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Villaggio nuragico Sa Reggia a Foresta Burgos

Il nuraghe Costa, comunemente chiamato Sa Reggia, comprende un nuraghe complesso, un villaggio circostante e un possente antemurale. Il nuraghe è costituito da un mastio e da un bastione di quattro torri secondarie con all’interno un cortile. La torre centrale (14 metri di diametro) è edificata con blocchi di basalto poligonali nella parte inferiore e ben lavorati in quella superiore.

Villaggio nuragico Sa Reggia a Foresta Burgos

Il nuraghe Costa, comunemente chiamato Sa Reggia, comprende un nuraghe complesso, un villaggio circostante e un possente antemurale. Il nuraghe è costituito da un mastio e da un bastione di quattro torri secondarie con all’interno un cortile. La torre centrale (14 metri di diametro) è edificata con blocchi di basalto poligonali nella parte inferiore e ben lavorati in quella superiore.

Comune: BURGOS
Prov: Sassari
Autore: Dan Floris
Codice Geo: NUR5854
> Scheda Geoportale
Villaggio nuragico Sa Reggia a Foresta Burgos

Il nuraghe Costa, comunemente chiamato Sa Reggia, comprende un nuraghe complesso, un villaggio circostante e un possente antemurale. Il nuraghe è costituito da un mastio e da un bastione di quattro torri secondarie con all’interno un cortile. La torre centrale (14 metri di diametro) è edificata con blocchi di basalto poligonali nella parte inferiore e ben lavorati in quella superiore.

Comune: BURGOS
Prov: Sassari
Autore: Dan Floris
Codice Geo: NUR5854
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Villaggio nuragico Sa Reggia a Foresta Burgos

Il nuraghe Costa, comunemente chiamato Sa Reggia, comprende un nuraghe complesso, un villaggio circostante e un possente antemurale. Il nuraghe è costituito da un mastio e da un bastione di quattro torri secondarie con all’interno un cortile. La torre centrale (14 metri di diametro) è edificata con blocchi di basalto poligonali nella parte inferiore e ben lavorati in quella superiore.

Comune: BURGOS
Prov: Sassari
Autore: Dan Floris
Codice Geo: NUR5854
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Tomba di Giganti Sa Presone

La tomba di giganti si Sa Presone 1 presenta esedra semicircolare con fronte a filari. Sul lato destro della camera funeraria, absidata e coperta da lastroni si nota una piccola nicchia sopraelevata dal pavimento utilizzata per deporvi offerte o un defunto in posizione rannicchiata.

Tomba di Giganti Sa Presone

La tomba di giganti si Sa Presone 1 presenta esedra semicircolare con fronte a filari. Sul lato destro della camera funeraria, absidata e coperta da lastroni si nota una piccola nicchia sopraelevata dal pavimento utilizzata per deporvi offerte o un defunto in posizione rannicchiata.

Tomba di Giganti Sa Presone

La tomba di giganti si Sa Presone 1 presenta esedra semicircolare con fronte a filari. Sul lato destro della camera funeraria, absidata e coperta da lastroni si nota una piccola nicchia sopraelevata dal pavimento utilizzata per deporvi offerte o un defunto in posizione rannicchiata.

Tomba di Giganti Sa Presone

La tomba di giganti si Sa Presone 1 presenta esedra semicircolare con fronte a filari. Sul lato destro della camera funeraria, absidata e coperta da lastroni si nota una piccola nicchia sopraelevata dal pavimento utilizzata per deporvi offerte o un defunto in posizione rannicchiata.

Tomba di Giganti Sa Presone

La tomba di giganti si Sa Presone 1 presenta esedra semicircolare con fronte a filari. Sul lato destro della camera funeraria, absidata e coperta da lastroni si nota una piccola nicchia sopraelevata dal pavimento utilizzata per deporvi offerte o un defunto in posizione rannicchiata.

Toro con uccello sul dorso

Catalogo “L’arte dei sardi” collezione Borowski 1983
37. Toro con uccello sul dorso
Bronzo. h 14,6 cm, l 11,6 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Periodo nuragico, IX sec. a.C.
Questo toro fortemente stilizzato, con zampe stranamente lunghe e sottili, è riconoscibile come tale solo tramite le sue lunghissime corna piegate a semicerchio ed alla raffigurazione schematica del sesso. Un uccello è poggiato al centro del dorso. Sulla testa piatta, appuntita a triangolo, sporgono gli occhi rotondi. La coda è rigirata nella parte inferiore. Nonostante la notevole astrazione questo bronzetto è pieno di vitalità. Con pochi tratti è stata creata una meraviglia di rappresentazione naturale.
Il motivo “uccello su toro” si ripropone sui tori di Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966), nr. 210 e 212; su questi però l’uccello è appoggiato tra le corna. La forte schematizzazione con lunghe zampe e tronco sottile, testa piatta ed occhi sporgenti si ripete anche su altri bronzetti, per esempio nel gruppo cervo e cane di Karlsruhe (SKK nr. 149), così come su un toro di Sassari proveniente dal nuraghe Pizzinnu (Maetzke, pagg .736, SKK, ill. 73a e 73b). Tutti e tre i bronzetti sono della stessa qualità e provengono probabilmente dalla stessa officina. Da confrontare per la forte stilizzazione dei corpi animali i bronzetti di Lilliu op.cit., nr. 209 al 212, 250 al 257.
Stato di conservazione: intatto. Il bronzo ha una forte corrosione, patina verde granulosa con punti rossi di ossidazione.
Bibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 148

Comune:
Prov:
Autore:
Fonte nuragica Su Lumarzu

Il monumento, una piccola fonte cultuale di età nuragica, è costituito da un atrio e da una celletta ove si raccoglie la vena sorgiva.
L’atrio, lastricato, di pianta rettangolare (m 5,15 x 1,80), presenta sedili alle pareti (alt. m 0,30; largh. m 0,40) e una nicchietta. La muratura (alt. m 2; largh. m 3) è costituita da regolari filari di conci di basalto squadrati con cura.
Dall’atrio, attraverso un ingresso a luce trapezoidale (largh. m 0,65; alt. m 0,64) ricavato in un lastrone monolitico si accede alla celletta.
Il piccolo vano (diam. m 0,97; alt. m 1,60), costruito con blocchi di basalto lavorati sommariamente ma connessi con cura, presenta copertura a “tholos” chiusa da un grosso lastrone orizzontale.
In età cristiana sulla faccia inferiore della lastra di chiusura venne incisa una croce latina.
L’acqua defluisce attraverso una canaletta – incisa nella soglia dell’ingresso alla fonte – verso un condotto di scolo realizzato al di sotto della pavimentazione dell’atrio stesso.
La frequentazione del sito è proseguita fino alla tarda antichità, come dimostrano le monete del IV sec. d.C. rinvenute ai tempi del Taramelli durante la pulizia del vestibolo. (Sardegna Cultura)