer; una società organizzata che conserva le derrate e fa attività di filatura; il monte Arci. Affrontano questi temi: Giorgio Murru, archeologo, Direttore del Museo delle Statue Menhir di Laconi; Carlo Lugliè, professore di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari; Giuseppa Tanda, Ordinario di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari. Ospite in studio: Giorgio Murru. Al tema della navigazione fin dal Neolitico è dedicata anche la prima parte del terzo approfondimento di “40º Parallelo” (IV stagione, 2019).
6- Neolitico e megalitismo
Dagli scambi commerciali agli scambi culturali, alla fine del Neolitico antico arriva qualcosa di nuovo: il megalitismo in Sardegna. Menhir e dolmen. Le Domus de Janas. Cuccuru is Arríus a Cabras. Le sepolture: perché si scava la roccia? Necropoli e Domus de Janas nell’isola: da Anghelu Ruju (Alghero) a Montessu (Villaperuccio). Ospite in studio: Giorgio Murru, Archeologo, Direttore del Museo delle Statue Menhir di Laconi.
Nella seconda parte, continua l’intervista a Giorgio Murru: cosa si intende per megalitismo; i significati del dolmen, il primo monumento complesso costruito dall’uomo. Intervista ad Alberto Moravetti (già Ordinario di Preistoria e Protostoria dell’Università di Sassari): menhir e dolmen; ipogeismo e megalitismo (da Pranu Mutteddu a Goni). Intervista a Riccardo Ciccilloni (docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari): la statuaria preistorica in Sardegna; il menhir antropomorfo. Al tema del megalitismo è dedicata anche la prima parte della seconda puntata degli approfondimenti (IV stagione di “40º Parallelo”, 2019).
7- Eneolitico
In questa puntata si percorrono le tappe della storia che dall’Età del Rame conduce alla grande stagione dei nuraghi. Con l’avvento dei metalli compaiono nell’isola nuove architetture, dall’altare di Monte d’Accoddi fino agli edifici simbolo della civiltà nuragica (qui si intervista il compianto archeologo Ercole Contu, cui “40º Parallelo” dedicherà una puntata speciale andata in onda a 11 giorni dalla morte, il 18 Gennaio 2018, in quello che sarebbe stato il suo 94º compleanno). Ospite in studio: Giorgio Murru, archeologo, Direttore del Museo delle Statue Menhir di Laconi.
Nella seconda parte, la grande rivoluzione dei metalli. Intervista a Riccardo Ciccilloni, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari: con i metalli arrivano le muraglie difensive e la guerra; il pugnale e l’Età del Rame. Intervista a Giovanni Ugas, già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari: la falsa porta nelle statue menhir. Ospite in studio: Giorgio Murru, archeologo, Direttore del Museo delle Statue Menhir di Laconi.
8- Civiltà Nuragica: i nuraghi
Come venivano costruiti i nuraghi? A cosa servivano? Dal protonuraghe al monumento maturo che conosciamo. Il disegno organico del nuraghe: architetti e operai. Santu Antine: intervista a Luisanna Usai, Archeologa della Soprintendenza Archeologica. Ospite in studio: Giovanni Ugas, già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari. Infine, la costruzione della tholos e la scelta del luogo: il rapporto con il territorio. Intervista a Mauro Perra, archeologo, Direttore del Museo Archeologico di Villanovaforru.
Nella seconda parte, la costruzione della tholos: intervista a Giuseppe Pulina, architetto. Modelli di nuraghi: raffigurazioni in pietra, ceramica e altro. Intervista a Franco Campus, archeologo della Soprintendenza Archeologica. Scelte tecniche sulla realizzazione delle mensole: intervista a Noemi Cappai, architetto. La scelta del luogo: il rapporto con il territorio. Intervista a Mauro Perra, archeologo, Direttore del Museo Archeologico di Villanovaforru. Ospite in studio: Giovanni Ugas, già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università Cagliari.
