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Maschera maschile

Maschera maschile
Bronzo. a 17,8 cm, l 8cm
Sardegna, località sconosciuta.
Periodo Nuragico, VII sec. a.C.
Questo severo volto maschile con particolari ben studiati ha orbite profonde e perforate, in cui gli occhi mancanti in origine dovevano essere di pietra o vetro. La maschera è aperta nella parte posteriore per 4,5 cm. Le orecchie presentano 3 fori ai bordi, il setto nasale ha un foro nella parte finale, evidentemente la predisposizione per un gioiello andato perduto.
Dalla fronte alta e diritta si erge nel mezzo e ai lati un “corno” ricurvo. Questo fa pensare ad una rappresentazione divina se non demoniaca dell’oggetto.
Tra i bronzi sardi questa maschera è singolare. La sua forma fa pensare che fosse destinata alla parte superiore di uno scettro. Per quanto è di mia conoscenza esiste solo un altro esempio nell’arte antica e cioè nella Pomerance Collection, New York (Catalogo del 1966, Nr. 46), purtroppo senza indicazione del luogo di provenienza. Questa maschera maschile con le corna e le orecchie forate viene per ora e probabilmente giustamente indicata come Luristan, X sec. a.C.
Con questo si aggiunge un altro rimarcabile esempio ai paralleli tra i bronzi sardi e quelli del Luristan descritti da Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, pag. 27), vedi anche le didascalie di questo catalogo per i numeri 48 e 85.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: integro ad eccezione di piccole parti mancanti alla pinna del naso ed al bordo inferiore nella parte posteriore della maschera.
Patina levigata nero-verdastra con alcune incrostazioni sabbiose.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 145

Comune:
Prov:
Autore:
Maschera maschile

Maschera maschile
Bronzo. a 17,8 cm, l 8cm
Sardegna, località sconosciuta.
Periodo Nuragico, VII sec. a.C.
Questo severo volto maschile con particolari ben studiati ha orbite profonde e perforate, in cui gli occhi mancanti in origine dovevano essere di pietra o vetro. La maschera è aperta nella parte posteriore per 4,5 cm. Le orecchie presentano 3 fori ai bordi, il setto nasale ha un foro nella parte finale, evidentemente la predisposizione per un gioiello andato perduto.
Dalla fronte alta e diritta si erge nel mezzo e ai lati un “corno” ricurvo. Questo fa pensare ad una rappresentazione divina se non demoniaca dell’oggetto.
Tra i bronzi sardi questa maschera è singolare. La sua forma fa pensare che fosse destinata alla parte superiore di uno scettro. Per quanto è di mia conoscenza esiste solo un altro esempio nell’arte antica e cioè nella Pomerance Collection, New York (Catalogo del 1966, Nr. 46), purtroppo senza indicazione del luogo di provenienza. Questa maschera maschile con le corna e le orecchie forate viene per ora e probabilmente giustamente indicata come Luristan, X sec. a.C.
Con questo si aggiunge un altro rimarcabile esempio ai paralleli tra i bronzi sardi e quelli del Luristan descritti da Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, pag. 27), vedi anche le didascalie di questo catalogo per i numeri 48 e 85.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: integro ad eccezione di piccole parti mancanti alla pinna del naso ed al bordo inferiore nella parte posteriore della maschera.
Patina levigata nero-verdastra con alcune incrostazioni sabbiose.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 145

