Ancora sui Filistei-2

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di Giorgio Valdès

In un recente post pubblicato su questa pagina fb, si era accennato alle ricerche pubblicate su Science Avance e riprese da Ethnopedia (cfr. link a margine), dove si parlava della presunta origine europea dei filistei, con una notevole percentuale di loro probabile provenienza dalla nostra regione. Argomento particolarmente intrigante, che è stato trattato da noi di Nurnet in diversi precedenti articoli.

Riteniamo pertanto opportuno approfondirlo, auspicando che possa rappresentare spunto per una serena ed attenta riflessione:

<< Sulla possibilità, più che concreta, che il paese di Keftiou, la Kaftor biblica patria dei Pheleset/Filistei e generalmente assimilata a Creta, non s’identificasse con quest’isola egea, bensì con una terra situata nell’estremo occidente marino, tra le isole del “Grande Verde”, Berni e Chiappelli, nel libro “Haou-Nebout, i Popoli del Mare”, riportano interessanti riferimenti tratti dagli scritti dell’egittologo francese Jean Vercoutter (1911-2000), tra i quali un brano della “Stele Poetica” di Tothmose III in cui è scritto “ho fatto sì che tu calpestassi i paesi dell’Ovest, Keftiou e Isy….”, e un altro ripreso da un testo che accompagna le raffigurazioni presenti sulla tomba del nobile Amenemheb (XVII dinastia – 1550/1291 a.C.), dove sono citati “i re del paese Keftiou e Menous”. Brani che fanno supporre un’ubicazione occidentale di Keftiou e che Minous (questo era probabilmente l’antica denominazione dell’attuale Creta, governata da Minosse e spot delle vicende del Minotauro) fosse invece una sua colonia, sita nel Mediterraneo orientale.

Ipotesi che a sua volta giustificherebbe la provenienza occidentale dei minoici, attestata da studi genetici relativamente recenti; ma potrebbe fornire riscontro anche alle perplessità sulla terra d’origine dei Pheleset/Filistei.

Sempre Vercoutter annota nei suoi scritti che “Keftiou dovrà dunque essere considerata come una regione naturale, o una civilizzazione, tanto importante e caratterizzata come quella dei Mitanni e della Mesopotamia, e, se la nostra analisi dei documenti è corretta, questa civilizzazione o questa regione, dovrà essere situata nel lontano Ovest” (Berni e Longhena: “Una Nuova Preistoria Umana”).

Per altro verso, e come riportato in precedenti post, l’orientalista e semitista italiano Giovanni Garbini, nell’identificare Keftiou/Kaftor con Creta, indicava quest’ultima isola come patria dei Filistei, per quanto a Creta non si siano mai trovate tracce della loro presenza.

Tuttavia i Filistei, come detto, erano presumibilmente domiciliati in una terra occidentale, la cui prossimità (o identità?) alla Sardegna spiegherebbe la solida e duratura alleanza con gli Shardana. Non può d’altronde escludersi che Shardana e Filistei fossero entrambi stanziati nella nostra isola, dove sono state rinvenute tracce filistee a Santa Maria di Nabui (Golfo di Oristano: cfr secondo link), Macomer (l’antica Macompsisa), Serra Orrios (Dorgali) e a S’Arcu ‘e is Forros (Villagrande Strisaili).

D’altronde lo stesso Garbini, in un trafiletto annesso ad un articolo pubblicato nell’edizione sett/ott 2012 di “Archeologia Viva” in merito ai ritrovamenti a S’Arcu ‘e is Forros, sosteneva che i Filistei provenienti da Kaftor fossero già presenti in Sardegna già a decorrere dal XIII secolo a.C. e vivessero nei nuraghi insieme alle popolazioni locali.

Inoltre, in altri brani sempre estratti dagli scritti di Vercoutter, si afferma che Keftiou era “un paese ricco di materie preziose, perché possedeva delle miniere, che servì da intermediario tra le regioni minerarie e l’Egitto, e ancora che ebbe numerosi e abili artigiani metallurgici”, osservando tra l’altro che il commercio di Keftiou riguardava “sia i prodotti finiti che la materia prima”.

A questo proposito è quasi scontato osservare che la Sardegna è stata storicamente la “terra dei metalli”, primaria produttrice d’argento, di rame, di piombo e di altri metalli e che sardi e Filistei erano notoriamente abili artigiani metallurgici.

Sempre Vercoutter scrive inoltre che “i prodotti di fattura Keftiou si ritrovano in Siria del nord così come anche a Mari. Per di più la presenza di oro e soprattutto di argento in lingotti incita a considerare il paese Keftiou come intermediario fra uno o più paesi produttori di questi metalli e l’Egitto”.

Vercoutter riporta, tra i vari prodotti minerari anche i lapislazzuli, ma la loro presenza può giustificarsi con il ruolo di mediazione assegnato a Keftiou dallo stesso egittologo francese, il quale asserisce infine che ”l’Egitto faceva venire o andava a prendere una determinata pietra dal paese Keftiou”, che egli identifica con l’ambra, proveniente proprio da Keftiou dov’era chiamata “memno”.

Però, a proposito di questa pietra, un altro grande egittologo, l’inglese sir Alain Gardiner (1879-1963), così scrive: “può darsi che la cosiddetta ambra non fosse una resina lavorata, ma il bel minerale di un nero brillante detto ossidiana” (“La Civiltà Egizia”).

In merito a quest’ultima asserzione, vorrei osservare che la pietra di cui parla Vercoutter e che Gardiner presume fosse ossidiana, poteva ragionevolmente essere estratta dalle cave del Monte Arci, considerata la sua provenienza dalla Keftiou occidentale, e commercializzata via mare partendo dalle coste del Golfo di Oristano prospicienti lo stesso monte Arci.

In definitiva, gli elementi su cui riflettere sicuramente non mancano >>.  g.v.

https://m.facebook.com/ethnopedia/photos/a.885543554841033/2377529738975733/?type=3&source=48&__tn__=-UK-R&__cft__[0]=AZVNzHrItg7F5jJc2xkx55ajXOn2nr6CjbUGs0NiAQuRlO6wZUjyzuMMKncg-MPNgFkTALdhUWjYezhvydOjV0X7GrzmwhUROOV5xhF3rUzBCqKO36G9FFmHII-mU-By6j8VuT2pQwixz53Fwl1b7Is3JYe3C86ix_gpNduzSRbwdgOTsAcAe8ZbHs01-A7evPlqwrcdNmimGpt3q0YU5w5w

 

http://www.antiquariumarborense.it/it/Community/Notizie/ArchivioNotizie/2020/20200424_repertodellasettimanaframmentournaantropoide.html

 

Nelle immagini: particolare di un affresco rinvenuto in una tomba di Poseidonia (Paestum), con un guerriero dotato di elmo cornuto (presumibilmente di origine Shardana) e un commilitone con elmo piumato (presumibilmente di origine Pheleset/Filisteo); Il sito nuragico di S’Arcu ‘e is Forros (foto di Andrea Mura-Nuragando Sardegna, Maurizio Cossu e Alberto Valdès); il villaggio nuragico di Serra Orrios (foto di Andrea Mura-Nuragando Sardegna, Maurizio Cossu, Marco Cocco e Francesca Cossu); bronzetto con elmo piumato rinvenuto a Decimoputzu e conservato nel museo archeologico di Cagliari.