9- Civiltà Nuragica: il “villaggio”
La vita sociale nei villaggi nuragici, dall’agricoltura all’artigianato e alla tecnologia dei metalli. Quanti abitanti c’erano nell’isola in quel periodo storico? Qual era la scala della civiltà nuragica? Qual era la relazione tra nuraghe e villaggio? Quale gerarchia del potere vigeva?
Nella seconda parte si approfondisce il tema della società nuragica con Giovanni Ugas, già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari. Quanti erano i nuraghi e dove erano ubicati? Fulvia Lo Schiavo, già Soprintendente ai Beni Archeologici della Sardegna, racconta la specializzazione dei nostri antenati nella lavorazione del rame e dello stagno. Interessante anche la connessione con le altre civiltà del Mediterraneo. La Sardegna, infatti, era famosa per il suo argento, ma importava i lingotti in rame.
10- Civiltà Nuragica: alimentazione, lingua e ruolo della donna
Continuano le interviste a Giovanni Ugas (già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari) e Mauro Perra (archeologo, curatore del Museo Archeologico di Villaovaforru) sulla vita sociale ed economica del popolo dei nuraghi. Cosa mangiavano e cosa bevevano i Nuragici? Focus di Mariano Ucchesu (docente di Archeobotanica dell’Università di Cagliari) sui cereali e i legumi coltivati (tra i quali lenticchie, fave e piselli), ma anche sulla carne. In chiusura, il linguista Giulio Paúlis ci parla dei toponimi paleosardi. Il tema della vita quotidiana nel Nuragico sarà anche oggetto della prima parte del quarto Approfondimento di “40º Parallelo” (IV stagione, 2019).
Nella seconda parte: cosa sappiamo della scrittura nuragica? Ce ne parla Giovanni Ugas, già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari. Focus sulla donna nella società nuragica con l’Archeologa Elisabetta Alba. Infine Anna Depalmas, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Sassari, introduce l’argomento della navigazione.
11- Civiltà Nuragica: commercio, navigazione e contatti con altri popoli
Quali merci e quali rotte? I Nuragici commerciavano, ma con chi? E cosa importavano? Ne parliamo con Giovanni Ugas, già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari. Quali erano invece i mezzi di trasporto e i materiali usati è il tema affrontato da Anna Depalmas, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Sassari. Infine, anche la letteratura è una fonte importante per conoscere meglio questo periodo storico in Sardegna.
Nella seconda parte: le fonti antiche sono una risorsa importante per comprendere i rapporti tra la società sarda e quella micenea. Gli scambi nel Mediterraneo, i Sardi che assediano Creta, sono elementi indicativi degli equilibri politici tra le società del Mediterraneo orientale. Ce ne parla Giovanni Ugas, già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università Cagliari.
Al tema delle rotte dei Nuragici è dedicata anche la prima parte della quinta puntata degli Approfondimenti (IV stagione di “40º Parallelo”, 2019).
12- Civiltà Nuragica: Shardana, Popoli del Mare e religione nuragica
Chi erano gli Shardana? Erano guerrieri nuragici? Quali testimonianze abbiamo della presenza dei Nuragici nel Mediterraneo orientale? Come cambia la società nuragica alla fine dell’Età del Bronzo? Al tema “Shardana e Popoli del Mare” è integralmente dedicata l’ottava (e ultima) puntata degli Approfondimenti (IV stagione di “40 Parallelo”, 2019).
Nella seconda parte, il culto dell’acqua, i templi, le Tombe dei Giganti, ma anche riti, divinità e forme di religiosità, sono i temi trattati da: Nicola Sanna, Archeologo; Maria Ausilia Fadda, già Soprintendente per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro; Giovanni Ugas, già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari.
13- Civiltà Nuragica: i bronzetti nuragici e gli scambi commerciali
Il culto e i bronzetti: che significato avevano nella religiosità nuragica? Intervengono: Fulvia Lo Schiavo (già Soprintendente per i Beni Archeologici della Sardegna), Alberto Moravetti (già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Sassari) e Giovanni Ugas (già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari).
