di Nicola Manca Come una sorta di muro del pianto, Nurnet spesso (ahimé) si trova alle prese con segnalazioni di scempi che deturpano il nostro patrimonio archeologico. L’ultima di queste era relativa al palo di media tensione che, stanco di avere il classico basamento in cemento, ha voluto differenziarsi rispetto agli altri. Il narciso legno, manifestando il suo desiderio, ha trovato la complicità dei tecnici preposti al compito di erigerlo. Tuttavia questa sua voglia di apparire non ha avuto le reazioni sperate (da lui) da parte dei cittadini. Una volta arrivata la segnalazione, Nurnet si è mossa come ogni volta segnalando l’accaduto agli organi di stampa, sfruttando la sua rete per diffondere la notizia nella speranza, mai vana e mai abbandonata, che vi si ponga rimedio in modo tempestivo e che in futuro non si ripetano fatti del genere. Ma questo è solo l’ultimo episodio in cui la Fondazione si è esposta suscitando un clamore mediatico sempre crescente. Il nostro impegno per la salvaguardia del patrimonio non cesserà mai, né la nostra guardia sia abbasserà. Ma la riflessione, che va oltre i fatti sopra esposti, è che la quantità di segnalazioni e di aspettative degli utenti sono in continuo aumento: ci viene perfino chiesto di presentare denunce e segnalazioni alle autorità competenti e alla sovrintendenza. Siamo lusingati del ruolo che ci viene chiesto di svolgere, perché forse nell’immaginario delle persone, Nurnet sta lavorando bene e con passione, senza risparmiarsi. Ma come detto dal Presidente Gregorini non sono compiti che spettano a noi. Non vogliamo e non possiamo sovrapporci a chi, per legge, dovrebbe svolgere certi compiti. Il nostro obiettivo è quello che nelle coscienze dei Sardi e dei cittadini tutti, nascano sentimenti di protezione nei confronti del territorio e delle sue articolazioni affinché non ci sia più nulla da segnalare, che vi sia un’inversione culturale e maggiore sensibilità. Ma da un certo punto di vista è un onore ricevere così tanti messaggi. Forse prima le persone covavano il loro sdegno senza potersi sfogare, senza poter condividere un dolore per queste vessazioni, senza poter urlare al mondo la loro rabbia. Ma Nurnet esiste anche per questo, perché tenere la rabbia dentro è terribile mentre sfogarsi è un altro modo per gridare di essere vivi. “Ero arrabbiato con il mio amico, gli dissi della mia rabbia, la rabbia sparì. Ero arrabbiato con il mio nemico Non gli dissi della mia rabbia, la mia rabbia aumentò” [William Blake]