Il toponimo è il frutto della realizzazione fonica locale dal campidanese standard “Roca pertunta” ossia roccia forata.
Queste tre tombe ipogeiche sono poste lungo il versante di un piccolo rilievo (quota m. 244) ai margini dell’ampia vallata di S’Ùrri. La prima ha una sola cella di forma ellittica con volta a forno. La seconda si compone di atrio anticella e camera sepolcrale di forma quadrangolare che sulla parete dx presenta una nicchia. La camera comunica sulla sinistra cin una cella rialzata più ampia di forma ellittica che, sulla parete destra presenta due nicchiette all’altezza della volta, mentre su quella frontale una decorazione in rilievo rappresentante due facce umane.
La terza tomba, sita più a valle rispetto alle altre due, è del tipo più regolare con atrio, anticella e cella.
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Il toponimo è il frutto della realizzazione fonica locale dal campidanese standard “Roca pertunta” ossia roccia forata.
Queste tre tombe ipogeiche sono poste lungo il versante di un piccolo rilievo (quota m. 244) ai margini dell’ampia vallata di S’Ùrri. La prima ha una sola cella di forma ellittica con volta a forno. La seconda si compone di atrio anticella e camera sepolcrale di forma quadrangolare che sulla parete dx presenta una nicchia. La camera comunica sulla sinistra cin una cella rialzata più ampia di forma ellittica che, sulla parete destra presenta due nicchiette all’altezza della volta, mentre su quella frontale una decorazione in rilievo rappresentante due facce umane.
La terza tomba, sita più a valle rispetto alle altre due, è del tipo più regolare con atrio, anticella e cella.
Situate nelle vicinanze della valle di S’Urri (dove ci sono altre domus), precisamente nella gola di Su Linnarbu, su alcune pareti rocciose affioranti erano scavate delle grotticelle delle quali rimangono poche tracce poiché la vasta insenatura naturale è stata utilizzata come discarica di materiali inerti dalla Italcementi. Tuttavia, scavate nei bordi superiori che delimitano il pianoro roccioso, rimangono appena visibili alcune piccole cavità riconducibili alle preistoriche tombe di epoca prenuragica.
Situate nelle vicinanze della valle di S’Urri (dove ci sono altre domus), precisamente nella gola di Su Linnarbu, su alcune pareti rocciose affioranti erano scavate delle grotticelle delle quali rimangono poche tracce poiché la vasta insenatura naturale è stata utilizzata come discarica di materiali inerti dalla Italcementi. Tuttavia, scavate nei bordi superiori che delimitano il pianoro roccioso, rimangono appena visibili alcune piccole cavità riconducibili alle preistoriche tombe di epoca prenuragica.
Situate nelle vicinanze della valle di S’Urri (dove ci sono altre domus), precisamente nella gola di Su Linnarbu, su alcune pareti rocciose affioranti erano scavate delle grotticelle delle quali rimangono poche tracce poiché la vasta insenatura naturale è stata utilizzata come discarica di materiali inerti dalla Italcementi. Tuttavia, scavate nei bordi superiori che delimitano il pianoro roccioso, rimangono appena visibili alcune piccole cavità riconducibili alle preistoriche tombe di epoca prenuragica.
Situate nelle vicinanze della valle di S’Urri (dove ci sono altre domus), precisamente nella gola di Su Linnarbu, su alcune pareti rocciose affioranti erano scavate delle grotticelle delle quali rimangono poche tracce poiché la vasta insenatura naturale è stata utilizzata come discarica di materiali inerti dalla Italcementi. Tuttavia, scavate nei bordi superiori che delimitano il pianoro roccioso, rimangono appena visibili alcune piccole cavità riconducibili alle preistoriche tombe di epoca prenuragica.
Si trovano su una lieve prominenza a quota 184 m. Le quattro grotticelle sono scavate nella roccia arenaria e presentano tutte un’unica cella di forma ellittica e volta a forno. I numerosi tagli artificiali, evidenti nella parete rocciosa che fiancheggia le domus nel lato destro per un’estensione di 12 m. sono chiari segni di attività estrattiva di antica data che ha stravolto in massima parte la conformazione originaria del sito.