Nella seconda parte: la caduta dei grandi regni e la crisi del 1000 a.C.; gli Shardana e gli scambi commerciali tra Cipro e la Sardegna. Inizia una grande trasformazione della società, con nuovi assetti economici. Ne parlano Giovanni Ugas (già docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Cagliari) e Marco Rèndeli (docente di Etruscologia e Antichità Italiche dell’Università di Sassari).
14- Civiltà Nuragica: i Giganti di Mont’e Prama
Le statue di Mont’e Prama sono la grande scoperta dell’archeologia in Sardegna. Ci si rese subito conto dell’importanza di questi scavi e ritrovamenti? Chiamarli Giganti è improprio? A questi quesiti rispondono: Carlo Tronchetti, già Direttore del Museo di Cagliari; Alessandro Usai, Archeologo della Soprintendenza di Cagliari; Carla Del Vais, direttrice del Museo di Cabras.
15- I Fenici in Sardegna
Questa puntata riparte dall’inizio dell’Età del Ferro. In Sardegna si affaccia un nuovo popolo: i Fenici. Quali sono i loro insediamenti nel Mediterraneo e nell’isola? Tharros, Othoca, Monte Sirai, Pani Loriga, Bitia. Che rapporti esistono tra Sardi, Fenici, Greci ed Etruschi? Focus sui costumi funerari e culturali dei Fenici. Ospite in studio: Raimondo Zucca, docente di Storia e Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari e Cagliari.
16- Dai Fenici ai Cartaginesi
Tempio di Antas, Nora e Bitia cartaginesi. Ma anche la Caralis cartaginese. Alla scoperta dei rapporti tra Cartaginesi e Sardi. Tra il 520 e il 510 a.C. Cartagine è la prima potenza del Mediterraneo e conquista la Sardegna. Tharros diventa la capitale cartaginese (in Sardegna): urbanistica e necropoli. Ma anche altre aree sono di fondamentale importanza: la regione del Sulcis, Sulky, Olbia, Antas. Ospite in studio: Raimondo Zucca, docente di Storia e Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari e Cagliari.
17- I Cartaginesi in Sardegna:
guerre, attività economica, navigazione
Cartagine in Sardegna: le guerre contro i Sardi; i mercenari sardi nell’esercito cartaginese; l’agricoltura punica e l’industria mineraria in Sardegna; la monetazione punica e l’artigianato rurale cartaginese; gli scambi (monetari e non) tra Sardi e Cartaginesi (dal sistema ponderale dei Sardi alle prime monete importate). Infine: com’era la marineria cartaginese? La pentera, imbarcazione a remi.
Ospite in studio il Prof. Raimondo Zucca.
18- I Romani in Sardegna (13’,30”+12’,42”)
Nel corso del terzo secolo a.C. Cartagine inizia a mostrare segni di declino. Arrivano sull’isola i Romani. Hampsicora e la resistenza al nuovo conquistatore: la guerra e la morte di Hampsicora.
Nella seconda parte: la battaglia di Cornus nelle sue fasi, le tecniche di battaglia dei Romani e la battaglia di Sanluri.
19- I Romani e le città romane in Sardegna
Le città e i popoli della Sardegna romana. Quali differenze tra municipi, colonie, oppida, vici e fora? Focus su Nora, Tharros, Karales e Turris Libisonis.
In studio Attilio Mastino, docente di Storia Romana ed Epigrafia Latina dell’Università di Sassari.
20- Il paesaggio urbano della Sardegna romana
L’economia della Sardegna in età imperiale e l’eredità storica e culturale della dominazione romana. Si costruiscono strade, ponti e acquedotti, cambia il paesaggio urbano, compare anche qualche processo per corruzione. L’isola tuttavia ha un suo ruolo in tutti quegli anni.
