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GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)

134) GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)
Nome: guerriero con lancia e ariete (o muflone)
Professione: guerriero
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario:
Guerriero con elmo cornuto a calotta, scudo sulle spalle, nella mano sinistra impugna una lancia e una corda con cui trattiene un animale, probabilmente un ariete o un muflone. Con la mano destra porge il saluto devozionale.
L’uomo sembra indossare una tripla tunica e un corto gonnellino (oppure una lunga tunica con tre balse e parte inferiore frangiata) e degli schinieri.
Luogo di ritrovamento: santuario nuragico di Serra Niedda – Sorso
Residenza attuale: da verificare
Curiosità:
Riportiamo l’interessante ipotesi di alcuni appassionati che vedono raffigurata in questo bronzetto una vera e propria tecnica di guerra: il guerriero nuragico sarebbe infatti equipaggiato con ariete o montone al guinzaglio per un motivo ben preciso. ?
“Lo storico Claudio Eliana confermò che gli elefanti si spaventano a morte quando sentono il verso del maiale ma anche dei montoni”
http://www.vanillamagazine.it/i-maiali-infuocati-da-guerra…/
Immagine a colori dal web; immagini in bianco e nero di S. Flore tratta dal Bullettino Archeologico
Informazioni e curiosità di G. Exana, prese da pagina fb “Testimonianze e creatività della Sardegna”

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Prov:
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OFFERENTE CON FOCACCE

102) OFFERENTE CON FOCACCE
Nome: offerente con focacce
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 13,4 cm
Aspetto e vestiario: l’offerente è un uomo comune che guarda la divinità e porge il saluto devozionale con la mano destra, sommariamente lavorata; con la mano sinistra regge il bordo di un vassoio contenente focacce e appoggiato sulla spalla sinistra. Il vassoio è rettangolare, forse di legno di castagno e non in metallo o terracotta; ha il bordo in rilievo su tutto il perimetro, è cavo e contiene quattro focacce disposte in modo disordinato, due delle quali sono sovrapposte come se si fossero mosse durante l’offerta per l’inclinazione del vassoio.
L’uomo indossa:
– copricapo a calotta con un lembo alzato nel mezzo, da cui spuntano i capelli, resi con striature verticali
– tunica semplice decorata con balza visibile sul fianco sinistro all’altezza della coscia
– manto striato da incisioni verticali parallele, sottili e fitte che si incrociano stilizzando la trama del tessuto. Il mantello è ripiegato e gettato sulla spalla sinistra, come già visto in altri bronzetti; evidentemente era un indumento comune a persone di varie categorie e di diversa estrazione sociale
– bandoliera a tracolla e pugnaletto ad elsa gammata (in parte nascosto dal mantello)
Il viso, poco leggibile, presenta lineamenti attenuati, occhi a mandorla (molto erosi), bocca fusa col mento, collo tozzo e svasato. Appare comunque evidente lo schema a T di naso e sopracciglia.
Luogo di ritrovamento: Ogliastra, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: piedi mancanti, viso molto degradato, il resto del corpo è integro
Curiositá: Le focacce sono rotonde con un buco nel mezzo, con forma di ciambella: probabilmente erano fatte in farina di grano o d’orzo, cereali in uso all’epoca.
Fotografia del bronzetto di P. Montalbano
Immagini tratte da G. Lilliu, ” Sculture della Sardegna Nuragica”, 1966, ed. ILISSO

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Prov:
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CERVO INFILZATO SU STOCCO

92) CERVO INFILZATO SU STOCCO
Nome: cervo infilzato su stocco
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 14 cm
Aspetto: il cervo è infilzato dalla pancia alla schiena da un lungo stocco con lama a doppia nervatura.il corpo è massiccio ma nel punto in cui viene infilzato é assottigliato e afflosciato, come per rappresentare l’animale trapassato dal ferro e ferito a morte.
La bocca infatti é aperta e la lingua penzola rigida; il corpo é straordinariamente allungato e rilassato, con le zampe a ciondoloni rappresentate cortissime rispetto alla lunga massa, soprattutto le zampe anteriori. Il cervo è maschio (si nota il sesso allungato aderente alla pancia), però Lilliu fa notare che, se non fosse per le corna con palco ramificato, potrebbe sembrare anche un altro animale: la coda infatti è corta e grossa, la testa somiglia a quella di un bovino.
Luogo di ritrovamento: UTA (CA), localitá Monti Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotti il corno destro alla radice, il sinistro al di sopra del ramo inferiore
Curiositá: si tratta del sacrificio di un cervo, raffigurato in modo molto realistico; per Lilliu si tratta di un’operazione di magia traspositiva, simile a quella che ha prodotto gli schemi zoomorfi di altri bronzetti ritrovati raffiguranti il sacrificio di un bue e di un muflone.
Fotografia dalla pagina fb UTA archeologica
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

