LE FORESTE DEI NURAGICI – Carbon credits per l’integrazione dell’economia dell’interno della Sardegna, ma non solo.

di Antonello Gregorini e Lucio Pascarelli

Un candidato alla presidenza delle prossime elezioni regionali ha più volte ripreso, in parte spiegato, la volontà di utilizzare il sistema dei CARBON CREDITS per dare un ulteriore introito e motivazione all’economia delle zone interne della Sardegna. Un’idea molto tecnica e intelligente che dimostra la preparazione e la capacità del candidato.

A noi vengono in mente gli studi dello storico Antonello Mattone, dell’antropologo Fiorenzo Caterini, della botanica Simonetta Bagella, nei quali si evocano i tempi antichi in cui la Sardegna era ricoperta di foreste originarie e millenarie. Un tappetto verde che oggi, nell’era dei cambiamenti climatici causati dalle umane attività, sarebbe vista come una industria capace di sottrarre CO2 dall’atmosfera per solidificarlo in carbonio vegetale, per poi passarlo al suolo (anche i suoli possono conservare sino a quattro volte il carbonio rispetto a quello di un campo arido).

Si tratta di un cambio di paradigma. Le foreste della Sardegna, fra le più grandi d’Italia e, per certe classificazioni, d’Europa, potrebbero. quindi, rappresentare dei serbatoi per “progetti di carbon avoidance o di carbon removal basati su azioni di ampliamento, o di conservazione o di tutela di ecosistemi naturali;”

Non risulta, a chi scrive, che questa prospettiva di remunerazione delle vaste porzioni di territorio sardo sia mai stata rappresentata sino ad oggi in programmi politici, di sostenibilità e adattamento territoriali. Ma sono pronto a ricredermi.

Il valore di mercato medio di ogni tonnellata di CO2 oggi è pari a circa 100 euro, pari a un certificato emesso. I certificati vengono acquistati su piattaforme digitali dalle grosse aziende, le cui attività sono altamente inquinanti ed emissive, per rispettare gli obblighi del Trattato di Parigi.

Rendite come questa; approcci di trasformazione degli abitati a favore di un ambiente ospitale e servito anche per operatori, sardi, italiani o stranieri, in smart working, nomadi digitali; la produzione di energie rinnovabili integrativa del reddito aziendale; i servizi per il turismo culturale ed esperenziale; potrebbero migliorare non di poco le condizioni economiche dell’interno.

L’idea è buona e dimostra che la conoscenza e la volontà di innovare per migliorare possono davvero trasformare le nostre società. Soprattutto quelle dell’interno.

L’Agenzia FORESTAS, che già abbiamo individuato quale possibile operatrice per la salvaguardia dei monumenti identitari nuragici dalla demolizione per aggressione vegetale, potrebbe trovare nuovo ruolo e ampliare la mission in questa direzione. Ma non solo, anche i grandi consorzi agricoli, potrebbero trovare una fonte di reddito ulteriore.

Abbiamo approfondito il tema tramite la lettura di testi specialisti, le proposte sul mercato, e dopo aver fornito a CHATGPT una serie di documenti rilevanti, gli abbiamo chiesto quale procedura debba essere seguita.

“Per creare crediti di carbonio nelle foreste sarde, FORESTAS o chi per lei, in Sardegna, deve attuare attività ammissibili nell’ambito della Gestione Forestale Migliorata (IFM) e della Riduzione delle Emissioni derivanti da Deforestazione e Degradazione forestale (REDD), secondo il VCS Standard, aggiornato l’11 dicembre 2023.

Le attività ammissibili nell’ambito dell’IFM includono:

  1. *Logging a Impatto Ridotto (RIL):* Questa categoria comprende pratiche che riducono le emissioni nette di gas serra passando da tecniche di taglio convenzionali a tecniche di RIL durante la raccolta del legname.
  2. *Da Foresta Sfruttata a Foresta Protetta (LtPF):* Include pratiche che riducono le emissioni nette di gas serra convertendo permanentemente foreste sfruttate in foreste protette.
  3. *Età di Rotazione Prolungata / Ciclo di Taglio (ERA):* Questa categoria include pratiche che riducono le emissioni nette di gas serra nelle foreste gestite di età uniforme, prolungando l’età di rotazione o il ciclo di taglio.
  4. *Da Foresta a Bassa Produttività a Foresta ad Alta Produttività (LtHP):* Comprende pratiche che aumentano la sequestrazione di carbonio convertendo foreste a bassa produttività in foreste ad alta produttività.

