Su Casteddu de Fanaris

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Sopralluogo e gita del 1 febbraio 2014

Scala inusuale che d’istinto definireii militare. Pedate da 10 centimetri, quasi verticale e con ventaglio a 90 gradi dal quale si accede alla torre. Da qui almeno tre cunicoli portano all’esterno. La domanda sarebbe: qual’è il senso dei cunicoli e da chi dovevano eventualmente difendersi .

L’esterno La giornata è iniziata con la telefonata di Attilio Piras, un appassionato di archeologia di Decimoputzu che insieme ad altri amici tiene da anni un blog sul tema http://www.dexipuzzus.it/. Attilio e i suoi amici dovranno adottare questo e altri nuraghi per NURNET (ci contiamo) Lui ci ha accompagnato sul posto e raccontato vicende attuali e passate. Di come Su Casteddu sia sempre stato oggetto dell’attività furtiva dei tombaroli e di come sia noto che alcuni personaggi del paese vi si dedicano. Infatti le tracce di questa attività sono ancora evidenti. Cumuli di ceramiche nuragiche sono ammucchiate ai margini delle torri ove questi signori hanno scavato. Questi due ragazzi della foto sono Federica Cruccu e Daniel Floris, amici di Nurnet che hanno voluto trascorrere con noi queste due ore di gita … sotto la pioggia. Hanno promesso l’invio di foto e reportage della loro zona e in particolare di una fortezza analoga o forse più grande in Guspini, sulla strada per Sant’Antonio di Santadì. La pioggia ci ha accompagnato dall’inizio alla fine e al termine eravamo fradici sino al bacino. Per ragioni di spazio iniziamo con la pubblicazione delle foto dell’esterno.  Vedrete le poderose mura del Castello nuragico, le ceramiche distrutte e abbandonate dai tombaroli, le tracce di attività di taglio del granito, una mensola e il paesaggio circostante, con una piana che per l’occasione si presentava piuttosto allagata.

Val la pena spiegare un po’ dell’area circostante, prima di entrare dentro ciò che è accessibile all’interno del complesso nuraghe di Fanaris. Nella prima immagine potrete leggere la relazione che Antonio Taramelli nel 1915 stilava a seguito del ritrovamento di un ripostiglio ricchissimo di oggetti e spade nuragiche presso il Monte Idda. Questo monte è posto poco più a sud de Su Casteddu de Fanaris, dal che senza particolari voli pindarici possiamo presupporre che i due vicini castelli nuragici fossero abitati da popolazioni bellicose o, comunque e all’uopo, capaci di difendersi e organizzate per la pugna.  Nella seconda immagine vi è la vista da Monte Idda versu Su Casteddu, il colle posto in destra dei due all’orizzonte. Di seguito le immagine delle spade conservate presso il Museo Archeologico di Cagliari

 

Ricostruzione e stato attuale La prima immagine riporta il disegno, in falsa e fuorviante prospettiva, allegato alla tesi di Laurea del benemerito archeologo Franco Sedda, già scopritore di Matzanni, del 1972, (https://www.facebook.com/pages/I-tre-templi-a-pozzo-di-Matzanni/496624687085907?fref=ts) Un profano come me intuisce una configurazione da fortezza, simile ai castelli medioevali. Questa considerazione naturalmente è mia e non ha alcun valore scientifico. Dal basso quindi si doveva accedere attraverso un portale, a oggi non individuato, verso il mastio e i bastioni principali. Mentre la muraglia esterna è realizzata con tecniche tipicamente megalitiche e ricorda le più note muraglie variamente sparse in Sardegna, le murature delle torri interne sono realizzati con clasti relativamente piccoli. Ciò potrebbe essere dovuto alla difficoltà di trasporto in quota di materiale più voluminoso. La parte ovest della muraglia esterna deve essere precipitata o spinta nel dirupo sottostante profondo circa 70 mt. Altra curiosità a cui è difficile dare risposta e il totale interramento delle torri, in un ambiente naturale totalmente roccioso, all’apice di un colle dove la terra di riempimento, quindi, può essere stata trasportata solo da chi avesse voluto riempire e rendere inutilizzabile l’edificio. A questo proposito si noti che gli scavi abusivi dei fetenti tombaroli dimostrano che il materiale con cui sono riempite le tolos è tutto di riporto, ricco di ceramiche del periodo nuragico (cfr foto) e ciotolame minuto. Infine segnalo la particolarità del pozzo (non potrei chiamarlo altrimenti) esistente di fianco a una delle torri esterne. La particolarità sta nel fatto che esso è cilindrico e non a tolos chiusa, rammenta quindi i pozzi o le cisterne esistenti in altre fortezze nuragiche poste in quote. Tuttavia anche questa destinazione non ha senso in quanto esiste un collegamento a cunicolo con l’ampia tolos contigua. (https://www.facebook.com/pages/Nuraghe-Cabu-Abbas-o-Riu-Mulinu-_-Olbia/1375416639367579?fref=ts) Quindi? Questo luogo racchiude tanti misteri che solo un serio scavo archeologico potrà svelare. fine a.g.