La rete di relazioni auto poietica di Nurnet

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di Antonello Gregorini

Nurnet di notte, filosofia delle reti di relazione: non dite che non c’è scienza.

http://it.m.wikipedia.org/wiki/Autopoiesi

Alla base dell’algoritmo di Nurnet vi è la teoria del bootstrap stripes (da un modo di dire americano, stare appesi agli attacchi degli stivali). Nella seguente intervista spiegata da Fritjof Capra, grande scienziato e divulgatore di un nuovo paradigma della scienza contrapposto al meccanicismo. Fritjof spiega Nurnet per inferenza. L’algoritmo di Nurnet è scritto così, col pensiero rivolto a una rete di relazione priva di una base fisica vera e propria. Come in una rete la rottura, il venir meno di un nodo, non significa la rottura del sistema, che continua invece a restare interconnesso e funzionante. Come internet così Nurnet. Una rete auto poietica che va solo curata con rilanci e cicli di retroazione. Attività tipiche dei sistemi gestione qualità derivati dal kizen, a sua volta derivato dalle teorie taoiste di 4000 anni fa. Così gli UNTORI_DAU avranno vita impossibile e la loro invidia resterà frustrata. Difficile sparare e abbattere una nuvola. Buona notte e buona lettura. ________ La teoria del Bootstrap

Il mondo come rete di relazioni di Fritjof Capra da un’intervista pubblicata sul n. 2 della rivista GAIA, Marzo 1986

Domanda: "Per cominciare potresti parlarci un po’ del modello ‘bootstrap’? Sarebbe interessante vedere come la concezione del mondo che soggiace al modello del bootstrap possa essere applicata anche a campi differenti da quello della fisica, come la biologia o l’organizzazione sociale."

Fritjof Capra: "Questo modello è stato enunciato una ventina di anni fa e all’epoca era un’idea molto nuova e radicale."

In effetti lo è tuttora: non è accettata dalla maggior parte dei fisici.

E’ un approccio allo studio delle particelle elementari che non si basa sul concetto di entità fondamentali e afferma, per la comprensione della realtà atomica e subatornica, il principio dell’autoconsistenza interna.

Io lo considero il culmine della concezione del mondo come ‘rete di relazioni’.

Questa concezione emerge ora in molte scienze ed è per questo che il modello può essere applicato a numerose discipline.

La realtà è una rete di relazioni ed ogni sua parte non può essere compresa se non in rapporto al resto, cioè non esistono più proprietà fondamentali indipendenti dalle connessioni con tutto il sistema.

Il concetto di relazione diventa più importante del concetto di struttura o di entità dell’oggetto: si tratta di un cambiamento radicale dall’oggetto alla relazione.

La struttura della rete nel suo complesso è determinata unicamente dalla coerenza logica, l’auto-coerenza delle relazioni.

E’ questa in sostanza la filosofia del bootstrap, la sua prima visione del mondo.

Fu una vera rivoluzione per la fisica che tradizionalmente scompone la materia in parti fondamentali, elementari, i ‘mattoni’.

Verso il 1960 Goffrey Chew, l’autore dell’ipotesi del bootstrap, suggerì la possibilità di un approccio secondo cui l’autocoerenza è il solo principio dal quale si devono derivare tutte le proprietà delle particelle, delle interazioni, ecc.

Questa teoria è allo stesso tempo molto difficile e affascinante: quando si pensa che tutto è interconnesso diventa molto complicato fare considerazioni su una singola parte del sistema…

Domanda: "Che cos’è una connessione? E’ una relazione tra due particelle, una forza che le fa interagire? "

Fritjof Capra: "Sì, le connessioni sono le interazioni tra le particelle.

Più in generale tutta la materia atomica si presenta come una rete di relazioni estremamente deboli, dense, la cui descrizione matematica era troppo complicata, era quindi necessario concentrarsi solo su alcune connessioni, ma il problema era quello di sapere quali fossero le più importanti.

Negli anni ‘60 non c’era una teoria matematica in grado di analizzare le connessioni ed è per questo che l’idea del bootstrap non ha avuto successo all’epoca della sua formulazione.

Un grande passo avanti è stato fatto nel ‘76 con la scoperta, da parte del fisico italiano Veneziano, della possibilità di usare la topologia come linguaggio proprio di questa teoria.

La topologia è un ramo della matematica, una specie di geometria non rigida: le forme non sono rigide e si può deformare tutto fintanto che le relazioni restano le stesse…

Domanda: "Allora, a questo punto, come può servire la filosofia del bootstrap in altre discipline? ".

Fritjof Capra: "… E’ un cambiamento molto profondo, da una metafora ad un’altra: da quella della costruzione a quella della rete.

Quella della costruzione è la metafora centrale della nostra scienza… Io credo che col bootstrap si abbandoni ora questa metafora delle fondamenta della costruzione.

Non c’è alto e basso, non ci sono concetti più fondamentali di altri… Il mondo è percepito come una rete in cui ogni singola parte dipende da tutte le altre e nessuna è più fondamentale.

Questa visione ci fa molta paura, perchè è molto diversa dalla nostra tradizione scientifica, intellettuale, filosofica.

Ma è la visione dominante, per esempio nella tradizione buddhista e taoista, si ritrova in molte tradizioni mistiche orientali. E’ questo passaggio dalla costruzione alla rete, ciò che sta per prodursi ora.

Credo che il quadro ideale e naturale per estendere questa concezione ad altri fenomeni (cosa che ho fatto nel mio libro "Il tempo dei cambiamento") sia la teoria dei sistemi, che è anch’essa legata a questa nozione di rete.

Quando si parla di organismi viventi, altre considerazioni si aggiungono a quelle di tipo fisico…

Domanda: "Come vedi l’articolazione tra le tue idee filosofiche, per esempio l’influenza del Taoismo, del Buddhismo e, su queste basi, il passaggio alla formulazione di modelli matematici fisici o scientifici?

Cioè la filosofia e i concetti che se ne possono trarre sono soltanto metafore o pensi che esista una struttura comune che possa esprimersi tanto attraverso la filosofia quanto tramite modelli matematici in fisica? ".

Fritjof Capra: "Credo che la filosofia del Taoismo, le tradizioni dei mistici, costituiscano un quadro più ampio che secondo me rappresenta un retroterra o un quadro di integrazione ideale per questo paradigma scientifico sistemico.

La coscienza ecologica in fin dei conti sorpassa la scienza e si rispecchia, si afferma, nella coscienza spirituale o mistica.

Vedo qui un legame molto importante: la coscienza delle interconnessioni e delle interdipendenze fondamentali di tutti i fenomeni, la coscienza dell’integrazione in sistemi più ampi, è nello stesso tempo coscienza ecologica e coscienza spirituale.

In questo modo le due si uniscono.

Le idee di orientamento spirituale hanno così rapporto profondo con le idee scientifiche.

La formulazione scientifica è differente, più specialistica, più ristretta, ma può inserirsi in modo armonioso in questa coscienza spirituale o mistica