Bronzetti Nuragici

Museo virtuale delle sculture bronzee di produzione nuragica conosciute

In questi anni abbiamo schedato vari bronzetti nuragici sulle nostre pagine Facebook “Bronzetti Nuragici”, “S’Ischisorgiu Furau. L’arte Dei Sardi- Catalogo Arte Prenuragica e Nuragica)” etc.

Vorremmo ora raggruppare tutto il nostro lavoro in un unico grande Museo Virtuale dove il visitatore potrà ammirare le varie opere accompagnate da brevi schede descrittive… BUONA VISIONE!

5) Lottatori

5) LOTTATORI DI UTA Nome: lottatori di Uta Professione: atleti Lunghezza: 15 cm Aspetto: rappresentazione di lottatori sardi nell’arte marziale…

8) Fromboliere

8) UOMO DI UTA CON CORDA Nome: noto come Fromboliere Professione: sconosciuta Altezza: 15 cm Aspetto: fiero e attento, con…

CAPOTRIBU’

1) CAPOTRIBU’ DI UTA CON SPADA (e bastone)Nome: Capotribù di Uta con spadaAltezza: 39 cmAspetto: fiero e imponente, armato di…

Immagini

Antico arciere sardo
19 Guerriero con elmo ornato di corna e con arco Bronzo, h 22,8 cm, con condotto di colata 25 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica IX-VIII sec. a.C. Il guerriero, in piedi a gambe divaricate, solleva la mano destra in segno di saluto o di preghiera. Veste una doppia tunica e porta un elmo piatto con un rialzo a forma di mezzaluna (vedi pag.41 del catalogo) e lunghe corna ricurve la cui cima è decorata da un filo di metallo avvolto a spirale (ne è rimasta solo una). L’arco viene tenuto con la sinistra sulla spalla. Il collo è protetto da un collare decorato, il ventre da una piastra quadrata appesa ad una larga e lunga cinghia a V che scende dalle spalle, i polpacci da gambali rinforzati con elementi di metallo ed infine l’avambraccio sinistro da una lunga fascia fermapolso ornata con una spirale, che tutela anche la mano. L’armatura è completata da una faretra al cui lato è assicurata una spada. La forma severa a T del viso affilato e forte con naso lungo e diritto sopra una piccola bocca, gli occhi grandi , tondi e sporgenti, così come le linee profonde con cui capelli, collare, faretra, fascia fermapolso e gambali vengono contraddistinti in gradevole contrasto con il resto della superficie levigata, sembrano tipici per un gruppo di bronzi nuragici arcaici. Stilisticamente affini sono un guerriero a Cagliari (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, , 1966, nr.83), un guerriero della Bibliothèque Nationale, Parigi (E. Babelon – J. A. Blanchet, Cat. des bronzes antiques, 1895, nr. 918), così come uno dei tre arcieri del nuraghe Pizzinnu (Maetzke, tav. 6,1) dove fu anche ritrovato uno dei primi tori in bronzo (ved. pag. 44). I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: la cima del corno destro è ricostruita, il condotto di colata poggia in parte ancora nel fissaggio originale di piombo. Patina verde scuro levigata con punti di ossidazione rosso-bruno. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 92 Bible Lands Museum Jerusalem
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Antico arciere sardo
19 Guerriero con elmo ornato di corna e con arco Bronzo, h 22,8 cm, con condotto di colata 25 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica IX-VIII sec. a.C. Il guerriero, in piedi a gambe divaricate, solleva la mano destra in segno di saluto o di preghiera. Veste una doppia tunica e porta un elmo piatto con un rialzo a forma di mezzaluna (vedi pag.41 del catalogo) e lunghe corna ricurve la cui cima è decorata da un filo di metallo avvolto a spirale (ne è rimasta solo una). L’arco viene tenuto con la sinistra sulla spalla. Il collo è protetto da un collare decorato, il ventre da una piastra quadrata appesa ad una larga e lunga cinghia a V che scende dalle spalle, i polpacci da gambali rinforzati con elementi di metallo ed infine l’avambraccio sinistro da una lunga fascia fermapolso ornata con una spirale, che tutela anche la mano. L’armatura è completata da una faretra al cui lato è assicurata una spada. La forma severa a T del viso affilato e forte con naso lungo e diritto sopra una piccola bocca, gli occhi grandi , tondi e sporgenti, così come le linee profonde con cui capelli, collare, faretra, fascia fermapolso e gambali vengono contraddistinti in gradevole contrasto con il resto della superficie levigata, sembrano tipici per un gruppo di bronzi nuragici arcaici. Stilisticamente affini sono un guerriero a Cagliari (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, , 1966, nr.83), un guerriero della Bibliothèque Nationale, Parigi (E. Babelon – J. A. Blanchet, Cat. des bronzes antiques, 1895, nr. 918), così come uno dei tre arcieri del nuraghe Pizzinnu (Maetzke, tav. 6,1) dove fu anche ritrovato uno dei primi tori in bronzo (ved. pag. 44). I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: la cima del corno destro è ricostruita, il condotto di colata poggia in parte ancora nel fissaggio originale di piombo. Patina verde scuro levigata con punti di ossidazione rosso-bruno. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 92 Bible Lands Museum Jerusalem