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DONNA DI TETI CON “CAPPELLO DA STREGA”

Nome: Donna di Teti con “cappello da strega”
Professione: sconosciuta, forse sciamana o guaritrice
Altezza: 11 cm
Aspetto: benedicente ed elegante
Vestiario: copricapo con punta molto alta, mantello con scollo frangiato, tunica lunga e aderente chiusa sul davanti, balza pieghettata, acconciatura accurata con scriminature e quattro trecce
Luogo di ritrovamento: TETI – Abini (NU)
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: bronzetto con piedi e parte delle mani mancanti
Curiositá: il medesimo cappello realizzato con fibre vegetali intrecciate è utilizzato ancora oggi dalle donne yemenite di etnia Hadramaut e Tihama. Negli anni ’80 e ’90 furono inoltre ritrovate in Cina nella zona desertica del Taklamakan numerose mummie di 4000 anni fa di uomini e donne di ceppo europeo-caucasico con i capelli biondi e rossi e gli occhi chiari. Tra queste, una mummia di donna con trecce bionde, vestita con lunghi abiti in lana rossa e un cappello enorme alto 70 cm del tutto simile nella forma a quello del bronzetto di Teti

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CARRO A DUE RUOTE

50) CARRO A DUE RUOTE
Nome: carro a due ruote
Altezza: 4,1 cm.
Lunghezza: 6,5 cm.
Larghezza: 5,4 cm.
Aspetto: la ruota sinistra (originale) mostra quattro raggi a croce intorno al mozzo rotondo. Descrivendo il corpo del carretto, Lilliu parla di una cassa di forma ricurva e non sembra convintissimo che si tratti di un carretto (lo chiama anche “mobiletto”), e dice che non sa trovare proprio nessun riscontro di carro simile in tutto il mondo antico vicino al mondo protosardo.
Dato che il carretto è incompleto, privo di sedile e di timone, non riesce a ricostruirne nè l’immagine nè l’utilizzo.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), località Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: incompleto nella parte destra, é stato ricostruito (tutto l’asse tranne il tratto inserito nel tamburo e la ruota destra)
Curiositá: rimangono per Lilliu numerosi dubbi sulla funzione e natura di questo oggetto.
1) il conducente stava in piedi sul veicolo oppure lo guidava da seduto poggiando i piedi sulle assicelle del telaio?
2) vista la mancanza del timone, come veniva trainato il carretto e da quale animale? Da un cavallo… o un bue?
In allegato abbiamo inserito un’ipotesi di ricostruzione di carro da guerra del periodo nuragico (di G. Exana)
Fotografia e disegni di G. Exana

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ANSA DI VASO IN BRONZO

118) ANSA DI VASO IN BRONZO
Nome: ansa di vaso in bronzo con decorazione di globetti e anatrelle
Dimensioni: altezza 11,2 cm – larghezza 14,7 cm
Aspetto: l’ansa, appartenuta molto probabilmente a un vaso bronzeo, é costituita da un’ampia maniglia a ferro di cavallo, due piastre rotonde decorate con motivi a spirale, un listello rettangolare di collegamento delle piastre decorato con tratti orizzontali in rilievo.
La maniglia é decorata in alto con tre piccole forme sferiche equidistanti; le piastre a disco sono invece sormontate da anatrelle rivolte verso il vaso. Il corpo dei volatili é decorato con incisioni oblique che rappresentano le piume; gli occhi sono a globetto; la forma del corpo e del collo è “serpentina”.
Lilliu nota forti SIMILITUDINI dei dischi a spirale con:
– ruote del ” cofanetto” (o meglio modellino di carro con ruote) proveniente da Oschiri che abbiamo già schedato (nostra scheda n. 31 del 13 agosto 2016)
– duplice fila di rotelle spiraliformi che decora la lastra traforata di un “cofanetto” proveniente da S.Maria di Paulis
– frammento di vaso da Forraxi Nioi-Nuragus con dischetti a spirale
– maniglia di piccolo caldano carenato in bronzo di Calagonone-Dorgali, presso privato in Milano

