Santa Maria di Bubalis

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di Viviana Maxia

Per la serie chiese sperdute, sono andata in cerca di uno degli edifici più singolari e misteriosi della storia delle chiese sarde: Santa Maria di Bubalis o, ancor meglio conosciuta come Nostra Signora di Mesumundu, in agro di Siligo.

 

Costruita un territorio ricco di sorgenti termali, probabilmente essa stessa in epoca romana era destinata a quell’uso. Poco conosciuta e molto misteriosa, è una delle chiese più antiche della Sardegna costruite nel breve periodo in cui i bizantini furono stanziali in Sardegna, insieme a San Saturnino di Cagliari, all’Oratorio delle Anime di Massama, vicinissimo ad Oristano e anche la suggestiva San Giovanni di Sinis.

 

La pianta rotonda iscritta in un quadrato, espressione di chiare origini bizantine, denota una costruzione a fasce di mattoni e di trachite scura costituita da una base circolare centrale, sormontata da una cupola semisferica e da corpi laterali che si aprono sui singoli punti cardinali.

 

 

Intorno si possono notare le rovine del preesistente edificio termale. Fu poi donata alla metà dell’anno Mille dal Giudice Barisone ai Benedettini che ne modificarono l’impianto, allargando le navate e costruendo una nuova abside. Si trova purtroppo in condizione di abbandono, inspiegabile per un edificio tra i più importanti, suggestivi e misteriosi dell’isola, con varie stratificazioni temporali ancora chiaramente visibili. Il sito emana un’energia profonda che arriva da molto lontano.

 

Ovviamente è impossibile visitarne l’interno.

La strada che la costeggia è un affronto ad un luogo deputato alla bellezza ed al silenzio.