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Antico arciere sardo
19 Guerriero con elmo ornato di corna e con arco Bronzo, h 22,8 cm, con condotto di colata 25 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica IX-VIII sec. a.C. Il guerriero, in piedi a gambe divaricate, solleva la mano destra in segno di saluto o di preghiera. Veste una doppia tunica e porta un elmo piatto con un rialzo a forma di mezzaluna (vedi pag.41 del catalogo) e lunghe corna ricurve la cui cima è decorata da un filo di metallo avvolto a spirale (ne è rimasta solo una). L’arco viene tenuto con la sinistra sulla spalla. Il collo è protetto da un collare decorato, il ventre da una piastra quadrata appesa ad una larga e lunga cinghia a V che scende dalle spalle, i polpacci da gambali rinforzati con elementi di metallo ed infine l’avambraccio sinistro da una lunga fascia fermapolso ornata con una spirale, che tutela anche la mano. L’armatura è completata da una faretra al cui lato è assicurata una spada. La forma severa a T del viso affilato e forte con naso lungo e diritto sopra una piccola bocca, gli occhi grandi , tondi e sporgenti, così come le linee profonde con cui capelli, collare, faretra, fascia fermapolso e gambali vengono contraddistinti in gradevole contrasto con il resto della superficie levigata, sembrano tipici per un gruppo di bronzi nuragici arcaici. Stilisticamente affini sono un guerriero a Cagliari (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, , 1966, nr.83), un guerriero della Bibliothèque Nationale, Parigi (E. Babelon – J. A. Blanchet, Cat. des bronzes antiques, 1895, nr. 918), così come uno dei tre arcieri del nuraghe Pizzinnu (Maetzke, tav. 6,1) dove fu anche ritrovato uno dei primi tori in bronzo (ved. pag. 44). I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: la cima del corno destro è ricostruita, il condotto di colata poggia in parte ancora nel fissaggio originale di piombo. Patina verde scuro levigata con punti di ossidazione rosso-bruno. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 92 Bible Lands Museum Jerusalem
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Donna orante con mantello
32 Figura di donna orante con mantello Bronzo, a 11,4 cm, con condotto di colata 15 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica VIII- VII sec. a.C. La donna porge in avanti la destra in un atteggiamento di saluto o di preghiera, sta ritta a gambe unite e probabilmente teneva nella sinistra un’offerta sacrificale ora andata perduta. Sopra tre tuniche a lunghezze scalate con gli orli a piegoline o a frange porta una veste con un risvolto che avvolge diagonalmente il busto(non chiaramente visibile) e lascia scoperta la spalla destra; l’orlo esterno della veste è leggermente scostato dal busto. Le spalle e la parte superiore delle braccia sono coperte da un manto che nella parte posteriore è ornato con due strisce, una larga ed una stretta, con motivo a spina di pesce. Il capo è coperto da un velo. Grandi occhi rotondi e contornati, un naso lungo sottile e diritto su una piccola bocca sono le caratteristiche del viso lungo e affusolato. La mano destra è sproporzionatamente grande. Una tipologia simile, soprattutto nella configurazione del volto, la troviamo in due sacerdotesse sacrificanti a Cagliari (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 73 e 120). Statuette simili, della stessa tematica abbigliamento affine si trovano anche nei musei di Torino e di Roma (G. Lilliu, op.cit. nr. 75,76) I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica per i bronzi sardi. Stato di conservazione: manca l’avambraccio sinistro; tra i piedi avanzi del piombo della montatura originaria. Patina verde levigata, con punti di efflorescenza. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 138
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Donna orante con mantello
32 Figura di donna orante con mantello Bronzo, a 11,4 cm, con condotto di colata 15 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica VIII- VII sec. a.C.