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CAPOTRIBU’ DI UTA CON SPADA (e bastone)

Nome: Capotribù di Uta con spada
Altezza: 39 cm
Aspetto: fiero e imponente, armato di spada, pugnale nuragico ad elsa gammata (inguainato in custodia decorata a spina di pesce) e bastone con borchie in metallo
Vestiario: berretto, doppia tunica o tunica con gonnellino, ampio mantello, due sciarpe con estremità frangiate
Luogo di ritrovamento: UTA (CA), località Monte Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: bellissimo

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NAVICELLA CON PROTOME CERVINA E ANIMALI VARI SULL’ORLO

98) NAVICELLA CON PROTOME CERVINA E ANIMALI VARI SULL’ORLO
Nome: navicella con protome cervina animali vari sull’orlo
Dimensioni: lunghezza 22 cm
Aspetto: é la navicella più nota tra gli esemplari ” protosardi”, ricchissima nella decorazione, interessantissima per la varietà delle figure, importante per la cronologia ed i riflessi culturali.
Lo scafo ha il fondo piatto su cui si notano due peducci situati nel terzo anteriore. Il manico è costituito dalla sbarretta del giogo legato, alle estremità, ad una coppia di buoi, ritti in piedi su ciascun lato dello scafo sopra l’orlo. Al giogo è saldato, nel mezzo, un anello di sospensione.
La sbarretta del giogo è ornata sulla superficie esterna con vari motivi lineari: i margini sono decorati da un disegno a treccia, la mezzeria é identificata da un listello sormontato da una fila di perline con una più grande al centro.
A prua sporge la protome cervina saldata allo scafo con collo lungo rinforzato da anelli concentrici, già visto anche in altre navicelle. La testa del cervo ha struttura cilindrica, gli occhi sono piccoli bulbi, le orecchie sono appena accennate e le corna si levano alte inclinandosi un po’ all’indietro e curvandosi all’interno senza toccarsi e sono fitte di ramificazioni (purtroppo non conservate).
Dietro la protome, nel ponticello di prua, si nota una figura singolare: un insieme di quattro colonnine cilindriche (con terminale modinato a tori di scozia) che, unendosi, fanno da piedistallo a un elemento più grosso che emerge nel mezzo. È interessante il dettaglio che appare sulla parte terminale di elementi minori: sopra la modinatura di due elementi è presente un piccolo volatile (anatrella?), molto simile alle colonnine centrali (alberi) di varie navicelle nuragiche.
Ma la caratteristica peculiare di questa navicella bronzea è sicuramente il complesso ornamento plastico che si svolge, come una sfilata, lungo il perimetro dell’imbarcazione: ovvero la disposizione di “animaletti accalcati sui margini dello scafo e annidati nelle sedi più impensate e irrazionali, come sotto il collo della protome e tra i bronchi del palco cervino”, che cerca di riempire ogni vuoto, ogni spazio.
Gli animali raffigurati con espressione realistica e con atteggiamenti naturali sono i seguenti.
SULLA PROTOME:
– due anatrelle appollaiate, una per parte, sul bronco più alto del palco di corna della protome, con la testina rivolta in avanti
– un roditore, che si arrampica sotto la gola della protome. Ha il muso lungo, le orecchie piccole, la coda a corto salsicciotto e gli occhi a globuletto.
SUL FIANCO SINISTRO:
– un cane, in piedi e rivolto verso prua. Ha orecchie corte e aguzze e il muso appiattito, la coda è girata “a volvolo”, arricciata
– un riccio che guarda a poppa, in atteggiamento di difesa, verso un altro cane che sembra stia abbaiando, pronto ad aggredirlo
– un secondo cane, identico al primo tranne che per la coda girata in verticale a uncino, che sta seduto sulle zampe posteriori
