di Nicola Manca La superbia rappresenta il peccato capitale che meno si avvicina a Nurnet. Scriverne partendo dalla definizione non può che dar – ancora una volta – un senso di chiarezza della missione della Fondazione e dei rapporti di cooperazione che vuole instaurare a livello regionale. La superbia è il vizio dell’io che cerca un’ascesa repentina nei confronti degli altri: questi devono riconoscere la superiorità indiscutibile – e conseguentemente il loro livello subordinato – del superbo. Viene considerato il peggiore dei vizi capitali. Si faccia attenzione al fatto che, in un campo piuttosto che in un altro, non vi è nulla di male perché le competenze di uno siano riconosciute come superiori rispetto a quelle di un altro. Vi è peccato nel cercare di scalzare gli altri e di sopraffarli, senza riuscire a vedere il buono che vi è ciascuna persona e accettando solo gli adulatori. In quest’ottica è capitato spesso che Nurnet, attraverso la sua rete, abbia conquistato un discreto spazio mediatico, un buon seguito di persone che scrivono la loro ammirazione e danno il loro contributo per la missione che, con coraggio e determinazione, la fondazione sta portando avanti. Alcuni però, attaccati al proprio osso e timorosi di vederselo portato via, muovono accuse d’ignoranza, di presunzioni di superiorità e arroganza da parte dei soci. Nulla di più lontano dalle intenzioni della fondazione che, come spiegato in diverse occasioni, ha il compito di modificare la percezione del patrimonio archeologico della Sardegna, raccontarlo con l’aiuto di strumenti tecnologici e una miscellanea di personalità dalle diverse attitudini e specializzazioni per una missione totale e totalizzante, il tutto con la collaborazione dei sardi chiamati a raccolta senza esclusioni. L’intenzione dei soci è sempre stata e continuerà ad essere quella di creare nicchie di opportunità per tutto il comparto, lavorando sull’archeologia come fosse un volano per creare indotto e generare economie di scala. Le colonne portanti sono la cooperazione, la collaborazione e la fiducia. Nessun tentativo di elevarsi o autocelebrarsi superiori. Tutti sono dei manovali che mirano alla costruzione di un tempio: quello dell’isola Sacra. Ci possono essere divergenze di vedute, ma tali rimangono. Ognuno con le proprie idee che non sono né più giuste né più sbagliate, semplicemente diverse. Vogliamo continuare però ad ascoltare tutti e offrire opportunità di collaborazione, senza crogiolarsi guardando quanto di buono sia stato stato fatto da settembre 2013 a oggi, nel tentativo di un cammino all’unisono che riporti, finalmente, il benessere e la ricchezza della civiltà nuragica, in un’isola ormai da troppo tempo menomata. In questo scenario c’è bisogno di impegno e lavoro: non c’è spazio per essere superbi. Né ora né mai. “La virtù vera degli esseri umani è quella di saper vivere insieme come degli uguali; di non pretendere altro per sé, tranne ciò che concedono con pari liberalità a tutti gli altri; di considerare qualsiasi posizione di comando come una necessità eccezionale, e in ogni caso temporanea; e di preferire, ogni qual volta sia possibile, un tipo di associazione di individui che consenta alternanza e reciprocità nel guidare ed essere guidati.” (J.S. Mill, La libertà, L’utilitarismo, L’asservimento delle donne)