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Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva
Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva 21 Guerriero con elmo ornato di corna e con spada votiva Bronzo, a 19,1 cm, con condotto di colata 20,6 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica VIII sec. a.C. Guerriero in piedi a gambe larghe con la mano destra sollevata in segno di saluto o di preghiera. Porta un copricapo ad elmetto piatto con la parte centrale levata a formare una mezzaluna (vedere catalogo pag.41) e lunghe corna ricurve, veste una doppia tunica: le gambe sono protette da gambali rinforzati da elementi in metallo, il collo da un collare di filo di metallo elicoidale. Davanti al petto, fissato ad una larga fascia, porta un pugnale con elsa caudata. Il guerriero regge la lunga spada votiva sulla spalla sinistra; lo scudo rotondo con una grande borchia ed a campi incisi con tratteggi pende dalla schiena trattenuto per mezzo di un passante alla spada. È conosciuta tutta una serie di guerrieri sardi di bronzo portanti spade votive, che non potevano essere idonee al combattimento (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966 nr. 82-94). Vedere anche pag.41 del catalogo. Sul volto finemente disegnato campeggiano occhi e naso su una piccola bocca. La statuetta fa parte come il nr. 20 del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica ed è stata, osservando i tratti morbidi della modellatura, creata probabilmente più tardi dell’arciere precedente e dei suoi esempi simili. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: integro. Patina verde opaca, evidentemente lavorata con getto di sabbia. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 91
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Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva
Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva 21 Guerriero con elmo ornato di corna e con spada votiva Bronzo, a 19,1 cm, con condotto di colata 20,6 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica VIII sec. a.C. Guerriero in piedi a gambe larghe con la mano destra sollevata in segno di saluto o di preghiera. Porta un copricapo ad elmetto piatto con la parte centrale levata a formare una mezzaluna (vedere catalogo pag.41) e lunghe corna ricurve, veste una doppia tunica: le gambe sono protette da gambali rinforzati da elementi in metallo, il collo da un collare di filo di metallo elicoidale. Davanti al petto, fissato ad una larga fascia, porta un pugnale con elsa caudata. Il guerriero regge la lunga spada votiva sulla spalla sinistra; lo scudo rotondo con una grande borchia ed a campi incisi con tratteggi pende dalla schiena trattenuto per mezzo di un passante alla spada. È conosciuta tutta una serie di guerrieri sardi di bronzo portanti spade votive, che non potevano essere idonee al combattimento (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966 nr. 82-94). Vedere anche pag.41 del catalogo. Sul volto finemente disegnato campeggiano occhi e naso su una piccola bocca. La statuetta fa parte come il nr. 20 del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica ed è stata, osservando i tratti morbidi della modellatura, creata probabilmente più tardi dell’arciere precedente e dei suoi esempi simili. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: integro. Patina verde opaca, evidentemente lavorata con getto di sabbia. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 91
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Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva
Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva 21 Guerriero con elmo ornato di corna e con spada votiva Bronzo, a 19,1 cm, con condotto di colata 20,6 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica VIII sec. a.C. Guerriero in piedi a gambe larghe con la mano destra sollevata in segno di saluto o di preghiera. Porta un copricapo ad elmetto piatto con la parte centrale levata a formare una mezzaluna (vedere catalogo pag.41) e lunghe corna ricurve, veste una doppia tunica: le gambe sono protette da gambali rinforzati da elementi in metallo, il collo da un collare di filo di metallo elicoidale. Davanti al petto, fissato ad una larga fascia, porta un pugnale con elsa caudata. Il guerriero regge la lunga spada votiva sulla spalla sinistra; lo scudo