di Antonello Gregorini
Ecco “Rovistando nella libreria di famiglia ho trovato il mio libro di storia delle elementari. Siamo tutti Liguri!!!…”
Così mi scrive Tonino, da Meana Sardo. E l’immagine parla chiaro, senza lasciare adito a interpretazioni strumentali.
Potremmo pensare di essere vittime della cosiddetta psicosi FANTARCHEOSARDISTA, per la quale di recente è stata chiesta censura istituzionale e mediatica da parte di due stimati archeologi della Soprintendenza sarda, se non fossero gli stessi che hanno promosso la mostra dell’Isola delle diecimila torri (numero forse eccessivo ma suggestivo).
Potremmo pensare di essere accecati dal furore nazionalista se Francesco Cucca, scienziato dell’Università di Sassari, non avesse scritto, per poi pubblicare un articolo su Science “ in Sardegna esiste una notevole variabilità genetica interindividuale ma non esiste una significativa eterogeneità genetica nella distribuzione di tale variabilità quando si confrontano le principali macro-regioni dell’isola. Il fatto che macro-regioni come la Barbagia non si differenzino significamente rispetto a regioni costiere come l’area di Cagliari o di Oristano, indica che l’apporto genetico delle varie popolazioni che hanno occupato la Sardegna, Fenici, Punici, Romani, Bizantini etc, è stato sostanzialmente marginale. ”
Una prova “scientifica”, realmente provata, che ci dice che i Sardi sono Sardi e che su quest’Isola, isolata, furono insignificanti gli influssi genetici esterni.
Sul piano genetico è stato di più ciò che abbiamo dato di ciò che abbiamo preso. Sarebbe utile che i promotori del referendum per il riconoscimento del principio di insularità nella Costituzione Italiana mostrassero questi dati per provare lo storico isolamento della Sardegna. Ma questo è un altro discorso.
Dunque per almeno due generazioni abbiamo studiato che i Sardi sostanzialmente non esistevano, furono in realtà Liguri, poi Fenici, poi Cartaginesi e … a seguire, sempre altro, ma mai loro medesimi.
Oltre a ciò non ci è mai stata insegnata neanche la Storia dei periodi successivi e la Lingua dei nostri padri è stata sostanzialmente vietata e uccisa, trattata come la Lingua de is gaggiusu, de sa genti de bidda, BURRUMBALLA.
Possiamo ipotizzare che gli attuali libri di storia dicano il contrario?
Si, forse qualcosina è migliorata, tuttavia la Civiltà Sarda non esiste nel novero delle Civiltà caratterizzanti il Mediterraneo antico, così come mostra l’immagine qui sopra, estratta da un libro dei nostri giorni.
E nel paragrafo sui Popoli del Mare, fra i quali vengono inseriti addirittura gli Etruschi e dove gli Shardana non vengono menzionati. Semplicemente non esistono o se si… non erano Sardi.
Ma chi li scrive questi libri, Paperino?
Se quindi la Storia ufficiale, e insegnata, è stata ed è questa, potremmo mai sperare di crescere una generazione di figli con una propria cultura nazionale, orgogliosi della propria appartenenza e della Storia della Sardegna.
Quante generazioni dovranno passare perché tutto ciò che ormai conosciamo e stiamo apprendendo possa diventare patrimonio comune, non vietato per le necessità dell’unità nazionale italiana?
Abbiamo diritto alla nostra Storia, e alla Lingua dei nostri padri, oppure possiamo serenamente rinunciarci perché si tratta di una partita persa?
Libro di testo delle medie dei nostri giorni
Una certezza in questo senso ce la offre un testo di quinta elementare che dice: I Sardi si estinsero nel 200 a.C.
Presumibilmente massacrati dai Romani…