Spose di rango dai Nuraghe all’Etruria.

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di Marco Chilosi
Come in un’alba nebbiosa, in cui timidi raggi di sole si fanno progressivamente strada tra nubi e brume, la verità sui rapporti tra Sardegna preistorica ed Etruschi si evidenzia sempre più chiaramente. Gli Etruschi, è ben noto, hanno intessuto rapporti molteplici e variabili con diverse popolazioni del Mediterraneo, ma la radice più antica, misteriosa ed interessante è con la grande Civiltà Nuragica.
Come proposto da diversi Autori, tra cui svetta il compianto Massimo Pittau [1], i legami tra Sardegna antica ed Etruschi sono molteplici, con suggerimenti che provengono dalla genetica, la linguistica, la storia e l’archeologia. Più volte ne abbiamo argomentato e discusso, anche su Nurnet [2-4]. Numerosi sono i reperti Sardi in terra d’Etruria. Ad esempio, la densità di askos sardi caratterizza in modo inconfutabile la frequentazione di Vetulonia, come riportato in un’intervista di Sergio Frau all’Etruscologo Giovannangelo Camporeale [5]. Molti altri esempi potrebbero essere riportati, ma uno in particolare colpisce per estetica e significato. E’ il bronzetto della tomba di Vulci, datato 850 circa a.C.), esposto a Roma nel Museo Etrusco. E’ ben noto a tutti, ma è utile ricordare che è stato deposto sulle ceneri di una defunta (donna di 25-30 anni), all’interno dell’urna cineraria, sepolta assieme ad una bimba di circa 8-10 anni. Come sostenuto dal Direttore del Museo Valentino Nizzo, questa evidenza è molto rilevante ed insolita e suggerisce che il legame “affettivo/simbolico” di quel reperto non sia semplice ornamento [6]. Era la defunta la “sposa sarda” di un nobile etrusco prematuramente scomparsa assieme alla figlioletta? Il quesito resta sospeso, in attesa di elementi che ne suggeriscano la veridicità. Nel metodo scientifico per corroborare o smentire un’ipotesi è fondamentale ricorrere alla statistica, cercando elementi corrispondenti o simili. E’ possibile reperire oggetti “sacri” o di “appartenenza” in altri contesti funebri dell’Etruria? In assenza di studi comparativi approfonditi e specifici è comunque possibile analizzare i dati disponibili, come ad esempio quelli esposti nella interessante e recentissima mostra di Bologna [7]. Inequivocabile è la derivazione sardo-nuragica di numerosi reperti in mostra. Nella importantissima serie di reperti del ripostiglio di fondazione delle mura di Populonia (VIII secolo a.C.) sono presenti oggetti di riconosciuta valenza identitaria (una navicella di bronzo ed una spada di fattura Nuragica), elementi che documentano la rilevanza del rapporto tra i due Popoli (figura 1).

Ma quello che vorrei sottolineare è il corredo funerario deposto nella sepoltura descritta come di “donna di rango”. Un corredo che documenta l’importanza e la ricchezza della donna defunta. Come quella di Vulci. E’ la sepoltura ad inumazione t.74 della necropoli di Monte Vetrano (SA) del II periodo (750-725 a.C.). Nella descrizione si legge: “era deposta una donna con vesti riccamente decorate. Il suo elevatissimo status è definito da diversi elementi: le conocchie/scettro, gli spiedi, gli alari e un coltello, legati al consumo della carne…..” La presenza di una tipica navicella sarda in bronzo collega direttamente alla Sardegna Nuragica (figura 2).

E’ difficile considerare questa navicella come “corredo estetico-decorativo” di una matrona Etrusca, essendo questi bronzetti tipicamente collegati, nei siti della Sardegna, a culti e ritualità. Sono oggetti rari, preziosi e di fattura speciale. Non sono trovati mai in Sardegna a corredo di sepolture, ma sempre in luoghi sacri, fonti sacre o Nuraghe. A differenza dei vasi greci, quelli sì oggetti di lusso, prodotti in serie, di valenza decorativa, di fasto o status symbol, questi bronzetti sono rarissimi e di austera simbologia di “appartenenza” e sacralità. Tramandati gelosamente, affidati alla figlia come protezione per il pericoloso viaggio, l’avventura di una nuova vita, simbolo identitario e di prestigio. Da custodire fino alla morte, ed oltre, nell’aldilà. E in un’altra sepoltura, di un uomo questa volta, è presente un corredo di bronzetti riferibili alla sfera femminile domestica: un tipico cestino da tessitura, ed un bottone nuragico di valenza cultuale (figura 3);

depositati, si suggerisce in un interessante pubblicazione dalla coniuge del defunto . Simbolo evidente di amore, cedendo gli oggetti a lei più cari e sacri, unico concreto e prezioso ricordo degli anni felici della giovinezza nella sua terra. Queste due sepolture suggeriscono inevitabilmente l’ipotesi di una presenza femminile di rango in Etruria, nell’Etruria più antica, precocemente nello sviluppo di quella grande Civiltà tanto importante per la storia della penisola e dell’Europa intera. Erano donne Sarde, coniugate a nobili Etruschi? La sepoltura di Vulci, questa “donna di rango” di Monte Vetrano e la “dolente congiunta” del defunto della sepoltura della tomba 6107, costituiscono singoli importanti elementi, statisticamente “robusti” in una casistica così esile. Seguendo l’assunto di Agatha Christie: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova» potremmo ipotizzare, senza eccessi di fantasia, che le “donne di Sardegna” fossero oggetto di notevole interesse matrimoniale nella Etruria Villanoviana.
In tutti i tempi, ahinoi, le donne sono state, loro malgrado, oggetto di scambio e dono in alleanze dinastiche, intercessione politico-economica nei rapporti tra regni, nobiltà, aristocrazie e “poteri forti”, vittime sacrificali di “nozze” strategiche, con maschi importanti, spesso rozzi e prepotenti, certamente non ispirati da innamoramento. Unico scopo e significato di quelle nozze erano le diplomatiche alleanze e le doti di “fattrice” della predestinata. Nell’esaminare i corredi di queste fanciulle della Sardegna in Etruria ci piace invece immaginare rispetto, amore e considerazione.

 

Immagine in evidenza: Donna Etrusca da Chiusi

1. Massimo Pittau. Origine e parentela dei Sardi e degli Etruschi. Saggio storico-linguistico.
Sassari, Carlo Delfino editore, 1995
2. http://www.nurnet.it/it/1523/Nuragici_ed_Etruschi.html
3. https://www.nurnet.net/blog/l0fferente-analogie-e-differenze-tra-nuragici-ed-etruschi/
4. https://www.facebook.com/NURNET2013/posts/1521551987923520/
5. https://www.repubblica.it/online/spettacoli_e_cultura/etruschi/tirsenoy/tirsenoy.html
6. https://www.youtube.com/watch?v=1fjtWVDcHNg
7. Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna. Bologna, Museo Civico Archeologico, 7 dicembre 2019 – 24 maggio 2020
8. Martelli I. New proposals on some iron age contexts from Vulci and Pontecagnano with pyxides and tablet belts. Quaderni annuali dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo antico. XII-XIII, 2015-2016.