di Redazione
Domande intervista a Luigi Pisci, esponente del “COORDINAMENTO DEI COMITATI SARDI CONTRO LA SPECULAZIONE ENERGETICA”.
- Puoi introdurre questa intervista con qualche numero sul numero dei progetti, potenza e riferimenti tecnici su ciò che sta avvenendo in Sardegna, ma non solo, e quali potrebbero essere gli impatti sul paesaggio sardo?
Le richieste di connessione alla rete elettrica Sarda presentate a TERNA per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile al 30 giugno 2023 hanno raggiunto l’impressionante numero di 718, per una potenza complessiva di 56,08 GW, così suddivisa: 21,01 GW fotovoltaico; 15,07 GW eolico onshore; 20,00 GW eolico offshore. Tale valore supera di oltre 7 volte e mezzo i 7,45 GW previsti dalla ripartizione su base regionale del FF55 (l’obiettivo UE di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030) e oltre 9 volte i 6 GW previsti dall’annunciato decreto del ministro Pichetto Fratin sulle aree idonee e non. Nell’ipotesi che tutti questi impianti venissero autorizzati e realizzati si avrebbe in Sardegna una nuova potenza disponibile da FER di 56 GW, capace di produrre oltre 100 TWh/anno, a fronte di un attuale fabbisogno Elettrico per l’isola di poco superiore ai 9 TWh/anno: dodici volte tanto! Una quantità di energia tecnicamente non assorbibile dalla malconcia rete elettrica sarda, e tantomeno esportabile anche se si tenesse conto del Tyrrhenian Link, recentemente approvato senza condivisione con le comunità locali. Preliminarmente all’autorizzazione di ulteriori impianti di produzione, sarebbe indispensabile predisporre un serio piano di investimenti per l’adeguamento della rete in cui siano resi espliciti obbiettivi e cronoprogramma delle attività così da avere una chiara prospettiva di sviluppo e gli adeguati e indispensabili margini di sicurezza per tutta la comunità sarda. Consideriamo per un momento solo l’eolico on-shore. Abbiamo 111 progetti con circa 2700 pale alte oltre 200 metri. L’impatto sul territorio sardo sarebbe definitivo, permanente ed incontrovertibile. Inimmaginabile quello paesaggistico, ma rilevantissimo anche quello dovuto allo sfondamento per realizzare l’interminabile reticolo di cavidotti e per la costruzione delle centrali di trasformazione. Catastrofico l’impatto negativo sulla terra al Mondo con la più alta densità di siti archeologici. Un’Isola unica, stupenda, che deve essere protetta.
- Come mai, secondo voi, si è arrivati a questa situazione così sprovveduti. La politica regionale non poteva prevedere e prevenire ciò che sta accadendo?
LA POLITICA DI GOVERNO REGIONALE È IMPEGNATA DA ANNI NELLA SPARTIZIONE DI PICCOLI INTERESSI E A TUTTO PENSA TRANNE CHE A GOVERNARE I PROCESSI NELL’INTERESSE DEI CITTADINI.
QUESTO ASSALTO AL TERRITORIO E ALLA SOCIETÀ SARDA HA OTTENUTO VISIBILITÀ E INTERESSE DIFFUSO SOLAMENTE GRAZIE ALLE CAMPAGNE DI SENSIBILIZZAZIONE DI STAMPA E ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E SOPRATTUTTO CON L’IMPEGNO DI MIGLIAIA DI CITTADINI SARDI RIUNITI IN COMITATI CIVICI.
IL PALAZZO REGIONALE MOSTRA ANZI GRANDE INSOFFERENZA PER QUESTA “INTROMISSIONE ” SULL’ARGOMENTO, TANTO È VERO CHE CERCA IN OGNI MODO E CON OGNI SCUSA DI PRENDERE TEMPO E NON AFFRONTARLO.
- Chi siete; quanti siete; enti locali e associazioni; come intendete muovervi?
SIAMO MIGLIAIA DI CITTADINI PROVENIENTI DA TUTTE LE SUB REGIONI STORICHE DELL’ISOLA, CHE OCCUPANO IL TEMPO RIMANENTE DOPO IL LAVORO PER DIFENDERE IL TERRITORIO E CERCARE DI ARRIVARE AD UNA TRANSIZIONE ENERGETICA EQUA. ATTUEREMO QUALSIASI FORMA DI PROTESTA PACIFICA AFFINCHÉ QUESTO AVVENGA E LO FAREMO CON ENTI E ASSOCIAZIONI CHE COME NOI PENSANO A UN FUTURO DELLA SARDEGNA CHE NON SIA ESCLUSIVAMENTE PIATTAFORMA ENERGETICA PER INTERESSI ESTERNI ALL’ISOLA.
