Ma è davvero un braciere, o piuttosto l’ennesimo auspicio di rinascita?

di Marco Chilosi

“…Nurnet non mi è mai sembrato un luogo dove si crede di avere la verità ma un”agorà” dove uno mentre passeggia può sentire di tutto e da questo tutto può tirarne fuori quelle ipotesi che potrebbero essere plausibili per la ricerca di una verità….”

A proposito di correlazioni, comparazioni…e “passeggiate” virtuali sulle immagini di Nurnet e siti compagni.

In un post precedente avevo accennato ai miei dubbi (comunque di “profano” e da considerare con pazienza) sull’interpretazione delle figure circolari poste sul pavimento di alcune bellissime Domus de Janas.

La versione ufficiale le definisce “bracieri” o “focolari” https://www.researchgate.net/profile/Giacomo_Paglietti/publication/266478282_Focolari_e_bracieri_tra_il_Neolitico_recente_e_l%27Eneolitico_in_Sardegna/links/54339f8c0cf22395f29e1d7d/Focolari-e-bracieri-tra-il-Neolitico-recente-e-lEneolitico-in-Sardegna.pdf, quindi elementi decorativi finalizzati a ricostruire una “domus” nuragica per consolare il defunto (?).

Il mio dubbio nasce da considerazioni banali (ma era così freddo in Sardegna da “codificare” come oggetto di notevole rilevanza un braciere? non sarebbe stato più semplice deporre come suppellettile un vero braciere in terracotta (se li avevano veramente) invece di scalpellare complesse figure nella dura roccia?

Il braciere nuragico era veramente fatto così, complicato e difficile da pulire, con fossetta in fondo ?).

Altre considerazioni sono meno prosaiche: è mia convinzione (non certo solo mia), che nella civiltà Nuragica i simboli, le rappresentazioni, la religiosità basata su una visione cosmica (affine a molte altre civiltà coeve) erano tenuti in gran conto, e la loro decifrazione può dirci molto su quella magnifica civiltà. Le domus erano diverse per progetto, realizzazione, complessità ed allestimento, ma probabilmente avevano in comune significato e simbolistica.

Torniamo ai “bracieri”. Spigolando sulle immagini del web per trovare alternative ho notato alcune somiglianze che penso interessanti e plausibili (forse sono già state proposte e descritte, ma non mi è semplice verificare l’originalità di questi miei pensieri) . La prima somiglianza che balza all’occhio è quella con alcune “pintaderas” (specialmente quelle “vere”, presenti nelle collezioni museali).

La loro funzione simbolica e rituale, suggerita da bronzetti con offerenti , si è verosimilmente ampliata nel tempo divenendo scaramantica, e quindi decorativa (fino ai tempi odierni). Ma quale il loro significato simbolico?

Certamente il cerchio, la spirale, il labirinto, la stella (talvolta stella marina) sono simboli molto comuni nella Sardegna Nuragica, e non solo.

In generale potrebbe essere razionale considerarli come rappresentazioni di astri (il sole, la luna, le stelle), oggetti di culto molto potenti nella religiosità Nuragica. Da rappresentazione di divinità astrali possono essere stati oggetto di ulteriore “astrazione” acquisendo significati e ritualità complementari , ad esempio nelle “rotonde con bacile” – ipotesi plausibile considerando quanto il culto dell’acqua fosse radicato (http://pierluigimontalbano.blogspot.it/2017/09/archeologia-il-culto-dellacqua-nella.html).

Le rotonde, presenti in diversi villaggi Nuragici, (ma anche precedenti, come i cerchi concentrici di Goni, attorno alla toma del Capo. NdR) hanno una somiglianza notevole con le strutture circolari presenti sul pavimento delle domus.

Penso che siano in realtà miniature di queste, con riferimento simbolico al rito dell’acqua, quindi “catini” e non bracieri.

Goni Pranu Muttedu

Più raramente (tomba Mesu e Mantes) la rappresentazione ricorda la triade Nuragica (certamente non un focolare con legni ardenti). Lo stesso simbolo “astrale” può avere acquisito per estensione diversi significati, divenendo simbolo di protezione (scudi), di prestigio (corone o “cappelli aurei”), e quindi decorazioni rituali o scaramantiche (come anche gli “omphalos” esibiti nelle tombe etrusche? Cfr. Frau).