Le attività REDD ammissibili sono quelle che riducono le emissioni nette di gas serra riducendo la deforestazione e/o la degradazione delle foreste. La deforestazione è la conversione diretta indotta dall’uomo di terre forestali in terre non forestali.

 

È fondamentale che le attività proposte da FORESTAS rispettino le linee guida e i requisiti specificati nel VCS Standard, inclusa l’approvazione da parte di un ente normativo nazionale o locale per la gestione dei prodotti forestali. Inoltre, queste attività dovrebbero essere progettate per fare una differenza misurabile a lungo termine nelle emissioni nette di gas serra rispetto allo scenario di base.

Per la Regione Sardegna, i primi passi per sviluppare progetti di crediti di carbonio nelle foreste includono:

  1. *Valutazione Iniziale e Pianificazione:*

– *Identificazione dell’Area Forestale:* Scegliere specifiche aree forestali in Sardegna per il progetto di credito di carbonio.

– *Valutazione delle Condizioni Attuali:* Determinare lo stato attuale delle foreste, compresa la valutazione della biomassa, la biodiversità, e le pratiche di gestione forestale esistenti.

– *Definizione degli Obiettivi:* Stabilire gli obiettivi del progetto, come aumentare la sequestrazione di carbonio, ridurre le emissioni di gas serra, o migliorare la gestione forestale.

  1. *Analisi di Fattibilità e Conformità con il VCS Standard:*

– *Studio di Fattibilità:* Condurre uno studio per valutare la fattibilità tecnica, economica e ambientale del progetto.

– *Conformità con il VCS Standard:* Assicurarsi che il progetto sia in linea con i criteri del VCS Standard, compresi i requisiti per le attività IFM e REDD.

  1. *Sviluppo del Progetto e Documentazione:*

– *Piano di Progetto:* Sviluppare un piano dettagliato del progetto, che includa metodi di monitoraggio, baselines, e strategie di riduzione delle emissioni.

– *Documentazione e Validazione:* Preparare la documentazione necessaria per il progetto e sottoporla a un’entità di validazione approvata dal VCS per confermare la conformità con i suoi standard.

  1. *Implementazione e Monitoraggio:*

– *Attuazione delle Attività:* Iniziare l’implementazione delle attività forestali pianificate, come il logging a impatto ridotto o la conversione di foreste sfruttate in foreste protette.

– *Monitoraggio e Report:* Monitorare regolarmente le attività del progetto e i loro impatti sulla sequestrazione di carbonio e le emissioni di gas serra, e redigere report periodici.

  1. *Verifica e Emissione di Crediti di Carbonio:*

– *Verifica Indipendente:* Sottoporre il progetto a una verifica indipendente da un’altra entità approvata dal VCS per assicurarsi che i risultati rispettino le aspettative e i requisiti.

– *Emissione di Crediti di Carbonio:* Una volta verificato il successo del progetto, i crediti di carbonio possono essere emessi e messi a disposizione per la vendita o altri fini.

Questi passaggi rappresentano una panoramica generale. È importante notare che ogni progetto è unico e può richiedere passaggi specifici o aggiuntivi a seconda delle condizioni locali e degli obiettivi specifici.

La quantità di crediti di carbonio che possono essere creati convertendo 100 ettari di campi agricoli in bosco dipende da vari fattori chiave. Non è possibile fornire un numero preciso senza un’analisi dettagliata, ma posso illustrare i fattori principali coinvolti in questa stima:

  1. *Tipo di Vegetazione e Tasso di Crescita:*

– Il tipo di alberi e vegetazione piantati influenzerà significativamente il tasso di sequestro di carbonio. Alcune specie crescono più velocemente e assorbono più CO2 rispetto ad altre.

