Nuraghi e spiagge 1

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di Giorgio Valdès

Da una ricerca effettuata diversi anni orsono sull’intera cartografia IGM -quindi ripresa dall’amico Pierluigi Montalbano nel suo blog (cfr. link a margine)-, si era potuto appurare come tutti o quasi i nuraghi presenti in Sardegna fossero allineati a gruppi mai inferiori a tre; delineando così una sorta di pianificazione territoriale con diverse, presumibili finalità, compresa la possibilità di orientarsi in un territorio che a quei tempi doveva essere densamente boscato ma soprattutto quella di controllo dello stesso territorio, dei suoi corsi d’acqua e in particolare dei suoi approdi.

Inoltre, proprio in riferimento agli approdi, la loro sorveglianza era di regola assicurata da un “coronamento” di nuraghi in reciproco contatto visivo, come si evince da una delle immagini di Archeo Sarrabus che si allega, dove sono evidenziati i nuraghi costieri a presidio del litorale di Cala Sinzias.

Nel suo libro “Hic Nu Ra, racconto di un’altra Sardegna” (Delfino editore – 2013), il compianto Nicola Porcu, Ispettore onorario della Sovrintendenza per i beni subacquei e sommozzatore professionista, così scriveva a questo proposito: “…In quarant’anni di ricerche subacquee ho potuto constatare che qualsiasi insenatura, qualsiasi riparo, qualsiasi spiaggia risulta controllata da nuraghi, spesso anche imponenti…I nuraghi disposti lungo la costa erano in collegamento tra loro, posizione che permetteva un controllo continuo delle imbarcazioni che viaggiavano nel mare sardo. A titolo d’esempio, una nave che partiva da Porto Pirastu di Capo Ferrato e doveva arrivare a Baccu Mandara di Jenn’e Mari, era ‘monitorata’ costantemente durante la navigazione…Una tale pianificazione, capillare e articolata nelle sue componenti strutturali (porti, approdi, nuraghi costieri, nuraghi non costieri ma in correlazione visiva sia con la costa sia con l’interno dell’Isola) è specchio dell’organizzazione di comunità sarde artefici di una civiltà che non aveva eguali presso la maggior parte dei popoli del tempo. Tutto lascia pensare, quindi, che nel secondo millennio a.C. e in parte nel primo, la Sardegna fosse la più grande potenza marinara del Mondo Antico”.

Deve anche osservarsi come in periodo nuragico il profilo delle terre emerse –considerata la linea batimetrica a quota inferiore-, fosse differente dall’attuale. Di conseguenza, ai numerosi nuraghi presenti sulle fasce litoranee, vanno sommati quelli sommersi e difficilmente individuabili in quanto ridotti ai minimi termini dai moti ondosi e dalle maree (cfr. foto subacquea della OTSub di Nicola Porcu).

Per tornare agi allineamenti nuragici, un esempio è quello dei nuraghi: Monte Turno, Gibe Truttiri e Maccioni. I primi due di questi tre nuraghi, potranno essere visitati in occasione della manifestazione che si terrà a Castiadas il 5 giugno p.v., seguendo il percorso sintetizzato in uno degli allegati.

Un altro allineamento, a titolo d’esempio, è quello che coinvolge i tre nuraghi: Laccus, Monte S’Ollastu e Sa Proca.

Le foto dei nuraghi Monte Turno e Gibe Truttiri sono di Marco Cocco.

http://pierluigimontalbano.blogspot.com/2013/02/allineamento-dei-nuraghi.html