rotondo con una grande borchia ed a campi incisi con tratteggi pende dalla schiena trattenuto per mezzo di un passante alla spada. È conosciuta tutta una serie di guerrieri sardi di bronzo portanti spade votive, che non potevano essere idonee al combattimento (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966 nr. 82-94). Vedere anche pag.41 del catalogo. Sul volto finemente disegnato campeggiano occhi e naso su una piccola bocca. La statuetta fa parte come il nr. 20 del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica ed è stata, osservando i tratti morbidi della modellatura, creata probabilmente più tardi dell’arciere precedente e dei suoi esempi simili. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: integro. Patina verde opaca, evidentemente lavorata con getto di sabbia. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 91
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Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva
Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva 21 Guerriero con elmo ornato di corna e con spada votiva Bronzo, a 19,1 cm, con condotto di colata 20,6 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica VIII sec. a.C. Guerriero in piedi a gambe larghe con la mano destra sollevata in segno di saluto o di preghiera. Porta un copricapo ad elmetto piatto con la parte centrale levata a formare una mezzaluna (vedere catalogo pag.41) e lunghe corna ricurve, veste una doppia tunica: le gambe sono protette da gambali rinforzati da elementi in metallo, il collo da un collare di filo di metallo elicoidale. Davanti al petto, fissato ad una larga fascia, porta un pugnale con elsa caudata. Il guerriero regge la lunga spada votiva sulla spalla sinistra; lo scudo rotondo con una grande borchia ed a campi incisi con tratteggi pende dalla schiena trattenuto per mezzo di un passante alla spada. È conosciuta tutta una serie di guerrieri sardi di bronzo portanti spade votive, che non potevano essere idonee al combattimento (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966 nr. 82-94). Vedere anche pag.41 del catalogo. Sul volto finemente disegnato campeggiano occhi e naso su una piccola bocca. La statuetta fa parte come il nr. 20 del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica ed è stata, osservando i tratti morbidi della modellatura, creata probabilmente più tardi dell’arciere precedente e dei suoi esempi simili. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: integro. Patina verde opaca, evidentemente lavorata con getto di sabbia. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 91
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Guerriero ornato di corna e arco
Il guerriero in piedi a gambe larghe, solleva la mano in segno di saluto o di preghiera. Veste una doppia tunica ed un elmo piatto con alte corna. Il collo è protetto da un collare a spirale, le gambe da gambali rinforzati da elementi in metallo, lo stomaco da una piastra metallica rettangolare appesa ad una larga fascia a vu che scende dalle spalle ed infine l’avambraccio sinistro da un largo manicotto decorato con archi di metallo. Il guerriero appoggia il suo arco alla spalla sinistra; la faretra, con la spada fissata a lato ed un ulteriore passante per un’altra arma (pugnale?) pende dal dorso. Occhi grandi, arrotondati e discoidali dominano il volto sottile e finemente disegnato. La statuetta fa parte del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica. I guerrieri di Abini le sono stilisticamente affini (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 86, 98 e 259), così come un altro arciere (G.Lilliu, op.cit. nr.30) e paiono provenire dallo stesso laboratorio. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione:mancano le ultime parti delle corna dell’elmo, la parte superiore dell’arco ed il piede destro. È presente il condotto di colata a forcella. Patina verde levigata. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 93
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Guerriero ornato di corna e arco
Il guerriero in piedi a gambe larghe, solleva la mano in segno di saluto o di preghiera. Veste una doppia tunica ed un elmo piatto con alte corna. Il collo è protetto da un collare a spirale, le gambe da gambali rinforzati da elementi in metallo, lo stomaco da una piastra metallica rettangolare appesa ad una larga fascia a vu che scende dalle spalle ed infine l’avambraccio sinistro da un largo manicotto decorato con archi di metallo. Il guerriero appoggia il suo arco alla spalla sinistra; la faretra, con la spada fissata a lato ed un ulteriore passante per un’altra arma (pugnale?) pende dal dorso. Occhi grandi, arrotondati e discoidali dominano il volto sottile e finemente disegnato. La statuetta fa parte del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica. I guerrieri di Abini le sono stilisticamente affini (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 86, 98 e 259), così come un altro arciere (G.Lilliu, op.cit. nr.30) e paiono provenire dallo stesso laboratorio. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione:mancano le ultime parti delle corna dell’elmo, la parte superiore dell’arco ed il piede destro. È presente il condotto di colata a forcella. Patina verde levigata. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 93
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Guerriero ornato di corna e arco
Il guerriero in piedi a gambe larghe, solleva la mano in segno di saluto o di preghiera. Veste una doppia tunica ed un elmo piatto con alte corna. Il collo è protetto da un collare a spirale, le gambe da gambali rinforzati da elementi in metallo, lo stomaco da una piastra metallica rettangolare appesa ad una larga fascia a vu che scende dalle spalle ed infine l’avambraccio sinistro da un largo manicotto decorato con archi di metallo. Il guerriero appoggia il suo arco alla spalla sinistra; la faretra, con la spada fissata a lato ed un ulteriore passante per un’altra arma (pugnale?) pende dal dorso. Occhi grandi, arrotondati e discoidali dominano il volto sottile e finemente disegnato. La statuetta fa parte del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica. I guerrieri di Abini le sono stilisticamente affini (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 86, 98 e 259), così come un altro arciere (G.Lilliu, op.cit. nr.30) e paiono provenire dallo stesso laboratorio. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione:mancano le ultime parti delle corna dell’elmo, la parte superiore dell’arco ed il piede destro. È presente il condotto di colata a forcella. Patina verde levigata. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 93
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Guerriero ornato di corna e arco
Il guerriero in piedi a gambe larghe, solleva la mano in segno di saluto o di preghiera. Veste una doppia tunica ed un elmo piatto con alte corna. Il collo è protetto da un collare a spirale, le gambe da gambali rinforzati da elementi in metallo, lo stomaco da una piastra metallica rettangolare appesa ad una larga fascia a vu che scende dalle spalle ed infine l’avambraccio sinistro da un largo manicotto decorato con archi di metallo. Il guerriero appoggia il suo arco alla spalla sinistra; la faretra, con la spada fissata a lato ed un ulteriore passante per un’altra arma (pugnale?) pende dal dorso. Occhi grandi, arrotondati e discoidali dominano il volto sottile e finemente disegnato. La statuetta fa parte del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica. I guerrieri di Abini le sono stilisticamente affini (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 86, 98 e 259), così come un altro arciere (G.Lilliu, op.cit. nr.30) e paiono provenire dallo stesso laboratorio. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione:mancano le ultime parti delle corna dell’elmo, la parte superiore dell’arco ed il piede destro. È presente il condotto di colata a forcella. Patina verde levigata. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 93
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Pastori barbuti
