Il nuraghe Appiu e il fantastico circostante

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di Antonello Gregorini Nella giornata di ieri, dal soggiorno sassarese, ho raggiunto il nuraghe Appiu. Per un profano non è per niente facile trovare il sito e le informazioni turistiche, reperibili nella stessa Alghero, sono pressoché inesistenti. Questo è un vero peccato, una palese rinuncia all’utilizzo di risorse, dal momento che la zona archeologica dell’Appiu e tutta la natura, il paesaggio a esso circostante, può ben dirsi unico e meritevole di una visita, anche avente anche quell’unica destinazione.

Il centro servizi realizzato dal comune è attualmente utilizzato al 20% delle sue possibilità mentre potrebbe offrire ben altro, se solo il contesto archeologico fosse saputo vendere e raccontato con moderne tecniche di marketing.

All’Appiu si arriva da Villanova Monteleone. Lungo la strada per Montresta troverete un bivio in destra con le indicazioni turistiche. E’ possibile portare la macchina sino a giù, nel parcheggio, di fianco al centro servizi.

sopra : il centro servizi della zona archeologica dell’Appiu

Per comprendere il valore paesaggistico dell’Appiu occorre vederlo nell’insieme dell’anfiteatro naturale in cui è posto. La colonia di Grifoni bosani nidifica non lontano da questo luoghi, nonostante siano animali notoriamente diffidenti e inavvicinabili dall’uomo. Dal pianoro in cui è posizionato l’Appiu si vedono i segni della enorme colata lavica che determina il paesaggio costiero, da Alghero sino a Bosa, con i coronamenti basaltici che tutto dominano sino a Capocaccia.

Le uniche attività umane sono le piccole aziende di allevatori a i pascoli quasi naturali, probabilmente neanche seminati, che intervallano i boschi di querce secolari. Il nuraghe Appiu e le costruzioni di contorno sono in un impluvio naturale dove, nei mesi invernali, si forma un’area umida in cui gli stessi nuragici dovevano aver trovato la motivazione del loro insediamento. Il nuraghe non è stato ancora del tutto riportato in luce e, sino a qualche anno fa, appariva come un ammasso megalitico confuso con attorno gli evidenti segni di un ampio vilaggio. Il villaggio si dice fosse dotato di circa 200 capanne, anche se questa descrizione non spiega che in realtà vi fosse una disposizione urbanistica che vedeva almeno quattro isolati tipici, gli stessi che si possono trovare in altri grandi villaggi nuragici ma di cui l’esempio più chiaro è nel contesto di Sa Sedda è sos Carros, nella valle di Lanaitho.

Mi raccomando, prima di niziare la visita della zona archeologica porgete una carezza sul cane di razza boxer dei ragazzi della cooperativa che vi accompagneranno, di modo che a ogni breve sosta, essendo un coccolone, vi poggerà il bavoso muso sulla gamba per chiedere il resto …

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