I Predoni dei Mari

di Giorgio Valdès

Oscar Martinez Garcia è uno scrittore e filologo spagnolo che attratto, come tanti altri studiosi o semplici appassionati, delle vicende dei “Popoli del Mare”, indissolubilmente connesse con quelle dei misteriosi Shardana.

Argomenti entrambi ampiamente dibattuti e sui quali le opinioni spesso divergono. Non tutti, ad esempio, concordano sulla reale esistenza di quella sorta di confederazione che porta appunto il nome di “Popoli del Mare”, ma anche la loro origine, la loro composizione e la loro provenienza è tuttora avvolta dal mistero.

In un libro relativamente recente, Berni e Chiappelli tendono ad identificare questo “gruppo misto” di razziatori del mare con l’altrettanto misterioso Haou-Nebout che, secondo il celebre egittologo Vercoutter, va considerato “sia come uno spazio geografico molto vasto, sia come una razza o un insieme di razze che antichissime, hanno fatto parte dell’orizzonte politico egizio”. Analogamente non si ha uniformità di vedute sull’origine dei Shardana, sulla loro provenienza e sulla loro identificazione con i sardi nuragici.

Non ci avventuriamo in questo dibattito che lasciamo volentieri agli studiosi ed esperti della materia, e ci limitiamo invece a riportare alcuni brani tratti da un articolo  di Oscar Martinez Garcia, pubblicato nel 2012 sulla rivista “Storica” di National Geographic:

L’espressione “Popoli del Mare” fu coniata nel 1881 dall’egittologo francese Gaston Maspero per indicare l’insieme composito di popolazioni che, secondo le testimonianze scritte e figurate a noi giunte, tentarono a più riprese, da sole oppure in coalizioni di volta in volta differenti, di invadere il paese dei faraoni.

Uno dei primi cenni a uno dei più importanti di questi popoli, gli Shardana, si trova nell’unico resoconto in lingua accadica dello scontro armato più celebre di tutta la storia del vicino Oriente e uno dei meglio documentati del mondo antico, la battaglia di Qadesh.

Da esso apprendiamo che già dal suo secondo anno di regno il grande faraone Ramses II (1279-1212 a.C. circa) aveva dovuto affrontare l’incursione del popolo degli Shardana e che, dopo averli sconfitti in una battaglia navale, egli li aveva schierati tra le fila dei mercenari del suo esercito proprio in occasione dello scontro con l’impero ittita.

Ordunque Sua Maestà (Ramses II) aveva messo sul piede di guerra la sua fanteria, i suoi carri e gli Shardana che Sua Maestà aveva catturato e riportato dalle sue campagne vittoriose.

Costoro avevano ricevuto tutto l’equipaggiamento nonché le consegne per il combattimento”.

Troviamo poi un riferimento anche ad altri gruppi di predoni provenienti dal mare in un’iscrizione rinvenuta a Karnak e databile intorno al 1208 a.C.

In essa questa volta è Merenptah (sul trono tra il 1212 e il 1202 a.C. circa), il quarto faraone della XIX dinastia, a celebrare la sua vittoria sul primo vero tentativo di invasione dell’Egitto da parte di quelli che egli definisce “forestieri del mare”, in quel frangente alleati ai Libici, suoi nemici.

Egli si vanta di essere stato capace di uccidere seimila avversari e di averne fatti prigionieri novemila. Di questa prima coalizione avrebbero fatto parte cinque gruppi di guerriglieri pirati: oltre agli Shardana, i Lukka, i Teresh o Tursha, gli Ekwesh o Akawasa e gli Shekelesh.”…”Ecco quale fu la sorte dei Popoli del Mare secondo quanto afferma Ramses III nel Papiro Harris: “Rispedii i Danuna alle loro isole, mentre i Tjeker e i Pheleset furono fatti cenere. Gli Shardana e i Wershesh del mare furono resi inesistenti, catturati tutti insieme e portati come schiavi in Egitto come le sabbie della spiaggia.”…”Gli Shardana o Sherden già nella prima fonte in cui sono citati – le lettere egiziane di Amarna (del periodo del faraone Akhenaton, 1350 a.C. circa) – vengono definiti pirati e mercenari, pronti a prestare il loro servizio ai signori che ne richiedessero l’intervento in battaglia.

La loro abilità in campo militare è dimostrata anche dal fatto che, come abbiamo visto, Ramses II, nonostante essi nel secondo anno del suo potere avessero sferrato un attacco all’Egitto, li volle schierati tra le sue truppe in occasione della battaglia di Qadesh.

Ancora all’epoca di Ramses II risalgono altri documenti in cui degli Shardana così si dice: “provenienti dal mare, dal cuore ribelle, senza padroni, che nessuno ha mai potuto contrastare”.

Nei rilievi del tempio funerario di Ramses III a Medinet Habu essi sono ritratti con un equipaggiamento bellico del tutto particolare: corazza, corto gonnellino, scudo rotondo, elmi forniti di corna e talvolta di un disco solare (che indicava il loro ruolo di guardie personali del faraone), lance, pugnali e spade lunghe.

Per quel che riguarda la loro origine, in questo caso sono le stesse fonti egizie a fornire qualche indicazione: “Gli Shardana sono venuti con le loro navi da guerra dal mezzo del Grande Verde” generalmente interpretato come il Grande Mare, vale a dire il Mediterraneo.

Alcuni studiosi pensano che la maggior parte degli Shardana, dopo il fallito tentativo di invasione dell’Egitto, si sia spostata in massa ad occidente e abbia trovato una sede stabile in Sardegna; altri ritengono invece che popolazioni di Shardana già provenienti dalla Sardegna abbiano osato tentare l’invasione dell’Egitto e che poi, sconfitti, abbiano fatto ritorno in patria.

Tra chi accosta il loro nome alla storia della Sardegna, vi è anche chi ha proposto una loro identificazione con le popolazioni sardo-nuragiche, in particolar modo con gli Iolèi, che occupavano la parte centro meridionale dell’isola.

Nell’immagine: Guerrieri Shardana in un rilievo del tempio di Medinet Habu.