Serra Orrios

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di Giorgio Valdès

Il complesso nuragico di Serra Orrios, in territorio di Dorgali  <<era praticamente sconosciuto fino alla prima metà degli anni Trenta. La scoperta del complesso nuragico deve porsi quindi tra il 1933, anno di collocamento in pensione del Taramelli, e il maggio del 1936, inizio degli scavi ad opera di Doro Levi, figura già di primo piano sia in ambito nazionale che all’estero per le sue ricerche in Etruria e nell’Egeo.

Fra le numerose iniziative promosse nella sua breve permanenza nell’Isola, gli scavi di Serra Orrios costituiscono certamente un episodio di grande rilievo; e a Serra Orrios Doro Levi dedicherà tre successive campagne di scavo, condotte sul campo da Francesco Soldati, “assistente agli scavi governativi”.

In quella prima campagna vennero individuate una cinquantina di capanne, il tempietto maggiore nel Recinto Bed una tomba di giganti, posta a circa un centinaio di metri ad Ovest del recinto A e già violata in antico.

I lavori ripresero nella primavera dell’anno successivo e, “a forza di buoi”, si giunse a delimitare –complessivamente- il profilo di oltre 70 capanne. Nella terza campagna, primavera del 1938, vennero esplorate 15 capanne, già conosciute, e si rinvennero lisciatoi in steatite, parte di una matrice di fusione, pochi bronzi e copiosa ceramica. Il 25 giugno 1938 furono fermati i lavori e tutto il materiale fu spedito a Cagliari.

Purtroppo in quello stesso anno, in applicazione delle leggi razziali, una nota rettorale sospendeva dall’insegnamento universitario lo studioso triestino che il 1° dicembre cessava anche dall’incarico della Soprintendenza, e lasciava l’Italia per trovare rifugio negli Sati Uniti.

Rientrato in Italia alla fine del 1945, nella primavera del 1947 Doro Levi ritornò a Dorgali.

Quel viaggio gli consentirà di recuperare il bronzetto di Calagonone –il c.d. “cuoiaio”-, ma non gli servirà a portare a compimento il progetto di completare lo studio delle architetture e dei materiali di Serra Orrios.

Successivamente il villaggio verrà ricordato dal Lilliu in una breve nota del 1947 ed illustrato, nel 1954, da Christian Zervos con numerose e suggestive immagini fotografiche.

Nel 1961 vengono effettuati lavori  di restauro da parte della Soprintendenza alle Antichità di Sassari, ma si dovrà attendere sino al 1980 –in occasione dell’apertura del Civico Museo Archeologico di Dorgali- per avere un momento di riflessione sui quadri culturali emersi e sulle relative problematiche, nel volume “Dorgali. Documenti archeologici.

A partire dal 1986 ripresero i lavori per la sistemazione dell’area archeologica che restituirono materiali che attestano la costruzione del tempietto A “nelle fasi finali del Bronzo Medio”, mentre sondaggi condotti nei vani 22 e 22b –ove non erano stati raggiunti i livelli di base- “rivelavano un deposito archeologico con una sequenza stratigrafica che va dal Bronzo Medio alla prima Età del Ferro”. Veniva individuato “un terzo tempietto di forma rettangolare con muro della parte superiore absidato e un vestibolo delimitato da lastre ortostatiche>>.

Brano a cura di Alberto Moravetti, tratto da “I Tesori dell’Archeologia” (Biblioteca della Nuova Sardegna -2011 – Delfino Editore)

La foto del complesso nuragico di Serra Orrios è di Maurizio Cossu