Il Valore per Nurnet. Riflessione personale utile per provocar commenti

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Vi propongo una riflessione mia sul valore e su Nurnet con la quale invito a una riflessione domenicale comune.

di Antonello Gregorini

Spesso anche noi di Nurnet usiamo il concetto di Valore. Diciamo che dobbiamo valorizzare il territorio, i nostri saperi, il paesaggio, la storia e la tradizione. In una parola: dare valore a noi stessi, intesi come unicità di Sardegna: suolo e popolo.

Per i tanti tutori sedicenti del Bene Comune la VALORIZZAZIONE è una parolaccia, sinonimo di speculazione, sfruttamento e depauperamento dello stesso, a favore dei singoli, o di organizzazioni, sempre e comunque a sfavore della comunità globalmente intesa. Li abbiamo visti all’opera anche nei commenti di queste pagine, a loro volta inconfessabili esponenti di interessi economici di posizione corporativa. Sindacalisti di interessi corporativi e ingessanti.

"In economia, il valore è il concetto che identifica la quantità di denaro, o comunque di merce, alla quale un bene od un servizio possono essere scambiati."

Tuttavia solo ciò che ha valore diventa maggiormente percepibile, apprezzato e apprezzabile. Ciò che non ha valore, non è valorizzato, non è percepito, non esiste o è insignificante. Per una qualche ragione, dovuta a relazioni di cause effetto complesse, storiche, di sottomissione ma anche di miseria derivata e ignoranza, abbiamo trascurato la nostra identità e il nostro patrimonio ambientale, storico e paesaggistico. E’ un fatto indiscutibile, lo dicono i numeri. E’ scienza.

Non è però così semplice: il patrimonio, il paesaggio, la storia e la cultura, sono state sin qui, per norma e configurazione sociale, appannaggio di classi certificate di tutori, accademici ed esperti. Ciò che è detto sui libri certificati diventa pertanto legge, quasi incontestabile, dogma, questione di fede, mutabile solo attraverso processi di conoscenza e certificazione complessi, inscritti sempre e comunque nel sistema.

Questo è soprattutto vero in Italia e nei paesi con forte tradizione confessionale. E’ meno vero nei paesi dove il liberalismo, anche religioso e riformista, ha avuto la meglio e ha evoluto "memi" riconoscibili nelle organizzazioni sociali e nell’economia.

Nurnet in tutto questo è innovazione pura:

·         Fonda la propria azione sui beni comuni, per modificare le percezioni identitarie, le nostre.

·         Non ha fondi ed è dotata di solo capitale umano. Già nella definizione dei principi costitutivi si è detta aperta e partecipativa, funzione d’onda pragmatica lanciata nel mare delle molteplici percezioni e apporti.

·         Nurnet è apporto gratuito, va oltre speculazione profittevole e rapace perché è speculazione gratuita e appassionata. Mi piace pensarla romantica.

·         Nurnet quindi non può essere facilmente accettata e probabilmente soccomberà sotto le sferzate della tradizione istituzionale e delle corporazioni che oggi vivono di BB CC, o forse la uccideremo noi per evitarle una sconveniente, inelegante parabola. 

Comunque andrà a finire sarà stato utile perché se anche finirà Nurnet avrà dato gambe a idee a tante altre organizzazioni che potranno nascere, libertarie e identitarie, prive di comode poltrone e di rendite di posizione.