Nella seconda parte: Karales in età imperiale, sede del governo e del culto, con i monumenti e con la presenza della flotta da guerra romana. Forum Traiani. Centralità delle città rispetto all’economia delle montagne e delle pianure.
21- La dominazione vandala in Sardegna
Nella prima parte, per questo inizio della seconda serie di “40º Parallelo” (2017), si ricapitola quanto trattato fino alla Sardegna romana.
La seconda parte porta in avanti la narrazione: con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, a partire dal 456 d.C. approdano in Sardegna i Vandali; se ne parla con il Prof. Attilio Mastino. Furono diversi i re Vandali che “occuparono epidermicamente” l’isola: da Genserico a Gutamondo e infine a Goda, che (primo) si proclamò re della Sardegna. Quindi nel 534 d.C., dopo 78 anni, si concluse per la Sardegna la parentesi vandala.
22- I Bizantini in Sardegna
Quando i Vandali abbandonarono la Sardegna Belisario (generale bizantino, considerato uno dei più grandi condottieri della storia dell’Impero romano d’Oriente che servì sotto Giustiniano I) proclamò l’isola Provincia d’Africa dell’Impero Romano d’Oriente, dando così inizio al dominio bizantino in Sardegna. Questo periodo è contrassegnato da una nuova struttura sociale, religiosa, politica e artistica, basata sulla diffusione del Cristianesimo. Permanevano, però, dei nuclei politeisti, come dimostra la figura di Ospitone, Dux Barbaricirum, che venne contattato dal papa Gregorio Magno (Gregorio I) per convincere il popolo alla conversione. Ma è l’architettura la dimostrazione più rappresentativa ed evidente della presenza cristiano-bizantina in Sardegna. Sono numerose le Chiese a pianta greca presenti su tutto il territorio, come Santa Maria a Bonarcado, San Saturnino a Cagliari, San Giovanni ad Assemini, San Teodoro di Congius a Simaxis, Sant’Elia a Nuxis…
Dopo il periodo bizantino (e dopo la morte di Maometto, nel 632), a partire dal 705 in Sardegna arrivano gli Arabi.
23- I 4 Giudicati
Inizia un’epoca significativa per l’evoluzione storica della Sardegna: l’età giudicale. Siamo sulla soglia dell’anno mille e l’isola è forse già divisa in 4 giudicati: Calari, Arborea, Gallura e Torres. L’instaurarsi dell’età giudicale comporta la prima autoproclamazione di autonomia dell’isola, almeno dal tempo dei Cartaginesi in Sardegna; subito accompagnata da importanti scambi politici e commerciali con le Repubbliche Marinare di Pisa e Genova, che influenzeranno successivamente lo sviluppo degli eventi storici e politici sardi.
Al tema della nascita dei Giudicati è dedicata anche la seconda parte della prima puntata degli approfondimenti (IV stagione di “40º Parallelo”, 2019).
Al tema della città di Santa Igia, sorta nell’XI secolo e assurta ai fasti di residenza principale del Giudicato di Calari fino alla distruzione a opera dei Pisani. è dedicata invece la prima parte della sesta puntata degli approfondimenti.
24- Pisa e Genova e le guerre giudicali
Viene analizzato il lungo periodo di conflittualità in seno ai Regni Giudicali (cui contribuiscono le sempre più marcate ingerenze di Pisani e Genovesi), che porterà al dissolvimento dei Giudicati.
Discute sul tema il Prof. Angelo Castellaccio, dell’Università di Sassari, che si sofferma sugli interessi commerciali prima e politici poi delle due Repubbliche Marinare nell’isola, tra il Millecento e il Milleduecento.
Viene ricordata la figura centrale di Barisone I, il giudice di Arborea che puntò a proclamarsi Re di Sardegna nel 1164.
É un periodo caratterizzato anche dalla realizzazione di sistemi di fortificazione e castelli; nonché dall’importanza degli ordini monastici nell’isola e dalla capillarità della loro diffusione (dai Benedettini, ai Vittorini, ai Camaldolesi).
