BENETUTTI: NURAGHE S’ASPRU

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“Persino fare foto non è stato facile. Il suolo è, in più punti, pieno di buche riempite di terriccio di riporto; questo rende pericoloso, instabile e poco sicuro l’incedere. Per la fragilità della sua struttura siamo andati molto cauti, ma ci siamo avventurati lo stesso al suo interno, per cercare di dare una testimonianza più completa della sua grandiosità.”

 

 

Testo: Piera Farina-Sechi
Foto: Bruno Sini / Piera Farina

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Il nuraghe S’Aspru è, o, per meglio dire, “era” uno dei Nuraghi più grandi di tutto il Goceano. Posto su di una piccola altura, in una posizione strategica, dominava tutto il territorio circostante. Ora è in uno stato di completo abbandono, si sta letteralmente sbriciolando. La poca attenzione profusa dalle istituzioni e gli assalti vandalici da parte dei soliti “scavatori clandestini” in cerca di tesori inesistenti lo hanno portato ad uno stato di completo degrado. Persino fare foto non è stato facile. Il suolo è, in più punti, pieno di buche riempite di terriccio di riporto; questo rende pericoloso, instabile e poco sicuro l’incedere.

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Per la fragilità della sua struttura siamo andati molto cauti, ma ci siamo avventurati lo stesso al suo interno, per cercare di dare una testimonianza più completa della sua grandiosità. Sorge, sicuramente, su di una area sacra prenuragica; i massi esistenti sparsi oltre il complesso nuragico fanno pensare ad una zona di culto frequentata già prima dei nuragici. Il Nuraghe doveva essere mastodontico, ancora riesce a dare un’immagine di come poteva essere un tempo: un colosso. Consta di una torre centrale, chiusa da un bastione circolare, il quale si trova a sua volta racchiuso da un cortile rettangolare. In seguito, furono aggiunte altre tre torri ora inaccessibili.

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Mi chiedo, ma perchè non si riesce a salvare questo monumento? Perchè permettiamo che si sgretoli sotto i nostri occhi? Perdendo le tracce della grandezza dei nostri avi, sarebbe come se cancellassimo il nostro glorioso passato e con esso la nostra stessa identità … che cosa lasceremo alle nostre generazioni future? Il nulla? E che penseranno di noi? Che siamo stati delle nullità, non solo incapaci di produrre grandi opere artistiche ma, addirittura, assolutamente inabili a preservare ciò che i nostri avi fecero migliaia di anni orsono!

 

 

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