Queste cavità naturali sono tra le più grandi e belle della Sardegna: il loro ingresso rettangolare è immerso in una rigogliosa foresta di lecci. Le grotte, facilmente visitabili, secondo l’antica leggenda sono state la dimora di tre janas (le fate) che vennero pietrificate da Dio per aver ucciso un frate. Le pareti della grotta sono ricoperte da colate e drappeggi marmorei. Dal soffitto sembra quasi che sul visitatore incomba una tempesta di stalattiti bianche.
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Queste cavità naturali sono tra le più grandi e belle della Sardegna: il loro ingresso rettangolare è immerso in una rigogliosa foresta di lecci. Le grotte, facilmente visitabili, secondo l’antica leggenda sono state la dimora di tre janas (le fate) che vennero pietrificate da Dio per aver ucciso un frate. Le pareti della grotta sono ricoperte da colate e drappeggi marmorei. Dal soffitto sembra quasi che sul visitatore incomba una tempesta di stalattiti bianche.
Queste cavità naturali sono tra le più grandi e belle della Sardegna: il loro ingresso rettangolare è immerso in una rigogliosa foresta di lecci. Le grotte, facilmente visitabili, secondo l’antica leggenda sono state la dimora di tre janas (le fate) che vennero pietrificate da Dio per aver ucciso un frate. Le pareti della grotta sono ricoperte da colate e drappeggi marmorei. Dal soffitto sembra quasi che sul visitatore incomba una tempesta di stalattiti bianche.
Si tratta di quattro tombe di giganti. Le particolarità: la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari. Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave.
Si tratta di quattro tombe di giganti. Le particolarità: la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari. Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave.
Si tratta di quattro tombe di giganti. Le particolarità: la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari. Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave.
Si tratta di quattro tombe di giganti. Le particolarità: la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari. Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave.
Si tratta di quattro tombe di giganti. Le particolarità: la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari. Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave.
Si tratta di quattro tombe di giganti. Le particolarità: la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari. Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave.
Si tratta di quattro tombe di giganti. Le particolarità: la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari. Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave.
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