Su Nuraxi ‘e Cresia a Barumini

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di Giorgio Valdès Del polo museale di Palazzo Zapata, a Barumini, parla Roberto Sirigu in un articolo apparso nell’edizione n. 3/2007 dei Quaderni di Darwin. “Nel 1990” scrive l’archeologo, ”nel corso dei lavori finalizzati proprio a realizzare il progetto di musealizzazione, sotto la struttura del palazzo vengono alla luce i muri di un imponente nuraghe complesso. Risulta subito evidente che le murature portanti del palazzo seicentesco utilizzarono le strutture nuragiche come fondamenta. La sua struttura, per la vicinanza con la chiesa parrocchiale della Beata Vergine Immacolata è stata battezzata Nuraxi ‘e Cresia dall’archeologo Giovanni Lilliu, una delle figure più illustri del panorama scientifico e culturale isolano, già scopritore del famosissimo nuraghe di Su Nuraxi ubicato anch’esso nel territorio di Barumini. Dal punto di vista tipologico, il nuraghe è classificabile tra i trilobati: è cioè un nuraghe dotato di tre torri di perimetro, raccordate da cortine rettilinee a formare il bastione. All’interno del bastione si trova il mastio, ovvero la torre centrale che fa perno architettonico dell’intero complesso. Gli scavi, intrapresi a partire appunto dal 1990, anno della scoperta, sono ancora in corso. Al momento dunque le tappe dell’articolazione cronologica del monumento appaiono soltanto ipotizzabili: a un primo momento originario dovrebbe risalire l’impianto del mastio, a cui deve essere succeduta una seconda fase in cui sarebbero state aggiunte due torri e le cortine di raccordo, seguita poi da una terza fase in cui sarebbe stata realizzata la terza torre di perimetro, a ovest. Appaiono ancora visibili tratti dell’antemurale e di un’area di villaggio. Allo stato attuale della ricerca non è possibile andare oltre sul piano delle ipotesi. Sembra comunque indicativamente possibile, dal punto di vista cronologico, collocare le fasi di vita più intensa per le strutture di Nuraxi ‘e Cresia tra il 1200 e il 1000 a.C. L’area occupata da Palazzo Zapata e dal sottostante Nuraxi ‘e Cresia, intorno alla quale hanno gravitato nel corso dei secoli varie energie insediative, dimostra dunque di aver svolto una significativa quanto indiscutibile funzione catalizzatrice delle presenze umane e di poter continuare a svolgere a pieno titolo tale funzione assumendo la nuova valenza di museo, cioè di luogo della memoria, oggi pienamente fruibile dal visitatore grazie al restauro di Palazzo Zapata realizzato con sensibilità e discrezione dall’architetto Pietro Reali…”. “Su Nuraxi ‘e Cresia” è indubbiamente un monumento importante e di grande fascino, anche grazie alla sua collocazione architettonica sotto i percorsi trasparenti realizzati con gusto e maestria dall’architetto Pietro Reali; ma è altrettanto vero che la sua dislocazione a poche centinaia di metri dal più noto “Su Nuraxi”, dichiarato nel 1997 dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’umanità, stimola alcuni interrogativi già accennati in un altro post http://www.nurnet.it/it/1186/Sardegna,_Isola_Sacra_o_Fort_Alamo.html : E’ ragionevole ipotizzare la coesistenza di due nuraghi-fortezza a così breve distanza l’uno dall’altro? E’ pensabile la presenza di due diversi clan in perenne conflitto tra loro e insediati l’uno di fronte all’altro? O ancora, se le due presunte fortezze fossero appartenute alla stessa tribù che senso logico avrebbe avuto un presidio territoriale affidato a due strutture talmente vicine? Secondo alcuni la fabbrica di Su Nuraxi sarebbe avvenuta dopo a quella di Su Nuraxi ’e Cresia, a causa di un supposto cedimento strutturale di quest’ultimo seguito dal suo inevitabile abbandono. Tuttavia anche questa tesi non sembra molto convincente, perché la torre maggiore di Su Nuraxi pare sia stata eretta tra il 1500 e il 1300 a.C., mentre secondo quanto affermato da Roberto Sirigu, il Nuraxi ’e Cresia avrebbe svolto le sue fasi di vita più intense tra il 1200 e il 1000 a.C. Se quindi le due strutture hanno convissuto per centinaia d’anni, l’ipotesi di un loro utilizzo cultuale è razionalmente più sostenibile rispetto a un impiego militare e in tal senso, almeno per quanto mi riguarda, condivido le considerazioni espresse da Augusto Mulas nel suo libro “L’Isola Sacra” e, precedentemente, da Giorgio Baglivi nella sua pubblicazione “Il Sacro nell’Epoca Nuragica”. La foto dell’interno del Palazzo Zapata, sovrastante il Nuraxi ‘e Cresia, è di Andrea Noce ed è tratta da “Progetto Museo Studi Reali”.