Il complesso nuragico di Genna Maria a Villanovaforru è uno dei 30 monumenti che si propongono all’Unesco per essere qualificati come Patrimonio dell’Umanità. Monumenti rappresentativi dei rispettivi territori, ma anche simboli dello sconfinato numero di testimonianze nuragiche disseminate nell’intera Sardegna.
Il “Genna Maria” è stato descritto da Mauro Perra in un saggio -da cui abbiamo estrapolato i brani che seguono-, compreso nella raccolta “I Tesori dell’Archeologia”, pubblicata nel 2011 a cura di Alberto Moravetti:
“…Intorno al XV-XIV secolo a.C. sorge l’insediamento nuragico vero e proprio, caratterizzato da una possente struttura trilobata costruita con blocchi di marna e arenaria, al centro della quale si trovano la torre centrale e il cortile, sotto il quale è stata scavata una cisterna per la riserva idrica. Il trilobo è circondato da un’ulteriore cinta muraria munita di torri in aggetto, che si pensa essere contemporanea al nuraghe principale. In tempi non lontani dal XII-XI secolo a.C., la comunità di Genna Maria, per motivi che sfuggono, sentì l’esigenza di rinforzare il trilobo costruendo un rifascio che cinge parzialmente la struttura. Intorno alla fine dell’età del Bronzo, fra la fine dell’XI ed il pieno del X secolo a.C., un episodio non chiarito in tutte le sue implicazioni causa il crollo delle strutture nuragiche e sia il trilobato sia l’antemurale sono fortemente scapitozzati”…”Successivamente, intorno alla metà/fine del X secolo a.C., le strutture scapitozzate dell’antemurale e i resti dell’aggregato capannicolo coevo al nuraghe sono ricoperti dai muri di un abitato costruito con utilizzo di piccoli blocchetti di marna e arenaria. Le strutture indagate hanno messo in luce un villaggio ”…”Alla fase di vita intensa di questa comunità nuragica succede un episodio violento testimoniato dalle tracce d’incendio delle coperture lignee e dai muri arrossati delle case “…”Tale episodio è da porre cronologicamente intorno alla fine del IX scolo a.C. Per un lungo periodo, almeno fino al IV secolo a.C. gli scavi hanno documentato l’abbandono del colle di Genna Maria e tracce sporadiche della presenza umana. Durante il IV secolo le strutture già rimaneggiate della torre centrale e del cortile sono state riutilizzate come luogo di culto.”
La foto del complesso nuragico di “Genna Maria” è di Bibi PiNna.