Il presidio dei mari in Età nuragica

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di Giorgio Valdès

 

Il breve filmato da Martino Zedda (cfr. link a margine), ricorda un passo di “Hic-Nu-Ra, racconto di un’altra Sardegna”, libro edito da Carlo Delfino nel 2013, due anni prima della scomparsa del suo autore, Nicola Porcu, ispettore onorario della Sovrintendenza per i Beni subacquei, sommozzatore professionista nonché socio fondatore di Nurnet.

Così scriveva Nicola: “I nuraghi disposti lungo la costa erano in collegamento tra loro, posizione che permetteva un controllo continuo delle imbarcazioni che viaggiavano nel mare sardo. Per esempio, una nave che partiva da Porto Pirastu di Capo Ferrato e doveva arrivare a Baccu Mandara di Jenn’e Mari, era ‘monitorata’ costantemente durante la navigazione”…”Una tale pianificazione, capillare e articolata nelle componenti strutturali (porti, nuraghi costieri, nuraghi non costieri ma in relazione visiva sia con la costa sia con l’interno dell’Isola) è specchio dell’organizzazione di comunità sarde artefici di una civiltà che non ha uguali presso la maggior parte dei popoli del tempo. Tutto lascia pensare, quindi, che nel secondo millennio a.C. e in parte del primo, la Sardegna fosse la più grande potenza marinara del Mondo Antico.”

Concetti proposti in precedenza (anno 2002) nel libro di Sergio Frau “le Colonne d’Ercole, un’inchiesta”, e più segnatamente nel capitolo XXXVII, dove è riportata la catalogazione e mappatura dei i 308 “nuraghes a guardia del mare” individuati da Nicola Porcu lungo il tratto costiero che va da Punta Foghe (Tresnuraghes) a Foxi Manna (Tertenia), unitamente alle considerazioni espresse al proposito sempre da Nicola Porcu.

Dal libro di Sergio Frau abbiamo quindi tratto questo brano piuttosto significativo:

“Il nuraghe si sa è tondo” dice Nicola “se ci sali sopra puoi guardare, si, certo, verso il centro della Sardegna. Ma puoi anche guardare il mare: e a me questo interessava, la rete dei Nuraghes che sorvegliava la costa. Fin da ragazzo mi ero accorto che qualsiasi insenatura, qualsiasi riparo, ogni spiaggia dove era possibile attraccare era controllata da qualche nuraghe, talvolta costruito addirittura sul bagnasciuga. Partendo da Tertenia tutta la parte Sud, sulla costa Est, sino a risalire a Torre di Foghe, ad Ovest, c’era una situazione di sorveglianza totale”.

Prosegue Sergio Frau: “Ed ora eccoli lì, di nuovo, grazie a lui (si riferisce a Nicola Porcu- nota mia), un puntino dopo l’altro, i Nuraghes ‘vista mare’ della Sardegna meridionale.

Serviva un’isola al di là delle Colonne d’Ercole? E che fosse fortificata sud? Talmente fortificata che poi il suo re –fratello gemello di Atlante- fosse conosciuto da tutti come Gadeiro ‘il Blindato’? (Gadir, parola d’origine semitica con il significato di luogo protetto/fortezza -nota mia). Serviva tutto questo per decidere che Platone, a 70 anni, non era mica uno Sparaballe? Basta un’occhiata alla mappa: altro che Cortina di Ferro!

E’ Fort Knox, quest’isola nel 1200. Stupefacente: è una maestosa, possente, strabiliante blindatura di torri di roccia quella che gli è saltata fuori dalle carte e dai riscontri sul terreno e che ora punteggia la cartina. Solo nella parte sud Sardegna sono 308 i nuraghes vista mare certificati dall’IGM e da altre ricerche montate insieme. Serviva un luogo di torri che desse nome alla Tirrenia? Ai Tirreni di Strabone, quelli prima dei Fenici? Be’, qui c’è un’isola che avrebbe tutte le pietre in regola per candidarsi.”

https://www.facebook.com/reel/1207652453514931/?s=single_unit

Nelle immagini, i nuraghi costieri di Muravera: Porto Pirastu (ph.Andrea Mura-Nuragando Sardegna), S’Acqua Seccis (ph.Maurizio Cossu), Barracca Su Entu e Monte Zippiri (ph.Archeo Sarrabus). I nuraghi costieri di Castiadas: S’Ollastinu (ph.Gianni Sirigu e Archeo Sarrabus), Monte Turno e Gibe Truttiri (ph.Marco Cocco), Sa Domu ‘e s’Orku (ph.Francesca Cossu). Dal Geoportale Nurnet: la concentrazione nuragico lungo un tratto costiero tra Villaputzu, Muravera e Castiadas.