A loro si deve l’elaborazione dei primi importanti documenti scritti in Sardo, i Condaghes.
Con il professor Castellaccio vengono esaminate inoltre le principali testimonianze dell’architettura religiosa in Sardegna (romanica e gotica) e il ruolo della Chiesa.
All’interno della puntata i contributi di altri studiosi, docenti e ricercatori: Giuseppe Seche, Giovanni Serreli, Maurizio Virdis, Mauro Dadea.
Al tema dei castelli è dedicata anche la seconda parte della seconda puntata degli Approfondimenti (IV stagione di “40º Parallelo”, 2019).
Al tema della vita nei villaggi medievali è invece dedicata la prima parte della settima puntata degli Approfondimenti.
Mentre al tema delle crociate è dedicata la seconda parte della terza puntata degli Approfondimenti.
25- Fine dei 4 Giudicati
Vengono analizzati i problemi e i motivi all’origine del lungo periodo di guerre e conflitti interni che finì per minare la stessa sopravvivenza dei Regni Giudicali.
Il tema viene approfondito dall’Archeologo e Storico Giorgio Murru, che ricostruisce dapprima le ultime fasi, nel 1258, del Giudicato cagliaritano, dopo la distruzione di Santa Igia e la cacciata dei Pisani da Castel di Castro (l’attuale Castello).
Dallo smembramento di quel Giudicato emergeranno figure quasi leggendarie, come il pisano Ugolino della Gherardesca, cui è pure dedicata la seconda parte della quarta puntata degli Approfondimenti (IV stagione di “40º Parallelo”, 2019).
Un profilo è dedicato a Mariano II d’Arborea.
Parallelamente vengono rievocate la fine del Giudicato di Torres e le tristi vicende dalla sua giudicessa Adelasia, nonché la scomparsa del Giudicato di Gallura.
Nella puntata anche i contributi di altri studiosi e ricercatori: Olivetta Schena, Alessandra Cioppi, Franco Giuliano Rolando Campus.
26- La dominazione aragonese in Sardegna
Dopo il dissolvimento di buona parte dei Regni Giudicali sopravvive solo quello di Arborea, ma l’isola si appresta a cedere all’avvento della dominazione catalano-aragonese.
Il tema viene discusso con l’Archeologo e Storico Giorgio Murru, a partire dall’invasione catalano-aragonese del 1323, con la conquista di quella che sarà poi Cagliari.
Sono gli eventi che portano alla nascita del Regno di Sardegna, dominati da figure di primo piano come Mariano IV d’Arborea (padre della Carta de Logu, poi ampliata da Eleonora), Pietro IV d’Aragona e Matteo Doria; tempi segnati anche da una persistente conflittualità tra l’Arborea e la Corona d’Aragona, la cui fragile pace sarà sancita nel 1355 a Sanluri.
Nella puntata si segnalano anche i contributi di altri studiosi e ricercatori: Alessandra Cioppi, Sabrina Cisci, Giovanni Serreli, Gianni Mereu.
Alla figura di Mariano IV d’Arborea è dedicata anche la seconda parte della sesta puntata degli Approfondimenti (IV stagione di “40º Parallelo”, 2019).
27- Fine del Regno d’Arborea. Eleonora d’Arborea e la Carta de Logu
La fine dell’ultimo Giudicato superstite, quello di Arborea; e figure fondamentali nella storia dell’isola, come quella di Eleonora.
In una lunga intervista a Giorgio Murru, vengono affrontate le varie vicende che vedono protagonista il regno giudicale: il duro conflitto con i Catalano-Aragonesi, con la sigla di alcune effimere paci (come quella del 1388).
Focus su Eleonora d’Arborea, sull’elaborazione della Carta de Logu (che nasce da una precedente stesura di norme e leggi fissate da Mariano IV), sulla sanguinosa battaglia di Sanluri del 1409 (cui è pure dedicata la seconda parte della settima puntata degli Approfondimenti, IV stagione di “40º Parallelo”, 2019).