- Se non sbaglio, l’attuale “aggressione” discende da un Decreto del governo Draghi, che a sua volta recepisce le direttive europee. Non si tratta quindi di un fenomeno solo italiano ma è presumibile investa tutta l’Europa. Le contrarietà delle popolazioni locali sono tipicamente sarde e italiane o avete notizie di contrasto anche al di fuori del nostro paese?
PENSIAMO CHE QUELLO CHE STA ACCADENDO SUI PROGETTI DI ENERGIA RINNOVABILE IN SARDEGNA, PUGLIA E SICILIA NON ABBIA ALTRI EGUALI IN EUROPA. NON PUO’, TUTTAVIA, NON VENIRMI IN MENTE IL CASO DELLA THUNBERG CHE VIENE PORTATA VIA DALLE FORZE DELL’ORDINE NORVEGESI MENTRE PROTESTAVA CONTRO UN GIGANTESCO IMPIANTO EOLICO NELLE TERRE DEI SAMI. SE LA PALADINA DELLA DECARBONIZZAZIONE SI E’ IMPEGNATA IN QUESTO SENSO E’ PERCHE’ ANCHE LA DECARBONIZZAZIONE DEVE RISPETTARE I DIRITTI DELLE COMUNITA’.
- Ho letto, in alcune vostre dichiarazioni, che puntate allo sviluppo della micro-generazione diffusa. Questo è il modello di Rifkin e altri, che ne scrivevano già venti anni fa. Tuttavia, come saprai, la micro-generazione diffusa, con le smart grid private, condominiali e di quartiere, le Comunità Energetiche Rinnovabili, è noto, e lo vediamo, che non potranno essere sviluppate in un lasso di tempo breve. Verosimilmente, questi tempi lunghi non sono compatibili con le necessità di una transizione energetica veloce che contrasti i cambiamenti climatici. Voi come vi ponete davanti a questa evidenza?
UNA TRANSIZIONE ENERGETICA CON IMPIANTI CHE ABBIANO IL CONSENSO DELLE POPOLAZIONI SARÀ CERTAMENTE PIÙ VELOCE E INDOLORE DELLE IMPOSIZIONI A CUI SI TENDE ATTUALMENTE, PERCIÒ CHIEDIAMO LA RISCRITTURA DEL PEARS CON UN COINVOLGIMENTO IMPORTANTE DELLE COMUNITÀ LOCALI.
IL GOVERNO ITALIANO SFORNA DECRETI SU DECRETI PER AGEVOLARE I MEGAIMPIANTI MA NON RIESCE (O NON VUOLE?) A PUBBLICARE IL DECRETO SULLE COMUNITÀ ENERGETICHE.
ABBIAMO CONSAPEVOLEZZA CHE CERTI TEMPI SONO LUNGHI PER SUDDITANZA DELLA POLITICA VERSO I GRANDI GRUPPI ECONOMICI, FAREMO DI TUTTO AFFINCHÉ QUESTO CAMBI.
- Cosa pensate dell’alternativa dell’eolico offshore, rispetto alla realizzazione sulle colline sarde?
SIAMO PER LA TRANSIZIONE E NON ABBIAMO PREGIUDIZI SU NESSUNA FONTE ENERGETICA RINNOVABILE SE RISPETTOSA DEGLI HABITAT E DEI TERRITORI IN CUI SI INSTALLA.
ANCHE SU QUESTO PENSIAMO SIA NECESSARIO LAVORARE A UN NUOVO PEARS CHE PRENDA IN CONSIDERAZIONE OGNI EVENTUALITÀ, PURCHE’ SI INTERESSINO GLI ESPERTI DEGLI HABITAT COINVOLTI, E SI COSTRUISCA UNA TRANSIZIONE RISPETTOSA DELLA VOLONTA’ DELLE COMUNITA’, DEI FABBISOGNI ENERGETICI, DELLA RETE ESISTENTE E PROPORZIONATA ALLE EMISSIONI CLIMALTERANTI SARDE.