26 e 27 Pastori barbuti con bastone e fiaccola(?) 27 Bronzo, VII-VI sec. a.C. a 12 cm, con condotto di colata 13,2 cm Sardegna, località sconosciuta. Cultura nuragica VII-VI sec. a.C. Il pastore barbuto, In piedi con le gambe leggermente divaricate tiene nella sinistra un grosso bastone, e nella destra – come un’offerta – qualcosa che potrebbe rappresentare un fiore o una fiaccola (confrontare con le fiaccole votive di Lilliu (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr.367). Sulla spalla sinistra è poggiata una mantella che termina a punta. Il pastore è vestito a quanto pare solo con un gonnellino corto e con un berretto piatto, che presenta un avvallamento cruciforme. La raffigurazione è maturata ed orientata all’attento studio dell’uomo. Questa statuetta fu trovata insieme alla seguente ed è stata eseguita dallo stesso maestro fonditore. Tutte e due le statuette sono da ricondurre al gruppo barbaricino (vedere anche da pagg. 37). I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: indenne,è conservato il condotto di colata a forcella. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 120 26 Bronzo, a 12 cm, con condotto di colata 13 cm Sardegna, località sconosciuta Periodo nuragico, VII – VI sec. a.C. Abbigliato esattamente come il pastore precedente. Questo però tiene il bastone nella mano destra mentre con la mano sinistra, sproporzionatamente grande, trattiene contro il torace la mantella ripiegata su se stessa e appoggiata sulla spalla La parte inferiore delle gambe è protetta da gambali. Sembra che questo pastore sia stato rappresentato come più anziano di quello precedente. Questi due bronzetti, che sono stati trovati nella stessa località e eseguiti dallo stesso maestro fonditore, potrebbero essere l’effige votiva di due fratelli oppure di un padre e figlio. I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi. Stato di conservazione: indenne a parte la mancante parte superiore del bastone. Condotto di colata con l’armatura in piombo originale, patina leggermente incrostata e ruvida . Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 121
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Protome (Luristan) ma con bronzo analogo ai bronzetti sardi
Bronzo, a 7,6 cm, l 9,6 cm Presumibilmente ritrovato in Luristan (Iran) Luristan, inizio del I mill. a.C. Basilea, Antikenmuseum, precedentemente collezione R.Hess. Questa testa di animale ha una forma tubolare che si restringe verso il muso, ha grandi corna rivolte in dentro e zanne ripiegate verso il bordo del muso. La fronte è ornata di striscie di pelle borchiate di metallo, che attraversando la fronte bordano gli occhi; un altro elemento scende dalla fronte e si allarga verso il basso. Otto ciuffi di peli (?) si erigono al centro sopra la fronte. Il muso rotondo è scavato in profondità per 2 cm. La parte posteriore della protome è chiusa ed è completata da una stanghetta. Un pendente simile proveniente dall’Iran, che pur con divergenze stilistiche ripete tutte le caratteristiche del reperto di Basilea, è apparso da poco sul mercato d’arte (Sotheby Parke Bernet, December 13th , 1979, nr. 139). Sembra evidente che questa tipologia iraniana, eseguita nella zona del Luristan, è servita da modello per il pezzo precedente proveniente dalla Sardegna. È degno di nota il fatto che i valori dell’analisi dei metalli fatti nell’istituto di ricerca Rathgen a Berlino(J.Riederer) Tabella ill. 118, Nr. 63, non solo corrispondano ai valori del pezzo sardo, ma risultano coincidenti con la lega tipica dei bronzi sardi. J. Riederer mi ha scritto questo:”Tutti e due i pezzi sono così simili nei particolari che non potrei escludere una provenienza comune”. Stato di conservazione: il corno sinistro incrinato, altrimenti intatto. Patina verde scuro con punti di ossidazione rosso-bruno. Non pubblicato
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Pendente a forma di testa di animale
Pendente a forma di testa di animale Bronzo. a 4,4 cm, l 5 cm Sardegna, località sconosciuta. IX – VI sec. a.C. La protome è stata fusa a tubo con una apertura grande nel muso ed una relativamente piccola, circondata da un anello nella parte posteriore. Non si può determinare con esattezza a quale animale apparterrebbe la testa, sono presenti sia corna che zanne e diversi nastri sono avvolti intorno in più direzioni (per il sacrificio?); anche le corna sono circondate da nastri alla base ; sulla testa emergono tre linguette. La funzione dell’oggetto non è chiarita: potrebbe essere stata usata come pendente, amuleto ma anche come sbocco di una conduttura d’acqua. Tra i bronzi sardi manca per ora un esempio simile. Il mufflone perforato nr. 43 ricorda con la sua grande apertura sul muso l’impostazione di questa protome. Una protome simile di una collezione di Basilea (SKK nr. 278) è stata trovata nel Luristan, secondo l’informazione datami a voce dal commerciante. Questa asserzione appare quanto mai credibile dopo che un esempio simile fu messo