  1. *Condizioni Climatiche e del Suolo:*

– Le condizioni climatiche (come temperatura e precipitazioni) e la qualità del suolo influenzano la crescita degli alberi e, di conseguenza, il tasso di sequestro di carbonio.

  1. *Gestione del Progetto e Pratiche Silvicolturali:*

– Le pratiche di gestione forestale, come la densità di piantagione, la cura degli alberi, e il controllo delle infestanti, hanno un impatto diretto sulla crescita degli alberi e sulla loro capacità di sequestrare carbonio.

  1. *Baseline e Scenari di Riferimento:*

– La quantità di carbonio sequestrata è calcolata in confronto a uno scenario di riferimento o baseline. Questo scenario ipotizza la quantità di carbonio che sarebbe stata assorbita o emessa se il progetto non fosse stato implementato.

  1. *Periodo di Tempo:*

– La quantità di carbonio sequestrato aumenta nel tempo. Gli alberi giovani assorbono CO2 a un tasso maggiore rispetto agli alberi maturi, ma nel complesso, un bosco maturo contiene più carbonio.

 

Per ottenere una stima precisa, sarebbe necessario condurre uno studio specifico che includa l’analisi delle condizioni locali, la scelta delle specie di alberi, le pratiche di gestione forestale e la durata del progetto. Inoltre, i calcoli dovrebbero essere conformi ai metodi approvati dallo standard di certificazione dei crediti di carbonio, come il Verified Carbon Standard (VCS). Questo studio sarebbe essenziale per determinare il numero esatto di crediti di carbonio che possono essere generati da un tale progetto.

La quantità di crediti di carbonio che si possono ottenere convertendo 100 ettari di campo di grano in un bosco di pini dipende da molteplici fattori. Tuttavia, posso fornire un’analisi generica basata sui principali elementi che influenzano questo calcolo:

  1. *Tasso di Crescita dei Pini:*

– I pini hanno tassi di crescita e capacità di sequestro di carbonio variabili a seconda della specie e delle condizioni ambientali. In generale, i pini possono sequestrare da 10 a 20 tonnellate di CO2 per ettaro all’anno, ma questa stima può variare significativamente.

  1. *Condizioni Ambientali:*

– Il clima, la qualità del suolo, e le condizioni idrologiche del sito influenzano la crescita e il sequestro di carbonio. Ad esempio, i pini in un clima temperato crescono e sequestrano carbonio diversamente rispetto a quelli in un clima mediterraneo o boreale.

  1. *Gestione Forestale:*

– La densità di piantagione, la gestione del terreno e altre pratiche silvicolturali influenzano il tasso di crescita degli alberi e il loro sequestro di carbonio.

  1. *Durata del Progetto e Maturità del Bosco:*

– Un bosco di pini impiega diversi anni per raggiungere la maturità. Durante questo periodo, il tasso di sequestro di carbonio può variare.

  1. *Metodologie di Calcolo:*

– I crediti di carbonio sono calcolati in base a metodologie standardizzate che considerano il sequestro netto di carbonio rispetto a una linea di base (baseline). Questo include il carbonio già sequestrato nei campi di grano prima della conversione.

  1. *Regolamenti e Standard di Certificazione:*

– Gli standard come il Verified Carbon Standard (VCS) forniscono linee guida su come calcolare e verificare i crediti di carbonio. Queste linee guida devono essere seguite per generare crediti di carbonio vendibili e riconosciuti.

Dato un tasso di sequestro medio, possiamo fare una stima generica. Se ipotizziamo che ogni ettaro di bosco di pini sequestri 15 tonnellate di CO2 all’anno (un valore medio), 100 ettari potrebbero teoricamente sequestrare 1.500 tonnellate di CO2 all’anno. Tuttavia, questo è solo un calcolo approssimativo e per una stima accurata è necessario condurre un’analisi dettagliata che consideri tutti i fattori sopra menzionati.