Comune:
Prov:
Autore:
Maschera maschile

Maschera maschile
Bronzo. a 17,8 cm, l 8cm
Sardegna, località sconosciuta.
Periodo Nuragico, VII sec. a.C.
Questo severo volto maschile con particolari ben studiati ha orbite profonde e perforate, in cui gli occhi mancanti in origine dovevano essere di pietra o vetro. La maschera è aperta nella parte posteriore per 4,5 cm. Le orecchie presentano 3 fori ai bordi, il setto nasale ha un foro nella parte finale, evidentemente la predisposizione per un gioiello andato perduto.
Dalla fronte alta e diritta si erge nel mezzo e ai lati un “corno” ricurvo. Questo fa pensare ad una rappresentazione divina se non demoniaca dell’oggetto.
Tra i bronzi sardi questa maschera è singolare. La sua forma fa pensare che fosse destinata alla parte superiore di uno scettro. Per quanto è di mia conoscenza esiste solo un altro esempio nell’arte antica e cioè nella Pomerance Collection, New York (Catalogo del 1966, Nr. 46), purtroppo senza indicazione del luogo di provenienza. Questa maschera maschile con le corna e le orecchie forate viene per ora e probabilmente giustamente indicata come Luristan, X sec. a.C.
Con questo si aggiunge un altro rimarcabile esempio ai paralleli tra i bronzi sardi e quelli del Luristan descritti da Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, pag. 27), vedi anche le didascalie di questo catalogo per i numeri 48 e 85.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: integro ad eccezione di piccole parti mancanti alla pinna del naso ed al bordo inferiore nella parte posteriore della maschera.
Patina levigata nero-verdastra con alcune incrostazioni sabbiose.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 145Maschera maschile
Bronzo. a 17,8 cm, l 8cm
Sardegna, località sconosciuta.
Periodo Nuragico, VII sec. a.C.
Questo severo volto maschile con particolari ben studiati ha orbite profonde e perforate, in cui gli occhi mancanti in origine dovevano essere di pietra o vetro. La maschera è aperta nella parte posteriore per 4,5 cm. Le orecchie presentano 3 fori ai bordi, il setto nasale ha un foro nella parte finale, evidentemente la predisposizione per un gioiello andato perduto.
Dalla fronte alta e diritta si erge nel mezzo e ai lati un “corno” ricurvo. Questo fa pensare ad una rappresentazione divina se non demoniaca dell’oggetto.
Tra i bronzi sardi questa maschera è singolare. La sua forma fa pensare che fosse destinata alla parte superiore di uno scettro. Per quanto è di mia conoscenza esiste solo un altro esempio nell’arte antica e cioè nella Pomerance Collection, New York (Catalogo del 1966, Nr. 46), purtroppo senza indicazione del luogo di provenienza. Questa maschera maschile con le corna e le orecchie forate viene per ora e probabilmente giustamente indicata come Luristan, X sec. a.C.
Con questo si aggiunge un altro rimarcabile esempio ai paralleli tra i bronzi sardi e quelli del Luristan descritti da Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, pag. 27), vedi anche le didascalie di questo catalogo per i numeri 48 e 85.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: integro ad eccezione di piccole parti mancanti alla pinna del naso ed al bordo inferiore nella parte posteriore della maschera.
Patina levigata nero-verdastra con alcune incrostazioni sabbiose.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 145

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Pendente a forma di testa di animale

Pendente a forma di testa di animale
Bronzo. a 4,4 cm, l 5 cm
Sardegna, località sconosciuta.
IX – VI sec. a.C.
La protome è stata fusa a tubo con una apertura grande nel muso ed una relativamente piccola, circondata da un anello nella parte posteriore. Non si può determinare con esattezza a quale animale apparterrebbe la testa, sono presenti sia corna che zanne e diversi nastri sono avvolti intorno in più direzioni (per il sacrificio?); anche le corna sono circondate da nastri alla base ; sulla testa emergono tre linguette.
La funzione dell’oggetto non è chiarita: potrebbe essere stata usata come pendente, amuleto ma anche come sbocco di una conduttura d’acqua.
Tra i bronzi sardi manca per ora un esempio simile. Il mufflone perforato nr. 43 ricorda con la sua grande apertura sul muso l’impostazione di questa protome.
Una protome simile di una collezione di Basilea (SKK nr. 278) è stata trovata nel Luristan, secondo l’informazione datami a voce dal commerciante. Questa asserzione appare quanto mai credibile dopo che un esempio simile fu messo all’asta alcuni anni fa a New York con l’indicazione “Iran” (Sotheby Parke Bennet, asta del 8/10-12/12/1979, nr. 139).
Poichè i bronzi del Luristan sono serviti più volte come modello ai fonditori di bronzo sardi (vedere il testo dei reperti nr. 36 e 85), anche qui potrebbe essere stato il caso. In ogni modo questa protome per ora unica in Sardegna, non è pensabile senza un’impulso orientale.
La conformità di questo e del citato bronzo di Basilea, che nei valori dell’analisi dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer),hanno dato risultati per tutti e due tipici nella lega dei metalli (vedi SKK, Tabella ill. 118, nr. 61 e 63), deporrebbe a favore della presupposizione di Lilliu secondo la quale per un certo periodo i fonditori di bronzo del Luristan siano stati attivi in Sardegna.
Stato di conservazione: la zanna destra spezzata, altrimenti ben conservato ad eccetto di smussamenti alle corna ed al muso. Patina verde-nerastra con alcuni punti rossi di ossidazione.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 277