– un bue rivolto a poppa, fermo e placido, ritto in piedi, mangia da un grosso cesto conico, probabilmente fatto di intreccio di canne e vimini, viste le rigature concentriche sovrapposte. Le corna si levano lunate e pomellate, il muso termina in un appiattimento a ventosa o a disco, la coda pende rigidamente fino a terra. Tra le zampe anteriori e la mangiatoia è visibile il resto di un oggetto di ferro, molto ossidato. Secondo Lilliu trattasi di supporto adatto per appendere la navicella, dopo l’uso, in posizione di fianco.
– suino domestico corpulento che mangia, placido e in piedi, da un cesto simile a quello del bue, ma più piccolo. Il corpo del maiale è tozzo e greve, la coda arricciata, la schiena setolosa resa con striature a spina di pesce, le orecchie abbassate e il muso a ventosa appiattito
– un ariete (o muflone maschio) identificabile dalle corna avvolte all’indietro, con la groppa rialzata e con il grosso muso a disco appoggiato al posteriore dell’animale che lo precede (probabilmente un’esemplare femmina che l’animale si appresta a montare)
– muflone femmina (o pecora), in piedi, col dorso discendente in avanti, che fa forza sulle zampe anteriori per reggere il peso dell’esemplare maschio
– animale difficilmente interpretabile: la testa, volta a prua, tocca col muso allungato l’orlo dello scafo a cui aderisce anche il resto del corpo, sino a confondersi con esso. La forma della testa e il taglio aguzzo delle orecchie suggeriscono la rappresentazione di un cane accosciato, disteso allungato sul bordo della nave, come per riposarsi
SUL FIANCO DESTRO (da prua a poppa)
– un cane, del tutto simile a quello presente sul fianco sinistro
– un quadrupede volto a poppa, che mangia da un cesto. É un animale domestico, infatti lo schema del corpo è simile a quello del bue aggiogato che lo precede e farebbe pensare a un torello con le corna giovani, appena pronunciate
– davanti al quadrupede, c’è un volatile (un’anatrella?) identico a quelli raffigurati sulle colonnine del “castello” e tra i rami del palco delle corna della protome cervina
– bue aggiogato, uguale al compagno dell’altro lato, perfettamente simmetrico
– un cane con figura e atteggiamento identico al compagno del lato sinistro che attacca il riccio; in questo caso, il cane abbaia e si appresta ad assaltare il suino da dietro
– suino, simile nella figura d’insieme e nei particolari anatomici al compagno sul lato sinistro, posizionato però in avanti rispetto all’altro esemplare, probabilmente per lasciare posto nella composizione ad altri animali. L’animale a differenza del compagno, non mangia dalla cesta, anzi non mangia affatto, perché è assalito da due cani. Ciò fa pensare che si tratti non di un maiale ma di un cinghiale, dato che la rappresentazione è del tutto simile a una scena di caccia nel momento in cui il cinghiale viene stanato e circondato dai cani
– un altro cane, eretto, che azzanna il muso del suino, trattenendolo
– animale sdraiato e disteso allungato sull’orlo dello scafo, probabilmente anche in questo caso trattasi di un cane
Ringraziamo Andrea Loddo per averci fatto notare che sulle corna dei buoi aggiogati sono presenti quattro sfere con raffigurati tratti umani.
Nel complesso la raffigurazione si basa su temi comuni della vita agreste desunti sia dall’esperienza agricola e di allevamento (giogo, maiale, gruppo di ariete e pecora), sia dall’attività venatoria (protome cervina, cani, scena di caccia con cinghiale).
Pertanto per Lilliu la navicella potrebbe a prima vista ritenersi un esempio di battello da trasporto di lunga navigazione, come le analoghe navicelle nuragiche, date le dimensioni e la forma…..ma non certamente per l’insieme dell’ornato plastico che non ha alcuna relazione con animali trasportati per mare. “A che scopo caricare cane e cinghiali?” si chiede lo studioso.
Luogo di ritrovamento: Colonia di Buriano (Grosseto), antica Vetulonia, dal circolo del Duce, gruppo V
Residenza attuale: Museo Archeologico di Firenze