Ai confini tra i territori di Samatzai e Barrali, si raggiunge percorrendo la strada comunale Samatzai – SS 128; oltrepassata la Statale e guadato il Riu Mannu, seguendo un sentiero dopo una ventina di minuti di cammino in salita si arriva al sito che si erge dall’alto di una rupe granitica (quota 181 m.). Si tratta di una costruzione arcaica di presumibile forma oblunga estesa sull’asse nord-sud per una lunghezza presunta di m. 20 e una larghezza di m. 13,40. L’edificio è costruito interamente sulla roccia preesistente con brusco declivio in direzione nord. Il prospetto a sud è costituito da due filari di grossi e rozzi blocchi granitico-marnosi senza alcuna lavorazione, di dimensioni poco uniformi e sovrapposti con tecnica arcaica irregolare senza alcuna disposizione sui piani orizzontali.
Le planimetrie sono state realizzate da Luciano Pilia un tecnico di S. Sperate che abita a Monastir, per una tesi di laurea di Maura Pibiri
Ai confini tra i territori di Samatzai e Barrali, si raggiunge percorrendo la strada comunale Samatzai – SS 128; oltrepassata la Statale e guadato il Riu Mannu, seguendo un sentiero dopo una ventina di minuti di cammino in salita si arriva al sito che si erge dall’alto di una rupe granitica (quota 181 m.). Si tratta di una costruzione arcaica di presumibile forma oblunga estesa sull’asse nord-sud per una lunghezza presunta di m. 20 e una larghezza di m. 13,40. L’edificio è costruito interamente sulla roccia preesistente con brusco declivio in direzione nord. Il prospetto a sud è costituito da due filari di grossi e rozzi blocchi granitico-marnosi senza alcuna lavorazione, di dimensioni poco uniformi e sovrapposti con tecnica arcaica irregolare senza alcuna disposizione sui piani orizzontali.
Le planimetrie sono state realizzate da Luciano Pilia un tecnico di S. Sperate che abita a Monastir, per una tesi di laurea di Maura Pibiri
Ai confini tra i territori di Samatzai e Barrali, si raggiunge percorrendo la strada comunale Samatzai – SS 128; oltrepassata la Statale e guadato il Riu Mannu, seguendo un sentiero dopo una ventina di minuti di cammino in salita si arriva al sito che si erge dall’alto di una rupe granitica (quota 181 m.). Si tratta di una costruzione arcaica di presumibile forma oblunga estesa sull’asse nord-sud per una lunghezza presunta di m. 20 e una larghezza di m. 13,40. L’edificio è costruito interamente sulla roccia preesistente con brusco declivio in direzione nord. Il prospetto a sud è costituito da due filari di grossi e rozzi blocchi granitico-marnosi senza alcuna lavorazione, di dimensioni poco uniformi e sovrapposti con tecnica arcaica irregolare senza alcuna disposizione sui piani orizzontali.
Le planimetrie sono state realizzate da Luciano Pilia un tecnico di S. Sperate che abita a Monastir, per una tesi di laurea di Maura Pibiri
Ai confini tra i territori di Samatzai e Barrali, si raggiunge percorrendo la strada comunale Samatzai – SS 128; oltrepassata la Statale e guadato il Riu Mannu, seguendo un sentiero dopo una ventina di minuti di cammino in salita si arriva al sito che si erge dall’alto di una rupe granitica (quota 181 m.). Si tratta di una costruzione arcaica di presumibile forma oblunga estesa sull’asse nord-sud per una lunghezza presunta di m. 20 e una larghezza di m. 13,40. L’edificio è costruito interamente sulla roccia preesistente con brusco declivio in direzione nord. Il prospetto a sud è costituito da due filari di grossi e rozzi blocchi granitico-marnosi senza alcuna lavorazione, di dimensioni poco uniformi e sovrapposti con tecnica arcaica irregolare senza alcuna disposizione sui piani orizzontali.
Le planimetrie sono state realizzate da Luciano Pilia un tecnico di S. Sperate che abita a Monastir, per una tesi di laurea di Maura Pibiri
Lo si trova percorrendo la strada che da Samatzai immette nella SS 128. Svoltando a destra lungo una diramazione si arriva alla località Bidda Mendula. Sopra un lieve promontorio arenaceo (quota m. 150), si notano le rovine di un edificio costruito a grossi blocchi di marna arenaria pertinenti a un insediamento di Età Nuragica. In superficie si evidenzia una costruzione circolare semplice, probabilmente un nuraghe monotorre, dal diametro di m. 14, che presenta nel lato ovest i resti di un rifascio murario dello spessore di m. 2,30 visibile per alcuni metri.
