all’asta alcuni anni fa a New York con l’indicazione “Iran” (Sotheby Parke Bennet, asta del 8/10-12/12/1979, nr. 139). Poichè i bronzi del Luristan sono serviti più volte come modello ai fonditori di bronzo sardi (vedere il testo dei reperti nr. 36 e 85), anche qui potrebbe essere stato il caso. In ogni modo questa protome per ora unica in Sardegna, non è pensabile senza un’impulso orientale. La conformità di questo e del citato bronzo di Basilea, che nei valori dell’analisi dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer),hanno dato risultati per tutti e due tipici nella lega dei metalli (vedi SKK, Tabella ill. 118, nr. 61 e 63), deporrebbe a favore della presupposizione di Lilliu secondo la quale per un certo periodo i fonditori di bronzo del Luristan siano stati attivi in Sardegna. Stato di conservazione: la zanna destra spezzata, altrimenti ben conservato ad eccetto di smussamenti alle corna ed al muso. Patina verde-nerastra con alcuni punti rossi di ossidazione. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 277
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Maschera maschile
Maschera maschile Bronzo. a 17,8 cm, l 8cm Sardegna, località sconosciuta. Periodo Nuragico, VII sec. a.C. Questo severo volto maschile con particolari ben studiati ha orbite profonde e perforate, in cui gli occhi mancanti in origine dovevano essere di pietra o vetro. La maschera è aperta nella parte posteriore per 4,5 cm. Le orecchie presentano 3 fori ai bordi, il setto nasale ha un foro nella parte finale, evidentemente la predisposizione per un gioiello andato perduto. Dalla fronte alta e diritta si erge nel mezzo e ai lati un “corno” ricurvo. Questo fa pensare ad una rappresentazione divina se non demoniaca dell’oggetto. Tra i bronzi sardi questa maschera è singolare. La sua forma fa pensare che fosse destinata alla parte superiore di uno scettro. Per quanto è di mia conoscenza esiste solo un altro esempio nell’arte antica e cioè nella Pomerance Collection, New York (Catalogo del 1966, Nr. 46), purtroppo senza indicazione del luogo di provenienza. Questa maschera maschile con le corna e le orecchie forate viene per ora e probabilmente giustamente indicata come Luristan, X sec. a.C. Con questo si aggiunge un altro rimarcabile esempio ai paralleli tra i bronzi sardi e quelli del Luristan descritti da Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, pag. 27), vedi anche le didascalie di questo catalogo per i numeri 48 e 85. I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi. Stato di conservazione: integro ad eccezione di piccole parti mancanti alla pinna del naso ed al bordo inferiore nella parte posteriore della maschera. Patina levigata nero-verdastra con alcune incrostazioni sabbiose. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 145Maschera maschile Bronzo. a 17,8 cm, l 8cm Sardegna, località sconosciuta. Periodo Nuragico, VII sec. a.C. Questo severo volto maschile con particolari ben studiati ha orbite profonde e perforate, in cui gli occhi mancanti in origine dovevano essere di pietra o vetro. La maschera è aperta nella parte posteriore per 4,5 cm. Le orecchie presentano 3 fori ai bordi, il setto nasale ha un foro nella parte finale, evidentemente la predisposizione per un gioiello andato perduto. Dalla fronte alta e diritta si erge nel mezzo e ai lati un “corno” ricurvo. Questo fa pensare ad una rappresentazione divina se non demoniaca dell’oggetto. Tra i bronzi sardi questa maschera è singolare. La sua forma fa pensare che fosse destinata alla parte superiore di uno scettro. Per quanto è di mia conoscenza esiste solo un altro esempio nell’arte antica e cioè nella Pomerance Collection, New York (Catalogo del 1966, Nr. 46), purtroppo senza indicazione del luogo di provenienza. Questa maschera maschile con le corna e le orecchie forate viene per ora e probabilmente giustamente indicata come Luristan, X sec. a.C. Con questo si aggiunge un altro rimarcabile esempio ai paralleli tra i bronzi sardi e quelli del Luristan descritti da Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, pag. 27), vedi anche le didascalie di questo catalogo per i numeri 48 e 85. I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi. Stato di conservazione: integro ad eccezione di piccole parti mancanti alla pinna del naso ed al bordo inferiore nella parte posteriore della maschera. Patina levigata nero-verdastra con alcune incrostazioni sabbiose. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 145
