Una laguna al centro della storia

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di Giorgio Valdès

Si è letto del prossimo avvio dei lavori di valorizzazione del compendio di Santa Gilla ed è questa una notizia che non può che farci piacere, considerata non solo la rilevanza ambientale dell’intera area, ma soprattutto l’importanza storica di una laguna che cela sotto il fango del fondale le testimonianze dei primi insediamenti umani dell’area cagliaritana, insieme alle tante leggende e misteri che ruotano, inesorabilmente, intorno a quello che sin dai tempi più antichi fu sicuramente un punto d’attracco privilegiato dei traffici mediterranei. Non è al proposito superfluo osservare come le antiche mappe conferiscano costantemente allo stagno di Santa Gilla e all’isolotto de Sa Illetta, che ne rappresentava il baricentro, un’evidenza superiore a quella attribuita alla stessa città di Cagliari.

Da un quaderno del 1988 edito dalla Regione Sarda e a cura della Sovrintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano, è stato tratto quest’articolo di Emerenziana Usai titolato “la laguna di S.Gilla in età preistorica e protostorica”:

“La laguna di S.Gilla dovette essere abitata fin dal neolitico antico da popolazioni preistoriche dedite principalmente alla pesca: Lo testimoniano i resti di cultura materiale che fanno presuporre anche l’esistenza di abitati capannicoli. L’uomo preistorico dovette trovare un comodo approdo vicino alle coste, presso lo stagno; sono noti, del resto, presso stagni insediamenti capannicoli fra i quali si ricordano, ad esempio, quelli di Conca Illonis e Cuccuru is Arrius nell’Oristanese. I materiali archeologici prenuragici provengono prevalentemente da ricerche occasionali; in questo settore i dati dell’archeologia subacquea sono ancora pochi. Manufatti in selce e ossidiana, i cosiddetti microliti geometrici, ‘tutti pezzi corti simmetrici a ritocchi bilaterali erti e diretti, lame, raschiatoi’, come ci fa conoscere Enrico Atzeni che li ha raccolti nei pressi di Sa Illetta dopo lavori di dragaggio dei fondali dello stagno, sono appunto testimonianze di stanziamenti ascrivibili al neolitico antico che ci fanno ipotizzare un tessuto economico dove lo scambio doveva avere la sua importanza. Prospezioni subacquee effettuate da Nicola Porcu per una ricerca su S.Gilla finanziata dall’Assessorato Regionale della Difesa dell’Ambiente e di cui è in stampa lo studio da parte di Giuseppe Nieddu e Raimondo Zucca documentano per l’età prenuragica solo un frammento di ossidiana da considerare come residuo di lavorazione; anch’esso proveniente dalla località Sa Illetta. Al neolitico medio si riportano altri elementi di ossidiana lavorati, come ha notato Enrico Atzeni, ‘a tranciante traverso’ e a ‘ritoccho obliqui coprenti’. Nel neolitico recente lo stagno di S.Gilla ha visto insediarsi le genti della cultura di Ozieri. Sulla riva sud occidentale dello stagno presso i ruderi del nuraghe ‘Cuccuru Ibba’ in località Terr’e Olia e Su Cocceri è stato riconosciuto un vasto insediamento. Per quanto riguarda il periodo nuragico la ricerca archeologica ha finora individuato intorno alla laguna di S.Gilla insediamenti riferibili alle fasi II-III-IV-Lilliu, risalenti al Bronzo medio, tardo, finale e alla I età del ferro (XVI-VIII sec. a.C.). Sulle sponde sud occidentali della laguna si trovano, infatti, i ruderi del nuraghe, forse monotorre, di Cuccuru Ibba; studiando il materiale rinvenuto Vincenzo Santoni ha ricostruito il quadro socioeconomico di una comunità lagunare del Bronzo medio-tardo e finale. La ricerca subacquea nello stagno condotta sempre da Nicola Porcu ha restituito una macina nuragica in basalto del tipo manuale a sezione triangolare, che, secondo Raimondo Zucca, potrebbe essere arredo di un’imbarcazione nuragica atta alla navigazione in alto mare; in navi di lunga percorrenza, infatti, si può postulare l’uso dello strumentario per la molizione al pari del relitto punico di Sec nelle Baleari, che recava ugualmente macine per la cucina di bordo. La prima età del ferro, infine è finora documentata da un unico centro nell’Isola di S.Simone, dove le ricerche di Giovanni Ugas hanno evidenziato materiale ceramico nuragico, a decorazione geometrica, ascrivibile all’VIII se. a.C.”.

 

Nell’immagine: la laguna di Santa Gilla rappresentata in un’antica mappa e i lavori di recupero operati dalla O.T. Sub del socio Nurnet Nicola Porcu.

 

http://www.nurnet.it/it/986/Santa_Gilla_tra_storia_e_leggenda.html