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Protome (Luristan) ma con bronzo analogo ai bronzetti sardi

Bronzo, a 7,6 cm, l 9,6 cm
Presumibilmente ritrovato in Luristan (Iran)
Luristan, inizio del I mill. a.C.
Basilea, Antikenmuseum, precedentemente collezione R.Hess.
Questa testa di animale ha una forma tubolare che si restringe verso il muso, ha grandi corna rivolte in dentro e zanne ripiegate verso il bordo del muso. La fronte è ornata di striscie di pelle borchiate di metallo, che attraversando la fronte bordano gli occhi; un altro elemento scende dalla fronte e si allarga verso il basso. Otto ciuffi di peli (?) si erigono al centro sopra la fronte. Il muso rotondo è scavato in profondità per 2 cm. La parte posteriore della protome è chiusa ed è completata da una stanghetta.
Un pendente simile proveniente dall’Iran, che pur con divergenze stilistiche ripete tutte le caratteristiche del reperto di Basilea, è apparso da poco sul mercato d’arte (Sotheby Parke Bernet, December 13th , 1979, nr. 139). Sembra evidente che questa tipologia iraniana, eseguita nella zona del Luristan, è servita da modello per il pezzo precedente proveniente dalla Sardegna.
È degno di nota il fatto che i valori dell’analisi dei metalli fatti nell’istituto di ricerca Rathgen a Berlino(J.Riederer) Tabella ill. 118, Nr. 63, non solo corrispondano ai valori del pezzo sardo, ma risultano coincidenti con la lega tipica dei bronzi sardi.
J. Riederer mi ha scritto questo:”Tutti e due i pezzi sono così simili nei particolari che non potrei escludere una provenienza comune”.
Stato di conservazione: il corno sinistro incrinato, altrimenti intatto. Patina verde scuro con punti di ossidazione rosso-bruno.
Non pubblicato

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Pastori barbuti

26 e 27 Pastori barbuti con bastone e fiaccola(?)
27 Bronzo, VII-VI sec. a.C. a 12 cm, con condotto di colata 13,2 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica VII-VI sec. a.C.
Il pastore barbuto, In piedi con le gambe leggermente divaricate tiene nella sinistra un grosso bastone, e nella destra – come un’offerta – qualcosa che potrebbe rappresentare un fiore o una fiaccola (confrontare con le fiaccole votive di Lilliu (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr.367). Sulla spalla sinistra è poggiata una mantella che termina a punta. Il pastore è vestito a quanto pare solo con un gonnellino corto e con un berretto piatto, che presenta un avvallamento cruciforme.
La raffigurazione è maturata ed orientata all’attento studio dell’uomo. Questa statuetta fu trovata insieme alla seguente ed è stata eseguita dallo stesso maestro fonditore. Tutte e due le statuette sono da ricondurre al gruppo barbaricino (vedere anche da pagg. 37).
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: indenne,è conservato il condotto di colata a forcella.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 120
26 Bronzo, a 12 cm, con condotto di colata 13 cm
Sardegna, località sconosciuta
Periodo nuragico, VII – VI sec. a.C.
Abbigliato esattamente come il pastore precedente. Questo però tiene il bastone nella mano destra mentre con la mano sinistra, sproporzionatamente grande, trattiene contro il torace la mantella ripiegata su se stessa e appoggiata sulla spalla La parte inferiore delle gambe è protetta da gambali.
Sembra che questo pastore sia stato rappresentato come più anziano di quello precedente. Questi due bronzetti, che sono stati trovati nella stessa località e eseguiti dallo stesso maestro fonditore, potrebbero essere l’effige votiva di due fratelli oppure di un padre e figlio.
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: indenne a parte la mancante parte superiore del bastone. Condotto di colata con l’armatura in piombo originale, patina leggermente incrostata e ruvida .
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 121