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UOMO DI UTA CON CORDA

8) UOMO DI UTA CON CORDA
Nome: noto come Fromboliere
Professione: sconosciuta
Altezza: 15 cm
Aspetto: fiero e attento, con corda ritorta e tesa tra le mani. Si nota una certa somiglianza con alcuni bronzetti capotribù, anche per la presenza del copricapo e del pugnale
Vestiario: doppia tunica smanicata, cintura con frange decorative, berretto a calotta, pugnale nuragico con elsa gammata inserito nella bandoliera, capelli corti
Luogo di ritrovamento: UTA (CA), località Monte Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il bronzetto é stato ritrovato con i piedi spezzati
Curiositá: secondo alcuni studiosi la corda potrebbe essere stata utilizzata come fionda oppure come semplice corda resistente da utilizzare per vari usi (domestici, etc.).
Secondo un’altra ipotesi segnalataci potrebbe invece trattarsi di una delle preziose corde composte da tante cordicelle attorcigliate provenienti da Tartesso.
Nella Bibbia si parla infatti delle navi di Thartshish (Tartesso…. per alcuni Tharros…) che solcavano i mari e tra le varie mercanzie portavano “funi ritorte e robuste” come questa; il bronzetto potrebbe quindi rappresentare un offerente che presenta la corda come segno di devozione o ex-voto.
fotografie e ipotesi di G. Exana

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Prov:
Autore: foto G. Exana
Arciere

Il guerriero riprodotto, per equipaggiamento e uniforme, appare inquadrabile nella tipologia di guerrieri pesanti, soldati cioè con ridotte possibilità di movimento causate dall’armatura (Cabriolu 2009 – Bronzetti: attribuzione difficile in Lacanas n° 41 V/2009 Ed. Domusdejanaseditore p.36 ) un micidiale potenziale offensivo dovuto alle armi in dotazione. Il milite stante, analizzato stilisticamente, sembra appartenere al gruppo figurato relativo alla produzione di Teti, raggruppamento già conosciuto e descritto sin dagli anni ’60 dal Prof. Giovanni Lilliu. Le caratteristiche principali che identificano tale “corrente stilistica” sono individuabili nel viso di forma semiconica dove un copricapo fornito di un vistoso paranaso interviene a formare il tipico schema a T rinvenuto in pezzi provenienti da diverse località quali ad esempio Urzulei oppure Alà dei Sardi.

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Prov:
Autore: Marcello Cabriolu
MODELLINO DI NURAGHE E CAPANNE