Contributi di Stefania De Michele, Alessandra Cioppi, Olivetta Schena e Gianni Mereu.
28- I Catalano-Aragonesi in Sardegna
Il devastante esito della battaglia di Sanluri del 1409, con la mattanza di “s’occidroxiu”, non è ancora l’atto finale dell’esistenza del regno giudicale d’Arborea.
Il Giudicato controlla ancora un ampio territorio, ma la sua sorte è ormai segnata; e la Sardegna si prepara a cadere sotto il controllo definitivo dei Catalano-Aragonesi e della nascente monarchia spagnola.
É la professoressa Olivetta Schena, dell’Università di Cagliari, a ricostruire le varie fasi dell’infinito conflitto con i Catalano-Aragonesi, che porterà nel 1410 alla pace di San Martino, con cui si determina il declassamento del Giudicato d’Arborea in Marchesato di Oristano.
Nello scontro con i nuovi dominatori iberici emergono figure come Leonardo Àlagon. Si consolida il sistema feudale, i cui esponenti indirizzano anche le decisioni assunte dal Parlamento Sardo (che tornerà a riunirsi nel 1421).
E’ una Sardegna segnata dalle guerre, dalle epidemie (malaria e peste) e dalle carestie, con un vertiginoso calo demografico proprio alle soglie dell’Evo Moderno.
Contributi di Alessandra Cioppi, Maria Grazia Mele e Giampaolo Salice.
29- Il Regno di Sardegna sotto la Corona di Spagna (prima parte)
Con il contributo del Prof. Francesco Cesare Casula si discute dei riflessi sull’isola dell’unificazione dei regni di Castiglia e Aragona, del ruolo degli Stamenti, delle continue incursioni barbaresche sulle coste e dei sistemi difensivi adottati.
30- Il Regno di Sardegna sotto la Corona di Spagna (seconda parte)
Ancora con il Prof. Francesco Cesare Casula, vengono ricordate l’attività dell’Inquisizione nella Sardegna spagnola, l’arrivo a Cagliari nel 1535 dell’imperatore Carlo V, la situazione socio economica dell’isola messa in ginocchio da carestie e pestilenze.
31- Arte e cultura nella Sardegna sotto la Corona spagnola
Un discreto fermento culturale attraversa la Sardegna sotto la Corona di Spagna nel XV e XVI secolo. Ne sono una testimonianza le opere letterarie e, nell’arte, lo sviluppo in particolare nei retabli del Maestro di Castelsardo o di Pietro Cavaro.
Al centro della conversazione con lo storico Antonello Mattone, dell’Università di Sassari, anche l’accesa rivalità tra Cagliari e Sassari, che si manifesta pure in campo religioso con il fenomeno dei “falsi santi”.
32- La Sardegna dalla Corona di Spagna agli Asburgo
Cagliari, 1668: l’inquietante omicidio del viceré, il marchese di Camarassa. Lo storico Antonello Mattone, dell’Università di Sassari, discute anche sul ruolo delle famiglie più influenti nel Parlamento sardo e su quello della Sardegna durante la guerra di Successione alla Corona di Spagna. Questa determinerà il bombardamento di Cagliari da parte della flotta inglese, che nel 1708 aprirà la strada all’occupazione e alla successiva assegnazione dell’isola, con il trattato di Utrecht (1713), all’Austria (sino al 1720).
33- Il Regno di Sardegna sabaudo
Con il passaggio della Sardegna dall’Austria ai Principi di Savoia, per il trattato di Londra del 1720, inizia l’età sabauda. Lo storico Antonello Mattone, dell’università di Sassari, discute delle prime riforme sabaude, in particolare di Lorenzo Bogino; della politica di popolamento dell’Isola, con la nascita di Carloforte; del fenomeno del banditismo, che graverà soprattutto sulla Sardegna settentrionale; e degli attacchi della flotta francese, con un ancor giovane Napoleone Bonaparte, su La Maddalena e su Cagliari e Quartu nel 1793.