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Maschera maschile
Maschera maschile Bronzo. a 17,8 cm, l 8cm Sardegna, località sconosciuta. Periodo Nuragico, VII sec. a.C. Questo severo volto maschile con particolari ben studiati ha orbite profonde e perforate, in cui gli occhi mancanti in origine dovevano essere di pietra o vetro. La maschera è aperta nella parte posteriore per 4,5 cm. Le orecchie presentano 3 fori ai bordi, il setto nasale ha un foro nella parte finale, evidentemente la predisposizione per un gioiello andato perduto. Dalla fronte alta e diritta si erge nel mezzo e ai lati un “corno” ricurvo. Questo fa pensare ad una rappresentazione divina se non demoniaca dell’oggetto. Tra i bronzi sardi questa maschera è singolare. La sua forma fa pensare che fosse destinata alla parte superiore di uno scettro. Per quanto è di mia conoscenza esiste solo un altro esempio nell’arte antica e cioè nella Pomerance Collection, New York (Catalogo del 1966, Nr. 46), purtroppo senza indicazione del luogo di provenienza. Questa maschera maschile con le corna e le orecchie forate viene per ora e probabilmente giustamente indicata come Luristan, X sec. a.C. Con questo si aggiunge un altro rimarcabile esempio ai paralleli tra i bronzi sardi e quelli del Luristan descritti da Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, pag. 27), vedi anche le didascalie di questo catalogo per i numeri 48 e 85. I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi. Stato di conservazione: integro ad eccezione di piccole parti mancanti alla pinna del naso ed al bordo inferiore nella parte posteriore della maschera. Patina levigata nero-verdastra con alcune incrostazioni sabbiose. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 145
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Maschera maschile Bronzo. a 17,8 cm, l 8cm Sardegna, località sconosciuta. Periodo Nuragico, VII sec. a.C. Questo severo volto maschile con particolari ben studiati ha orbite profonde e perforate, in cui gli occhi mancanti in origine dovevano essere di pietra o vetro. La maschera è aperta nella parte posteriore per 4,5 cm. Le orecchie presentano 3 fori ai bordi, il setto nasale ha un foro nella parte finale, evidentemente la predisposizione per un gioiello andato perduto. Dalla fronte alta e diritta si erge nel mezzo e ai lati un “corno” ricurvo. Questo fa pensare ad una rappresentazione divina se non demoniaca dell’oggetto. Tra i bronzi sardi questa maschera è singolare. La sua forma fa pensare che fosse destinata alla parte superiore di uno scettro. Per quanto è di mia conoscenza esiste solo un altro esempio nell’arte antica e cioè nella Pomerance Collection, New York (Catalogo del 1966, Nr. 46), purtroppo senza indicazione del luogo di provenienza. Questa maschera maschile con le corna e le orecchie forate viene per ora e probabilmente giustamente indicata come Luristan, X sec. a.C. Con questo si aggiunge un altro rimarcabile esempio ai paralleli tra i bronzi sardi e quelli del Luristan descritti da Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, pag. 27), vedi anche le didascalie di questo catalogo per i numeri 48 e 85. I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi. Stato di conservazione: integro ad eccezione di piccole parti mancanti alla pinna del naso ed al bordo inferiore nella parte posteriore della maschera. Patina levigata nero-verdastra con alcune incrostazioni sabbiose. Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 145
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Maschera della Collezione Pomerance, Catalogo del 1966 "Per quanto è di mia conoscenza esiste solo un altro esempio nell’arte antica e cioè nella Pomerance Collection, New York (Catalogo del 1966, Nr. 46), purtroppo senza indicazione del luogo di provenienza. Questa maschera maschile con le corna e le orecchie forate viene per ora e probabilmente giustamente indicata come Luristan, X sec. a.C. Con questo si aggiunge un altro rimarcabile esempio ai paralleli tra i bronzi sardi e quelli del Luristan descritti da Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, pag. 27), vedi anche le didascalie di questo catalogo per i numeri 48 e 85."
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