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Guerriero ornato di corna e arco

Il guerriero in piedi a gambe larghe, solleva la mano in segno di saluto o di preghiera.
Veste una doppia tunica ed un elmo piatto con alte corna. Il collo è protetto da un collare a spirale, le gambe da gambali rinforzati da elementi in metallo, lo stomaco da una piastra metallica rettangolare appesa ad una larga fascia a vu che scende dalle spalle ed infine l’avambraccio sinistro da un largo manicotto decorato con archi di metallo. Il guerriero appoggia il suo arco alla spalla sinistra; la faretra, con la spada fissata a lato ed un ulteriore passante per un’altra arma (pugnale?) pende dal dorso. Occhi grandi, arrotondati e discoidali dominano il volto sottile e finemente disegnato.
La statuetta fa parte del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica. I guerrieri di Abini le sono stilisticamente affini (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 86, 98 e 259), così come un altro arciere (G.Lilliu, op.cit. nr.30) e paiono provenire dallo stesso laboratorio.
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione:mancano le ultime parti delle corna dell’elmo, la parte superiore dell’arco ed il piede destro. È presente il condotto di colata a forcella. Patina verde levigata.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 93

Comune:
Prov:
Autore:
Guerriero ornato di corna e arco

Il guerriero in piedi a gambe larghe, solleva la mano in segno di saluto o di preghiera.
Veste una doppia tunica ed un elmo piatto con alte corna. Il collo è protetto da un collare a spirale, le gambe da gambali rinforzati da elementi in metallo, lo stomaco da una piastra metallica rettangolare appesa ad una larga fascia a vu che scende dalle spalle ed infine l’avambraccio sinistro da un largo manicotto decorato con archi di metallo. Il guerriero appoggia il suo arco alla spalla sinistra; la faretra, con la spada fissata a lato ed un ulteriore passante per un’altra arma (pugnale?) pende dal dorso. Occhi grandi, arrotondati e discoidali dominano il volto sottile e finemente disegnato.
La statuetta fa parte del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica. I guerrieri di Abini le sono stilisticamente affini (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 86, 98 e 259), così come un altro arciere (G.Lilliu, op.cit. nr.30) e paiono provenire dallo stesso laboratorio.
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione:mancano le ultime parti delle corna dell’elmo, la parte superiore dell’arco ed il piede destro. È presente il condotto di colata a forcella. Patina verde levigata.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 93

Comune:
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Guerriero ornato di corna e arco

Il guerriero in piedi a gambe larghe, solleva la mano in segno di saluto o di preghiera.
Veste una doppia tunica ed un elmo piatto con alte corna. Il collo è protetto da un collare a spirale, le gambe da gambali rinforzati da elementi in metallo, lo stomaco da una piastra metallica rettangolare appesa ad una larga fascia a vu che scende dalle spalle ed infine l’avambraccio sinistro da un largo manicotto decorato con archi di metallo. Il guerriero appoggia il suo arco alla spalla sinistra; la faretra, con la spada fissata a lato ed un ulteriore passante per un’altra arma (pugnale?) pende dal dorso. Occhi grandi, arrotondati e discoidali dominano il volto sottile e finemente disegnato.
La statuetta fa parte del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica. I guerrieri di Abini le sono stilisticamente affini (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 86, 98 e 259), così come un altro arciere (G.Lilliu, op.cit. nr.30) e paiono provenire dallo stesso laboratorio.
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione:mancano le ultime parti delle corna dell’elmo, la parte superiore dell’arco ed il piede destro. È presente il condotto di colata a forcella. Patina verde levigata.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 93

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Guerriero ornato di corna e arco

