DAMNATIO MEMORIAE, CAPPELLI E DISCRIMINAZIONE

Marco Chilosi

 

Alcuni bronzetti nuragici, notissimi, raffigurano figure femminili o maschili che indossano un copricapo di foggia singolare: un cappello conico, con punta spesso pronunciata, con falda di ampiezza variabile. Viene generalmente associato a funzioni rilevanti: di persone che esercitano funzioni sacre, sacerdotali, guaritrici, magiche, o sciamaniche.  Ma da dove deriva questa convinzione? Certamente non possediamo “documenti” che confermino questi assunti. Possiamo analizzare però il “contesto” delle raffigurazioni, catalogando sistematicamente i particolari comuni o frequenti nelle raffigurazioni. Ad esempio la presenza particolari acconciature (le trecce), o particolari tipologie di vestiario. Resta peraltro l’incertezza legata alla scarsità e variabilità della casistica: cappello in assenza di trecce come nell’offerente della collezione Borowski;  l’ambiguità del sacerdote/pugilatore di Vulci con cappello e trecce, ma con scudo, etc.  Potremmo anche procedere con metodo mutuato dalla “inferenza retrogada”, partendo dal significato che viene attribuito  a quel particolare copricapo in altri contesti, partendo dal presente e “retrocedendo” nel passato, cercando di interpretare le cause storiche della interpretazione e delle sue variazioni.

Mostrando l’immagine di quel copricapo a chiunque (anche bambini) l’interpretazione, nella maggior parte dei casi, è  immediatamente quella di un cappello di “strega” o di “mago”. La radice, ovvia, di questa associazione è imputabile alla diffusa iconografia mediatica (cinematografica, fumetti, pubblicità, etc.). Se nell’immaginario collettivo attuale i personaggi maschili (mago Merlino – e la sua versione fantasy: Gandalf) appaiono “simpatici” e benevoli, la controparte femminile appare meno rassicurante, già nel termine (mago/strega). Possiamo interpretare questa differenza di genere come prodotto di una eredità storica della rappresentazione. Merlino è  uno dei personaggi centrali del ciclo bretone e delle leggende arturiane, mentre le “streghe” ci riportano alle terribili tragedie che attraversano i secoli in cui la misoginia fu intrinseca in molte religioni [Eraldo Giulianelli,  Maledetta Eva. 30 secoli di misoginia religiosa, Tempesta Editore, 2016, ISBN 978-88-97-30991-8]. La caccia alle streghe fu strumento importante dell’Inquisizione nel reprimere dissenso ed eresie e la figura “malefica” delle streghe venne interiorizzata nell’immaginario collettivo europeo. Il cappello conico (ed il “capirote”, sua versione esasperata )  fu ampiamente utilizzato come segno di umiliazione e derisione, come documentato ancora nel XIX° secolo dall’opera del grande Goya (il tribunale dell’inquisizione).  Nell’Italia meridionale, e non solo, fino ad epoche recenti erano tramandate storie terribili sulle “janare”, seguendo la scia della predicazione di San Bernardino da Siena.

Procedendo a ritroso nella storia, nel medioevo, possiamo riconoscere il cappello a punta come elemento distintivo di un altro gruppo di persone da isolare e umiliare. Quando la Chiesa decise di utilizzare la passione di Cristo contro gli Ebrei (dal 1215, IV Concilio Laterano) impose l’uso di elementi di vestiario distintivi, e il “cappello a punta” prese il nome di “cappello da Giudeo”. Sull’origine del Jewish-hat esistono diverse ipotesi, ma è probabile che il suo utilizzo discriminatorio derivi da lontano, dalla storica necessità di sradicare le potenti tradizioni pagane (dei, simboli, iconografie) nella complessa transizione tra religioni greco-romane e Cristianesimo (Editto di Tessalonica, 380 d.C.). Lo smantellamento dell’imponente eredità pagana non poté ovviamente limitarsi all’abolizione dei Pantheon greci e romani, ma dovette affrontare anche, in particolari contesti, le tradizioni interiorizzate dal neolitico, o antecedenti. E’ in quest’ottica che sarebbe da inquadrare la “negatività” associata alla rappresentazioni taurine (simbolo divino in molti popoli dell’Europa preistorica), che divengono simbolo di stregoneria, satanismo, infedeltà. Così come il cappello a punta che diviene simbolo di distinzione negativa, di stregoneria, di paganesimo, da isolare e perseguitare.

E tra questa evoluzione e i bronzetti sardi possiamo inserire, come anello di giunzione cronologicamente fondamentale, il cappello a punta che caratterizza numerosi bronzetti etruschi. Che descrivono personaggi importanti, capaci di predire il futuro (gli aruspici), dotati di poteri magici e sacri. Persone “positive”, non negative o malefiche, analogamente ai “colleghi” della Sardegna Nuragica, con cui il mondo etrusco aveva importanti relazioni. E il cappello a punta etrusco è distintivo degli aruspici, ma è anche depositario di regole e significati misterici, come ben documentato nelle decorazioni a bulino dello splendido “elmo di Oppeano”, copricapo bronzeo di un fulguratore, sacerdote che interpretava il volere degli dei seguendo la traiettoria dei fulmini.  E possiamo ipotizzare, con ragionevolezza, che quando Roma volle eliminare la tradizione etrusca dalla sua storia utilizzando la damnatio memoriae, oltre che il sale da cospargere sulle mura delle città distrutte dovette utilizzare la propaganda, utilizzando in senso dispregiativo e discriminante la simbologia più profonda, quella degli dei e dei sacerdoti. E il cappello a punta divenne negativo e diabolico. Come più tardi venne utilizzato contro gli Ebrei, come più tardi ancora contro i Protestanti e le Donne, e i dissidenti, e i diversi, etc. etc. Dopo tante cattiverie, violenze e mistificazioni è ora che anche a quel cappello si restituisca dignità e valore.

 

Immagini: 1-4: bronzetti sardi; 5-6: aruspici etruschi; 7: elmo di Oppeano; 8: crocifissione (portale S.Zeno, Verona); 9: cappello dei Giudei; 10: strega; 11: caccia alle streghe; 12: mago Merlino; 13: Gandalf; 14: Goya, l’inquisizione; 15: punizione

 

Riferimenti e fonti:

https://www.nurnet.net/blog/nuragici-ed-etruschi/

https://www.nurnet.net/blog/spose-di-rango-dai-nuraghe-alletruria/

https://en.wikipedia.org/wiki/Jewish_hat

https://www.facebook.com/bronzettinuragici/posts/9-donna-di-teti-con-cappello-da-streganome-donna-di-teti-con-cappello-da-stregap/573767046117412/

https://www.casasafina.it/tag/punizioni/

https://it.wikipedia.org/wiki/Elmo_di_Oppeano