Simboli, riti, monumenti ciclopici e giganti da Gobekli Tepe alle terre sarde e tosco-laziali. 2

di Giorgio Lecchi

Seconda parte

Inizia il passaggio dal nomadismo alla sedentarietà, il tutto mosso non dal solo fine religioso come a Gobekli.

Sotto queste meravigliose strutture, venivano seppelliti i crani separati dal resto del corpo, anche qui privati delle carni da particolari riti.

Nella vicina Nevali Cori vediamo delle costruzioni simili con sistemi di drenaggio e ventilazione, inoltre troviamo le stesse stele a T di Gobekli Tepe in un edificio, pero’, a pianta quadrata e non circolare, un totem (ve ne erano anche a Gobekli) con un avvoltoio appollaiato su due teste separate dal corpo a testimoniare il rituale già’ descritto.

Tornando a Gobekli, un’altra novita’ eccezionale e’ Il culto dei crani, ne sono stati ritrovati tre di recente, nonostante non siano state scoperte, per il momento, sepolture, presentano tutti modificazioni artificiali diverse da quelle già’ attestate dai culti dei siti ben conosciuti di Gerico e Tell Sultan.

Questi culti li ritroveremo nella Neolitica Catal Huyuk ,citta’ nata nel 6500 A.C. circa, i cui abitanti erano stimati in circa 6000 unità, una metropoli per l’epoca. Essa venne edificata vicino a una palude, per avere acqua in abbondanza per le coltivazioni oltre la possibilità di pescare.

 

Anche qui vediamo case di due e tre piani , ma senza basi in pietra. Tutto è costruito con mattoni di fango, con la tecnica delle “case matte”,  cioè case una addossata all’altra in modo, apparentemente, casuale, senza porte e finestre, con una sola apertura sul soffitto, senza vie di comunicazione. L’edificio  diveniva cosi’ un sistema di difesa, oltre che abitazione.

Gli abitanti oltre che agricoltori e pastori , sapevano tessere e avevano oggetti che lasciano ancor oggi stupefatti, collane di perline di rame e oggetti di ossidiana con fori microscopici millimetrici , specchi, sempre in ossidiana, perfettamente lucidi, ottenibili con delle apparecchiature che si usano ancora oggi.

Inoltre commerciarono questi oggetti anche in luoghi molto lontani. Nella vicina e precedente Gobekli, che all’epoca non esisteva piu’, si utilizzava e c’erano addirittura tre luoghi da cui proveniva questo minerale: dall’Anatolia del nord est, dall’Armenia e dalla Cappadocia.

A Catal Hayuk era praticato, in modo massiccio,”il rito scarnificatorio”, oltre al culto del toro e della dea madre, tanto che lo scopritore James Mellaart disse: “Si puo’ dimostrare una continuità religiosa da Catal Huyuk e Hacilar fino alle grandi Dee Madri” di epoca arcaica e classica e che l’interpretazione dell’arte del Paleolitico Superiore, incentrata sul tema di un complesso simbolismo femminile (sotto forma di animali e simboli), mostra forti somiglianze con le immagini religiose di Catal Hayuk e Hacilar.

A riguardo basti vedere la foto dove e’ ritratta la dea madre partoriente che genera un toro, che ricorda i miti di Zeus ed Europa.

Questo mostra, in maniera inequivocabile, la connessione tra toro e fertilita’ della natura, come energia rigeneratrice, i cicli della vita/morte dove ricorre anche il numero 3 come le 3 fasi del rito scarnificatorio, simboli che si rincorrono, che vengono trasmessi da civilta’ che sono una figlia dell’altra, o da contatti e migrazioni, simboli che si perpetuano simili nei millenni a venire (forse con lo stesso significato).

Lo stesso vale per altri simboli. I tre serpenti capovolti e i pilastri a t (di Gobleki) che potrebbero rappresentare delle porte per l’aldila’, simili alle false porte di ben noti popoli italici. Il tutto ha anche valenze astrali perche’ non si puo’ dare un significato univoco a queste strutture/simboli in quanto gli antichi, verosimilmente, non ragionavano per compartimenti stagni, con il ”modus cogitandi” tipico di noi moderni.

Un’altro esempio e’ il simbolo del toro che da paredro delle madre terra, con valenze di potenza sessuale e rigeneratrice (I 3 cicli : vita ,morte rinascita) passa a falce lunare, a toro celeste che combatte con il sumero Gilgamesh Uru Anna (simbolo di Orione e le sue 3 stelle) , fino ad essere attributo del dio della tempesta Teshub …accompagnato da Kubaba e Arinna dea madre e dea solare, che rivedremo come il Siriano e Filisteo Dagan e il suo discendete Sardus Pater (rappresentato nella foto e simile al” capovolto” sardo e a quello di Gobekli).

 

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