81) MODELLINO DI NURAGHE E CAPANNE
Nome: modellino di nuraghe e capanne
Dimensioni: lunghezza residua del basamento 7,7 cm (lunghezza originaria 12,5 cm)- larghezza 9,5 cm – altezza residua dell’edificio turrito 7,3 cm
Aspetto: nel mezzo di una sottile lastra rettangolare sorge un edificio a torricelle, limitato sulla destra da uno schema di capanna con copertura a doppia falda.
L’edificio centrale è un corpo a pianta quadrangolare, vuoto all’interno, guarnito da quattro esili torri agli angoli ed alte colonnine rastremate in cima dove terminano in un capitello “a tori e scozia” (vedi note). Le colonnine, che sorgono direttamente dalla lastra di base, sono per tre quarti affiancate al corpo dell’edificio e per la restante parte si alzano sulla copertura “a terrazzo”. Nel mezzo della copertura si eleva un’altissima torre centrale, spessa il doppio delle altre….doveva avere (forse) un capitello sommitale, come le colonnine.
La capanna è costituita da un vano rettangolare chiuso su due lati con tetto a doppia falda spiovente, rappresentato con due strati sovrapposti: uno inferiore che indica lo schema ligneo del soffitto, uno superiore liscio all’esterno che indica una copertura, forse di paglia.
Sulla cima del tetto sono raffigurati tre uccelli molto grandi: uno sta nel mezzo, rivolto verso l’edificio nuragico, mentre gli alti due sono ai margini, disposti lungo il colmo e rivolti rispettivamente verso la facciata e il retro del piccolo edificio.
Luogo di ritrovamento: Ittireddu (SS), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: lastra basale spezzata a sinistra. Sul lato mancante era presente un’altra capanna in perfetta simmetria rispetto allo schema presente. Frastagliata la parte destra della lastra.
La torre centrale e tre delle colonnine laterali sono spuntate;
mancante anche una colombetta.
Curiosità: per Lilliu questo oggetto è la rappresentazione di un nuraghe quadrilobato, che trova l’esempio monumentale più completo e significativo in Su Nuraxi a Barumini.
I volatili rappresentati sono probabilmente colombe o anatrelle e sono un motivo squisitamente ornamentale per Lilliu, senza un significato simbolico preciso.
Infine per Lilliu la capanna a pianta quadrata con copertura a doppio spiovente non rappresenta un’abitazione bensì una capanna campestre stagionale, o una postazione per le guardie (con colombette??? ?).
Interessante leggere le altre (alcune fantasiose!) ipotesi citate da Lilliu e fatte da vari studiosi per le capanne (di cui una sola conservata):
– arca di Noè presso un modello di cattedrale del primissimo Medioevo (???)(Spano)
– edicole di culto dipendenti da un tempio di tipo fenicio- cipriota (Spinazzola)
– edicole di culto dipendenti da tempio nuragico di carattere betilico (Milani)
– edicole di culto dipendenti da tempio miceneo (Lanternari)
– tettoia per deposito di minerali, materiali e arnesi da lavoro connessi con un altoforno metallurgico a cinque ciminiere (Mingazzini)
– “testudo arietaria” nuragica senza trave (macchina da guerra con testa d’ariete ) in ricordo dell’assalto alla vicina fortezza (Contu) ???
– nuraghe complesso inserito nel contesto del villaggio segnato schematicamente e idealisticamente da casette del tutto convenzionali ma significative (Pais e…Lilliu)
Note: si riporta l’immagine di modanature lisce con profili curvilinei semplici tratta dalla tav.29 del libro Le Regole de’ cinque Ordini di Architettura Civile del Vignola, da dove si evince la forma a “toro” e “scozia”
Fotografia e immagine dal web
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

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PORTATORE DI LANCIA IN NUDITÀ RITUALE

125) PORTATORE DI LANCIA IN NUDITÀ RITUALE
Nome: portatore di lancia in nudità rituale
Professione: sconosciuta
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario: l’uomo è raffigurato in piedi, completamente nudo; con la mano destra (tozza ma con le dita incise e visibili) alzata quasi all’altezza del viso, per porgere il saluto devozionale; con la mano sinistra regge una lancia.
Le gambe sono leggermente piegate, i piedi quasi uniti. Ben evidenti le parti anatomiche del sesso maschile, la cui rappresentazione assumerebbe un significato rituale.
La testa sembra foggiata a capocchia liscia o forse l’uomo indossa una berretta a calotta semisferica.
Luogo di ritrovamento: Antas-Fluminimmagiore (CA), dalla tomba n. 3 (X sec. a.C.).
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: integro
Curiositá:
Questo bronzetto fu trovato in una sepoltura a pozzetto (dello stesso tipo scavate dall’archeologo A. Bedini a Mont’e Prama), la tomba n.3.
L’inumato rinvenuto entro tale tomba aveva infatti con sè questi oggetti:
– una collana con materiali in ambra, cristallo di rocca, pasta vitrea e argento.
– indossava un anello al dito
– stringeva il bronzetto nuragico
“Secondo gli studiosi si tratterebbe della rappresentazione della prima divinità nuragica adorata nell’area di Antas, il Babai, la divinità paterna che in seguito sarebbe stata interpretata dai cartaginesi come Sid Addir Bab, e dai romani come Sardus Pater.” (P. Montalbano)
“Quanto alla divinità fatta oggetto di culto è da rimarcare la presenza a Serra Niedda di una statuina bronzea raffigurante un personaggio in nudità rituale. La figura di Serra Niedda è stata paragonata al portatore di lancia in nudità rituale proveniente da Antas, presso il tempio del Sardus Pater. ”
(Da Wikipedia).
Fotografia di RS Roberto

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Autore: Foto RS Roberto