34- “Sa Die de sa Sardigna” e la cacciata dei Piemontesi
Luciano Carta, storico dell’Università di Cagliari, discute sul peso del feudalesimo, sulle rivolte popolari contro l’insostenibile pressione fiscale, sull’appello degli Stamenti sardi al re, a Torino, per il riconoscimento di maggiori diritti per la Sardegna.
Una protesta che sfocerà nei moti antipiemontesi, con la cacciata dei funzionari sabaudi da Cagliari nel 1794.
Si discute quindi sulla figura di Giovanni Maria Angioy e sulle rivendicazioni patriottiche dell’inno di Francesco Ignazio Mannu, “Su patriota sardu a sos feudatarios”; per concludere con il trasferimento nel 1799 della corte sabauda a Cagliari da Torino, occupata dalle truppe di Napoleone.
35- I moti antifeudali e antipiemontesi e gli studi di La Marmora
Siamo al 1812, l’anno della grande carestia e della fame; e della congiura di Palabanda (Cagliari).
Con la consulenza dello storico Luciano Carta vengono discussi altri momenti cruciali dei moti antifeudali e antipiemontesi, insieme al dibattito politico che determinarono.
Viene anche tracciato un quadro della Sardegna dell’epoca attraverso le indagini effettuate da Alberto De La Marmora nel suo “Voyage in Sardaigne”, pubblicato a Parigi nel 1826.
Ampio spazio, inoltre, viene dedicato al fermento di studi e pubblicazioni sulla storia e le tradizioni della Sardegna, quasi a sancire il formarsi, allora, d’una coscienza identitaria nell’isola; fino agli eccessi delle cosiddette (false) “carte d’Arborea” e al commercio di falsi bronzetti nuragici.
Con i contributi di Luciano Marrocu, Susanna Paulis e Gianni Murgia.
36- 1800 in Sardegna
Con il Prof. Francesco Cesare Casula ci si sofferma inizialmente sulla situazione della Sardegna sotto Carlo Felice, dopo l’avvenuto rientro della corte sabauda a Torino.
Vengono ricordati il sistema di riforme dei codici civile e penale che portò al cosiddetto codice feliciano, emanato nel 1827; e, tra i primi interventi infrastrutturali, la realizzazione della strada da Cagliari a Sassari, intitolata al vicerè.
Si discutono poi le tappe che portarono nel 1847 alla “fusione perfetta” tra tutti gli Stati del Regno di Sardegna: la Sardegna si univa così agli Stati di terraferma, rinunciando alle proprie istituzioni storiche (invero da non pochi decenni sostanzialmente azzerate) ed entrando nel primo Parlamento del regno con una ventina di deputati eletti nell’isola (in virtù d’un sistema elettorale che iniziava a portare al voto il 2% della popolazione).
E infine, dopo le guerre d’indipendenza, nel 1861 la fine del regno di Sardegna, che trasmuta in regno d’Italia.
Con i contributi di Gianni Murgia e Giampaolo Salice.
APPROFONDIMENTI
Nella IV stagione (2019) “40° Parallelo” riprende temi, eventi e personaggi che meritavano un ulteriore approfondimento.
1a- Il primo uomo in Sardegna
1b- La nascita dei Giudicati
(26’,25”)
L’alba del primo uomo in Sardegna. C’è qualche indizio, ma nessuna prova documentale in grado di darci certezze. La discussione attorno a quando far risalire la prima comparsa dell’uomo sull’isola è insomma ancora aperta.
Quanto alla nascita dei Giudicati, verso l’anno Mille c’è un “buco nero” di quasi tre secoli che, in assenza di documenti, non ci consente di capirne l’esatta genesi.
2a- Megalitismo
2b- Castelli
(26’,26”)
Dolmen, menhir, bètili, muraglie, nuraghi; e ancora Tombe dei Giganti, pozzi sacri, templi. Le espressioni del megalitismo nell’isola sono innumerevoli e diffuse.
