“Il paesaggio sardo colpisce a prima vista per la pleiade di volumi fisici rotondi che si succedono in continuità insistenti, martellanti tanto da fissarsi nell’occhio e nella mente dei visitatori come elemento assolutamente caratteristico di una terra e di una civiltà straordinarie, dall’apparenza mitica, come una sorta di simbolo e di bandiera d’un popolo. Questi volumi rotondi sono i volumi dei nuraghi. E i nuraghi significano fascino di Sardegna, oltre la natura vergine e sconfinata, oltre il mare” Così scriveva il grande archeologo sardo Giovanni Lilliu nel suo libro titolato “Sardegna Nuragica”. Il nuraghe, nella sua forma più semplice, è costituito da una torre troncoconica con vani circolari sovrapposti e coperti da falsa volta (tholos) ottenuta con l’aggetto delle pietre delle pareti. I vani sono raccordati tra loro, nella forma più evoluta, da una scala elicoidale che corre nello spessore murario. La forma più complessa è costituita da una serie di torri (da una a cinque) che si dispongono attorno ad una torre semplice (mastio), unite tra loro da murature rettilinee o concavo-convesse (cortine). Attualmente il numero dei nuraghi è superiore ai settemila, ma è probabile che la loro iniziale consistenza sia stata molto maggiore. Ciò in quanto un gran numero di essi è ancora celato sotto terra, mentre tantissimi altri sono stati smantellati per esigenze di spietramento di terreni agricoli, per realizzare muretti a secco o opere edilizie di vario genere, o addirittura utilizzati come fondamenta di strutture civili e religiose. Si può affermare che i nuraghi evoluti – la cui edificazione è presumibilmente compresa tra la metà del Bronzo Medio (1600 a.C. circa) e l’inizio dell’Età del Ferro (900 a.C. circa)-, rappresentino l’evoluzione o a volte la trasformazione di una precedente struttura generalmente denominata “protonuraghe” o “nuraghe a corridoio” o “pseudonuraghe” o “nuraghe arcaico”.
Protonuraghi
Chiamati anche “pseudonuraghi” o “nuraghi a corridoio” o “nuraghi arcaici”. Ciò che li accomuna è fondamentalmente la tecnica costruttiva a grosse pietre senza malta. Il periodo dei protonuraghi si estende tra il 1600 e il 1330 a.C . circa. Si tratta di edifici costituiti prevalentemente da corridoi variamente articolati, spesso coperti da lastroni orizzontali affiancati. Vi si trovano anche nicchie e piccoli ambienti, talora coperti a falsa-volta. Sono strutture rozze e basse, molto inclinate al filo esterno. Il contorno varia dal rotondo all’ellittico, al sub-quadrato e al rettangolare. L’interno, al piano terra, si presenta con uno o più corridoi a solaio piano, che diventano gallerie quando attraversano in lungo o in largo la costruzione, che allora mostra due ingressi contrapposti. Al lato o ai lati del corridoio possono aprirsi cellette in copia, talora ripetute, così da formare uno schema a transetto e possono presentarsi scale in muratura che immettono all’unico piano superiore. Il numero ammonta ad oltre un migliaio di monumenti.