- Anche la giovane attivista Greta Thumberg ho ipotizzato la nascita di nuove centrali atomiche, a emissioni di CO2 pari a zero. Ci sono altri ambientalisti che avevano e hanno questa visione, per esempio il fondatore di Legambiente Italia Chicco Testa, ma non solo. Voi come vi ponete rispetto a questa ipotesi?
ASSOLUTAMENTE CONTRARI. IL NUCLEARE (MA ANCHE IL GAS) E’ IN REALTA’ UNA FONTE DI ENERGIA FOSSILE IL CUI USO DEVE APPARTENERE AL PASSATO. L’ANALISI NON PUO’ TRASCURARE LA PRESENZA DI SCORIE RADIATTIVE E IL LORO STOCCAGGIO. UNA MINACCIA NON MENO GRAVE DELLE EMISSIONI CLIMALTERANTI.
1) alla luce delle vostre dichiarazioni programmatiche a favore delle energie rinnovabili, mi puoi indicare delle zone nelle quali qualche tipo di impianto rinnovabile potrebbe essere localizzato senza costituire in danno al paesaggio che segnalate?
UN ESEMPIO? FOTOVOLTAICO SU TUTTI I TETTI DI SARDEGNA, MA ANCHE NELLE AREE GIA’ COMPROMESSE, ARIDE, CEMENTIFICATE, BITUMIZZATE, ANTROPIZZATE. A RIGUARDO VI RIMANDIAMO ALLO STUDIO DELL’ISPRA SULLA POSSIBILITA’ DI EVITARE ULTERIORE CONSUMO DI SUOLO FERTILE PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA SOLARE. ABBIAMO IN ITALIA 1000 KMQ DI SUPERFICI PANELLIZZABILI AD ALTO RENDIMENTO SU CUI SI POTREBBERO INSTALLARE TRA I 60 E GLI 80 GW DI POTENZA ENERGETICA. LA MAPPA CHE, PROVOCATORIAMENTE, CHIEDE IL VOSTRO ISCRITTO ESISTE GIÀ E SARÀ RESA NOTA SE E QUANDO SAREMO COINVOLTI NELLA RISCRITTURA DEL PEARS E NEL MOMENTO IN CUI SARANNO CERTI I GW DA INSTALLARE PER FONTE E I TEMPI DELLA DECARBONIZZAZIONE.
2) che alternativa proponi al fatto che, ad oggi, in giornate di assenza di vento, la Sardegna utilizza come fonte energetica, come documentato, l’energia elettrica nucleare francese?
DOCUMENTATO? SI POTREBBE AVERE QUEL DOCUMENTO? A NOI RISULTA CHE, VENTO O MENO, LA PRODUZIONE ELETTRICA IN SARDEGNA DIPENDA SOPRATTUTTO DAL CARBONE E DAGLI SCARTI DI RAFFINERIA.
3) cosa ne pensi della posa di pannelli fotovoltaici su parte dei bacini idrici sardi, cosa che tra l’altro, in periodo di carenza idrica, costituirebbe un forte limite all’evaporazione per insolazione?
RELATIVAMENTE AI BACINI, NOI PENSIAMO SOPRATTUTTO A UN MAGGIOR UTILIZZO DELLA FONTE IDROELETTRICA, ANCHE COME STABILIZZATORE DEL FUTURO SISTEMA DA FER. IN OGNI CASO DOBBIAMO SEMPRE CONSIDERARE CHE LE SUPERFICI DELLA BIOSFERA, COME I LAGHI, SONO ORGANISMI VIVI E COMPLESSI, E CHE I NOSTRI BISOGNI DI ENERGIA NON POSSONO SPINGERCI A RITENERE TALI ECOSISTEMI COME SEMPLICI SUPERFICI PANNELLIZABILI. COME HO GIA’ DETTO PRIMA, CI SONO STUDI AUTOREVOLI E DOCUMENTATI CHE DIMOSTRANO CHE LO SPAZIO NON MANCA. SERVE UNA SOCIALIZZAZIONE E UNA DEMOCRATIZZAZIONE DEL PROCESSO, PERCHE’ SOLO IN QUESTO MODO RIUSICREMO A RAGGIUNGERE UN EQUILIBRIO APPREZZABILE TRA MODERNIZZAZIONE, ESIGENZE ENERGETICHE, TRANSIZIONE ENERGETICA E TUTELA DI PAESAGGIO, DELL’AMBIENTE E DELLA NOSTRA IDENTITA’.
