Ipotesi fantastiche della rappresentazione del toro nelle Domus de Janas

di Marco Chilosi

Il toro è stato oggetto di culto per millenni in tutto il mediterraneo, e questo è da considerare come conferma delle strette relazioni, non solo commerciali e politiche, ma profondamente unificanti, le “radici” dell’umanità che ci ha preceduto.

Per sintesi estrema cfr.https://it.wikipedia.org/wiki/Toro_(mitologia).

Non possiamo trascurare in questa ottica la rilevanza “cosmica” di questa divinità. Nella Sardegna nuragica sono numerose le testimonianze di questa sacralità (ovviamente non citata nella superficiale visione wikipedesca), presente anche come riferimento culturale (p.e. le corna dei guerrieri rappresentati nei bronzetti?) e che sopravvive ancora oggi.

Il culto del toro, e non solo, è parallelo all’interpretazione “sacra” della volta celeste, identificando il firmamento e le costellazioni come guida alla comprensione dell’esistenza per tutti i popoli nei millenni passati (cfr. le numerose evidenze Sarde descritte su NurNet).

Questa profonda ed unificante radice ha accompagnato per millenni l’umanità, per poi disgregarsi col nascere di nuove religiosità, più recentemente. Ma “l’uccisione del toro” non è stata nè semplice nè breve.

E’ possibile ipotizzare che progressivamente l’umanità abbia smesso di guardare le stelle rivolgendosi sempre più profondamente alla tecnologia, alla politica disgregante delle nazioni, intensificando lotte e divisioni, ma lasciando una memoria nostalgica del paradiso terrestre (Atlantide)?

Il mito dell’uccisione del toro è alla base di importanti “culti” più recenti, monoteisti e non, da Zoroastro, a Mithra (e da lì a poco a Cristo).

La teoria di David Ulansey a riguardo è affascinante, basata sulle (allora) nuove dimostrazioni sulla cosmologia (precessione degli equinozi) (http://www.mysterium.com/mithras.html ), ed apre la mente a stimolanti parallelismi con l’origine e la funzione delle Domus de Janas (provate a confrontare le loro immagini con alcuni ipogei Mitrei).

Il Toro o Campanile. BonorvaNon solo “sepolture”, ma anche (almeno alcune – le più strutturate) luoghi di culto? E’ l’ipogeo rappresentazione “dall’esterno” del cosmo, come prestigiosamente proposto da Ulansey? “

Protome nella Domus de Janas de S’angrone. Sergio Melis

 

….. tauroctony depicts the bull-slaying as taking place inside a cave, and the Mithraic temples were built in imitation of caves. But caves are precisely hollows within the rocky earth, which suggests that the rock from which Mithras is born is meant to represent the Mithraic cave as seen from the outside. Now as we saw earlier, the ancient author Porphyry records the tradition that the Mithraic cave was intended to be “an image of the cosmos.” Of course, the hollow cave would have to be an image of the cosmos as seen from the inside, looking out at the enclosing, cave-like sphere of the stars. But if the cave symbolizes the cosmos as seen from the inside, it follows that the rock out of which Mithras is born must ultimately be a symbol for the cosmos as seen from the outside. This idea is not as abstract as might first appear, for artistic representations of the cosmos as seen from the outside were in fact very common in antiquity. A famous example is the “Atlas Farnese” statue, showing Atlas bearing on his shoulder the cosmic globe, on which are depicted the constellations as they would appear from an imaginary vantage point outside of the universe”.

….. la tauroctonia raffigura l’uccisione dei tori come avvenuta all’interno di una grotta, e i templi mitraici sono stati costruiti a imitazione delle caverne. Ma le caverne sono cavità esattamente all’interno della terra rocciosa, il che suggerisce che la roccia da cui nasce Mitra è destinata a rappresentare la grotta mitraica vista dall’esterno. Ora, come abbiamo visto prima, l’antico autore Porfirio registra la tradizione secondo la quale la grotta mitraica doveva essere “un’immagine del cosmo”. Ovviamente, la concavità nella cavità dovrebbe essere un’immagine del cosmo vista dall’interno, guardando verso l’esterno la sfera simile a una caverna delle stelle. Ma se la grotta simboleggia il cosmo visto dall’interno, ne consegue che la roccia dalla quale nasce Mitra deve in definitiva essere un simbolo per il cosmo visto dall’esterno. Questa idea non è astratta come potrebbe apparire per la prima volta, poiché le rappresentazioni artistiche del cosmo viste dall’esterno erano in effetti molto comuni nell’antichità. Un famoso esempio è la statua di “Atlas Farnese”, che mostra Atlante sulla sua spalla il globo cosmico, sul quale sono raffigurate le costellazioni come apparirebbero da un immaginario punto di osservazione al di fuori dell’universo “.

E’ il culto di Mithra erede e “rottamatore” del culto del toro “sidereo” (ma mantenendone la visione filosofica e religiosa) finalizzata ad una più rapida archiviazione del passato ed accaparramento di una nuova divinità più potente?

Le “corna” taurine sono passate in breve da oggetto di culto a simbolo del demonio.