I castelli sardi: oggi restano antichi manieri, spesso ridotti a ruderi; altre fortezze sono sufficientemente conservate, così da darci elementi per capire le loro funzioni nell’isola divisa in quattro Giudicati.
3a- Navigazione dal Neolitico
3b- Crociate
(26’,37”)
L’ossidiana estratta nel Monte Arci e trovata poi nella penisola e in altre terre che si affacciano sul Mediterraneo ne ha dato la conferma più convincente: fin dall’età neolitica anche i Sardi navigavano. Utilizzavano certo imbarcazioni ancora rudimentali, ma dovevano avere già cognizioni sufficienti per affrontare il mare.
Spazio anche al rapporto tra Sardi e Crociate: è possibile che in Sardegna siano state fatte, inconsapevolmente, le prove generali delle Crociate? E vi hanno partecipato anche nobili sardi? La storia e i documenti sembrano rispondere affermativamente.
4a- Vita quotidiana nel Nuragico
4b- Ugolino della Gherardesca
(25’,42”)
Come dobbiamo immaginare la vita quotidiana dei nostri antenati nuragici. Quali erano le loro attività; di cosa si cibavano e come vestivano; in quale contesto sociale vivevano.
Omaggio a una figura di grande rilevanza nella storia della Sardegna giudicale, il pisano Ugolino della Gherardesca. Molti di noi lo hanno conosciuto solo attraverso Dante, che lo colloca all’Inferno nella sua “Divina Commedia”; o ne hanno magari sentito parlare anche per il castello di Siliqua. Ma durante le sue permanenze nell’isola i suoi atti sono stati molto importanti.
5a- Sulle rotte dei Nuragici
5b- I Templari
(26’,18”)
I Sardi in epoca nuragica erano anche navigatori (o meglio: lo erano ancora, dal Neolitico); e i traffici commerciali hanno allora portato prodotti e manufatti dall’isola fin verso le più lontane isole del Mediterraneo orientale.
Nella seconda parte si approfondisce il tema dei Templari, con la loro avventurosa storia e il loro tragico annientamento. Hanno avuto a che fare con la Sardegna? I pochi documenti disponibili sembrano dirci di sì.
6a- Santa Igia
6b- Mariano IV d’Arborea
(26’,07”)
Prima c’era Caralis, poi nell’XI secolo prese forma una nuova città, Santa Igia, assurta ai fasti di residenza principale nel Giudicato di Calari e poi distrutta dai Pisani. Storia e destino di quella che oggi, a Cagliari, è a tutti gli effetti una città sepolta e invisibile.
Uno dei personaggi della storia giudicale che non hanno avuto il dovuto risalto e riconoscimento: il destino sembra aver accompagnato Mariano IV d’Arborea, che nasceva esattamente 800 anni fa a Oristano.
7a- La vita nei villaggi medievali
7b- La battaglia di Sanluri
(26’,58”)
In età giudicale il centro della vita comunitaria era rappresentato dalle biddas, i villaggi di campagna. In quali condizioni si viveva e perché molti furono abbandonati e sono scomparsi? Sono alcuni degli interrogativi sollevati nella prima parte di questo settimo approfondimento.
La seconda parte tratta della più importante battaglia del periodo medievale in Sardegna, quella di Sanluri, del 30 giugno 1409; e, più in generale, di come venivano gestiti i conflitti e le guerre che caratterizzarono l’era dei Giudicati.
8- Shardana e i Popoli del Mare
(25’,30”)
Un unico tema monopolizza quest’ultimo approfondimento, un argomento attorno al quale si sono intrecciati, specie in questi ultimi anni, studi, ricerche e appassionate indagini, anche dal mondo non accademico: si tratta dei Popoli del Mare e, tra questi, degli Shardana, che studi accreditati e recenti portano a identificare con i Sardi dell’epoca nuragica.
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