Gli sbarchi dei sardi nuragici in Etruria secondo Massimo Pittau

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di Giorgio Valdès

Il rapporto tra sardi nuragici ed Etruschi, trova conferma nel ritrovamento in Etruria (odierna Toscana e Lazio settentrionale) di numerosi bronzetti di chiara matrice isolana. Gran parte di questi manufatti, si registra “nell’Etruria settentrionale, a Populonia e Vetulonia”, come si legge nel blog del Museo archeologico nazionale di Firenze, da cui sono tratte le immagini di alcuni di tali bronzetti.

A proposito di tale rapporto, Massimo Pittau così scriveva in un capitolo del suo libro “Storia dei sardi Nuragici”, edito nell’anno 2007:

“E’ possibile individuare l’epoca in cui i Nuragici fecero i loro primi sbarchi in forze nelle coste laziali della penisola italiana? A noi sembra di sì ed in maniera abbastanza sicura.

Innanzi tutto conosciamo un quasi certo ‘terminus ante quem’ di quegli sbarchi nelle date degli stanziamenti dei Greci nell’isola di Ischia (Pithekousai) verso il 770 a.C. ed a ‘Cuma’ verso il 750: il fatto che i Greci, in quella che anche per essi costituiva una corsa verso i giacimenti minerari del Lazio settentrionale e della Toscana, non siano riusciti ad andare più a settentrione di Ischia e di Cuma, è una prova certa e chiara che quelle zone minerarie risultavano già saldamente occupate dai Sardiani Tirreni, sia da quelli provenienti dalla Sardegna, sia da quelli provenienti dalla Lidia ( secondo il professor Pittau, i Sardi-Nuragici e gli Etruschi erano due popoli strettamente imparentati, discendenti di popolazioni provenienti dalla Lidia, in Asia Minore, parte della moderna Turchia. Tesi conseguente al fatto che, sempre secondo Pittau, le due lingue deriverebbero dalla stessa lingua madre: il lidio; e analogamente alla lingua, i due popoli condividerebbero la medesima origine – nota dello scrivente).

Come ‘terminus post quem’ per quegli sbarchi si può considerare l’anno 949 a.C., che –secondo la maggioranza degli storici moderni- sarebbe quello che gli Etruschi consideravano come data di inizio della loro ‘era etrusca’, cioè della storia della loro nazione. A questa data gli storici moderni sono arrivati avendo fatto il calcolo dei ‘secoli’ che gli stessi Etruschi indicavano come vissuti dalla loro nazione. A questo proposito noi aggiungiamo che pure la usanza civica e religiosa degli Etruschi, di indicare il passaggio di ogni anno con l’affissione di un chiodo nel tempio della dea Northia (Livio “Vita quotidiana degli Etruschi”), induce ad intendere che gli Etruschi avevano ancora la piena memoria storica della data del loro arrivo in Italia, data che costituiva l’inizio di quella usanza e che ovviamente essi tenevano a ricordare.

Ciò premesso diciamo che esistono indizi di carattere archeologico, i quali indicano la presenza Nuragici sulle coste della Toscana proprio nella metà del secolo X a.C.: …alcuni bronzi sardi trovati nell’isola d’Elba e a Populonia riportano appunto ai secoli X-IX a.C. E’ dunque molto probabile che i sardi abbiano effettuato i loro primi sbarchi in forze nell’isola d’Elba e sulle coste toscane verso la metà del X secolo a.C., cioè proprio attorno all’anno 949, data ufficiale di inizio dell’’era etrusca’.

Ovviamente gli sbarchi saranno continuati almeno per alcuni decenni, con la modalità delle ‘ondate successive’ di ‘piccoli nuclei’ (J. Heurgon “Il Mediterraneo occidentale”), indirizzate anche verso le coste meridionali della Toscana e verso quelle settentrionali del Lazio, cioè verso Vetulonia, Vulci (cfr. immagine dei bronzetti rinvenuti nella necropoli di Cavalupo, antica Vulci – nota dello scrivente), Tarquinia, Cere e Veio. Che sono proprio le più antiche città degli Etruschi ed inoltre quelle nelle quali soprattutto sono stati rinvenuti i reperti archeologici di fattura sardo-nuragica.