Il guerriero in piedi a gambe larghe, solleva la mano in segno di saluto o di preghiera.
Veste una doppia tunica ed un elmo piatto con alte corna. Il collo è protetto da un collare a spirale, le gambe da gambali rinforzati da elementi in metallo, lo stomaco da una piastra metallica rettangolare appesa ad una larga fascia a vu che scende dalle spalle ed infine l’avambraccio sinistro da un largo manicotto decorato con archi di metallo. Il guerriero appoggia il suo arco alla spalla sinistra; la faretra, con la spada fissata a lato ed un ulteriore passante per un’altra arma (pugnale?) pende dal dorso. Occhi grandi, arrotondati e discoidali dominano il volto sottile e finemente disegnato.
La statuetta fa parte del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica. I guerrieri di Abini le sono stilisticamente affini (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 86, 98 e 259), così come un altro arciere (G.Lilliu, op.cit. nr.30) e paiono provenire dallo stesso laboratorio.
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione:mancano le ultime parti delle corna dell’elmo, la parte superiore dell’arco ed il piede destro. È presente il condotto di colata a forcella. Patina verde levigata.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 93

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Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva

Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva
21 Guerriero con elmo ornato di corna e con spada votiva
Bronzo, a 19,1 cm, con condotto di colata 20,6 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica VIII sec. a.C.
Guerriero in piedi a gambe larghe con la mano destra sollevata in segno di saluto o di preghiera.
Porta un copricapo ad elmetto piatto con la parte centrale levata a formare una mezzaluna (vedere catalogo pag.41) e lunghe corna ricurve, veste una doppia tunica: le gambe sono protette da gambali rinforzati da elementi in metallo, il collo da un collare di filo di metallo elicoidale. Davanti al petto, fissato ad una larga fascia, porta un pugnale con elsa caudata. Il guerriero regge la lunga spada votiva sulla spalla sinistra; lo scudo rotondo con una grande borchia ed a campi incisi con tratteggi pende dalla schiena trattenuto per mezzo di un passante alla spada. È conosciuta tutta una serie di guerrieri sardi di bronzo portanti spade votive, che non potevano essere idonee al combattimento (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966 nr. 82-94). Vedere anche pag.41 del catalogo. Sul volto finemente disegnato campeggiano occhi e naso su una piccola bocca.
La statuetta fa parte come il nr. 20 del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica ed è stata, osservando i tratti morbidi della modellatura, creata probabilmente più tardi dell’arciere precedente e dei suoi esempi simili.
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: integro. Patina verde opaca, evidentemente lavorata con getto di sabbia.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 91

Comune:
Prov:
Autore:
Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva

Guerriero con elmo ornato di corna e spada votiva
21 Guerriero con elmo ornato di corna e con spada votiva
Bronzo, a 19,1 cm, con condotto di colata 20,6 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica VIII sec. a.C.
Guerriero in piedi a gambe larghe con la mano destra sollevata in segno di saluto o di preghiera.
Porta un copricapo ad elmetto piatto con la parte centrale levata a formare una mezzaluna (vedere catalogo pag.41) e lunghe corna ricurve, veste una doppia tunica: le gambe sono protette da gambali rinforzati da elementi in metallo, il collo da un collare di filo di metallo elicoidale. Davanti al petto, fissato ad una larga fascia, porta un pugnale con elsa caudata. Il guerriero regge la lunga spada votiva sulla spalla sinistra; lo scudo rotondo con una grande borchia ed a campi incisi con tratteggi pende dalla schiena trattenuto per mezzo di un passante alla spada. È conosciuta tutta una serie di guerrieri sardi di bronzo portanti spade votive, che non potevano essere idonee al combattimento (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966 nr. 82-94). Vedere anche pag.41 del catalogo. Sul volto finemente disegnato campeggiano occhi e naso su una piccola bocca.
La statuetta fa parte come il nr. 20 del gruppo di guerrieri che per le loro caratteristiche sono riportati ad una fase antica ed è stata, osservando i tratti morbidi della modellatura, creata probabilmente più tardi dell’arciere precedente e dei suoi esempi simili.
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: integro. Patina verde opaca, evidentemente lavorata con getto di sabbia.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 91

Comune:
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