Il nuraghe Santu Antine, chiamato anche Sa domo de su Re (in italiano “La casa del Re”) è uno dei nuraghi più maestosi dell”intera Sardegna ed è anche uno dei più importanti tra quelli esistenti.L”intero complesso rappresenta un importante esempio di architettura preistorica mediterranea e si presume che l”altezza originaria raggiungesse i 22 e i 24 metri, la più alta per quel periodo dopo le piramidi egizie e il mastio della reggia nuragica di Arrubiu che misurava tra i 25 e i 30 metri
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Si tratta di un monotorre, in buono stato di conservazione e con la tholos intatta, che si trova in prossimità della Reggia nuragica di Santu Antine
Si tratta di un monotorre, in buono stato di conservazione e con la tholos intatta, che si trova in prossimità della Reggia nuragica di Santu Antine
Si tratta di un monotorre, in buono stato di conservazione e con la tholos intatta, che si trova in prossimità della Reggia nuragica di Santu Antine
Si tratta di un monotorre, in buono stato di conservazione e con la tholos intatta, che si trova in prossimità della Reggia nuragica di Santu Antine
Si tratta di un monotorre, in buono stato di conservazione e con la tholos intatta, che si trova in prossimità della Reggia nuragica di Santu Antine
Si tratta di un monotorre, in buono stato di conservazione e con la tholos intatta, che si trova in prossimità della Reggia nuragica di Santu Antine
Si tratta di un monotorre, in buono stato di conservazione e con la tholos intatta, che si trova in prossimità della Reggia nuragica di Santu Antine
Si tratta di un monotorre, in buono stato di conservazione e con la tholos intatta, che si trova in prossimità della Reggia nuragica di Santu Antine
È un’enorme roccia che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente.
È un’enorme roccia che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente.
È un’enorme roccia che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente.