di Giorgio Valdès Sull’Unione Sarda del 30 Maggio 2010 era apparso un articolo di Giusy Ferreli che si riferiva sul ritrovamento di diciannove asce bronzee nel sito di S.Salvatore a Tortolì. Le stesse asce sono state esposte a Cagliari nei locali che hanno ospitato la mostra “L’Isola delle Torri”. Alcune polemiche erano seguite al fatto che la scoperta fosse stata tenuta segreta per diverso tempo allo scopo di evitare il saccheggio del sito dei ritrovamenti. Pur non entrando nel merito di questa scelta occorre osservare che ai tombaroli, dotati di “antenne” sensibilissime, non può essere sfuggita la presenza degli archeologi impegnati nelle ricerche, indipendentemente dalla loro eventuale pubblicizzazione. Qui di seguito si propone la versione integrale dell’articolo di Giusy Ferreli: “A Tortolì i nuragici custodivano armi da guerra. Lo ha scoperto una équipe di archeologi guidati dalla sovrintendente Maria Ausilia Fadda. I reperti sono stati affidati in custodia alla Guardia di finanza. Sono riemerse da un passato antichissimo per raccontare un inedito capitolo della storia ogliastrina. Sono le diciannove asce in bronzo rinvenute nell’insediamento di San Salvatore, sito archeologico che domina la costa di Tortolì, e custodite per pochi giorni nella sede dalla Guardia di Finanza ad Arbatax per il timore dei tombaroli. Le armi, preziosissima testimonianza della civiltà nuragica, hanno poi preso la strada della Sovrintendenza dei beni archeologici di Nuoro. Il clamoroso rinvenimento risale a tempo addietro ma tutto è stato accuratamente nascosto proprio per evitare che i tombaroli saccheggiassero il sito prima del completamento degli scavi. La notizia è rimasta talmente segreta che del rinvenimento dei reperti non è stata informata neanche l’amministrazione comunale della cittadina. «L’abbiamo saputo di straforo – fanno sapere dal palazzo municipale di via Garibaldi – e abbiamo subito inviato lettera di protesta al sindaco di Villagrande, comune capofila del Piano integrato d’area archeologico, chiedendo di essere messi al corrente di ogni fatto importante che si verifica all’interno del sito di San Salvatore, soprattutto in presenza di notizie positive come quella del rinvenimento delle asce». Il rinvenimento è stato effettuato dall’équipe che si sta occupando della campagna di scavi finanziata attraverso il Pia e coordinata dal direttore della Sovrintendenza, l’archeologa Maria Ausilia Fadda. Nel progetto, che punta alla valorizzazione del patrimonio archeologico ogliastrino, sono coinvolti i comuni di Villagrande con S’Arcu e is Forros e di Lanusei con Selene. Il sito di S’ortali e su Monte, a maggior ragione dopo la recente scoperta, viene considerato di grande interesse dagli studiosi. Il complesso comprende un nuraghe monotorre con antemurale ed un piccolo villaggio. A poca distanza del complesso si trovano anche una tomba di giganti e tre menhir, a testimonianza del fatto che l’insediamento appartiene a età diverse. In passato ha riservato altre, interessanti scoperte. Uno scavo, effettuato negli anni 1990 e 1991 dalla stessa Maria Ausilia Fadda ha permesso di riportare alla luce numerose capanne all’esterno dell’antemurale e di alcune strutture che si addossano alla cinta muraria. In due capanne circolari con al centro dei focolari è stata riscontrata la presenza di utensili come ceramiche, macine e pestelli. Sempre nell’area sono stati riportati alla luce nove siloi per la conservazione di derrate alimentari. Il rinvenimento di numerosi resti di granaglie ha indotto gli esperti a ritenere che l’accumulo di surplus fosse destinato agli scambi e quindi il sito di S’ortali e su Monte potesse essere un importante snodo commerciale. Ora con la scoperta dell’armeria nuragica è facile ipotizzare che a protezione del complesso che si trova a due passi dalla spiaggia di Orrì vi fosse una guardia armata. Il Pia archeologico ogliastrino, partito nel lontano 2001 con una dote di sei miliardi delle vecchie lire, è andato incontro a diverse vicissitudini che ne hanno bloccato l’iter e rallentato l’attuazione dell’Accordo di programma. Ma ora grazie all’intervento, considerato un’occasione di sviluppo turistico ed economico, si potrà approfondire una capitolo della storia millenaria di questa terra e del sito di San Salvatore, uno dei rari esempi di nuraghe realizzati a poca distanza dal mare”. Nell’immagine di Irei: il nuraghe di S’Ortale ‘e su Monte a Tortolì