Altro che Halloween!

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di Giorgio Valdès

Un’antica tradizione sarda che si ripete la notte del 31 ottobre:

“Nelle varie zone dell’isola sono nate diverse usanze che hanno anche preso diversi nomi. Da Is Panixeddas (dolce tipico dei morti) a Su ‘ene ‘e sas ànimas, Su Mortu Mortu, Peti cocone e Su Prugadòriu (Purgatorio), ma quella che più mi ha colpito da bambino è Is Animeddas, diffusa nel sud Sardegna. Questa storia me la raccontò forse mia nonna, forse una zia o comunque una persona anziana. Una storia di cui non ho mai avuto piena conferma, ma che mi ha sempre affascinato. Tutto si svolgeva nella notte in cui i due mondi (dei vivi e dei morti) si allineavano, confondendosi tra loro e lasciando che dal Purgatorio le anime dei morti giungessero sulla terra…Nella notte del 31 ottobre veniva imbandita la tavola per le anime che quella notte avrebbero vagato sulla terra. La tavola veniva lasciata senza posate, che potevano diventare un’arma in mano alle anime più esagitate. Il cibo serviva proprio per le anime che, nel loro vagare, cercavano nei luoghi che gli furono cari in vita qualcosa per placare la loro fame. La tavola restava imbandita fino all’alba, quando le anime lasciavano la terra e tornavano nel loro purgatorio. Ciò che non era stato consumato dalle anime veniva distribuito tra i poveri del paese. Erano i bambini a bussare nelle case, perché erano considerati anime pure, scevre di qualsiasi colpa o astio esistente tra le famiglie. Loro erano Is Animeddas.” (da Enedina.it)

Queste affascinanti usanze, che come detto in Sardegna assumono diverse altre denominazioni connesse ai vari territori in cui si svolgono, trova un riscontro ben più remoto in moltissime domus de janas. In svariate di queste sepolture risalenti al periodo neolitico è infatti presente, inciso sulla pietra della parete, il simbolo della “falsa porta” -condiviso con la tradizione religiosa egizia (in allegato la stele falsa porta del faraone Iteti/Djer che regnò in Egitto dal 3100 al 3055 a.C., quindi in un periodo probabilmente coevo all’edificazione di numerose domus de janas)-: la “stargate” attraverso la quale si pensava che l’anima del defunto potesse transitare nel mondo dei vivi per raccogliere le offerte depositate in apposite coppelle a loro volta incise sul pavimento.

La presenza della “falsa porta”, ci aveva a suo tempo fatto ipotizzare una differente interpretazione del vocabolo janas che riportiamo nel seguente link https://www.nurnet.net/blog/jana/

In allegato: le domus de janas de S’Incantu a Putifigari (ph. Bibi Pinna e Nicola Castangia), di Pedru e Mele a Villanova Monteleone e Santu Pedru ad Alghero (ph. Sergio Melis).