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Tempio dell’acqua “Su Posidu”

Questo pozzo ha una struttura parecchio differente dai classici pozzi sacri ed una maestosità unica ed antica.
La lavorazione dei conci è piuttosto rudimentale. Vi si accedeva da due scale opposte tra loro posizionate tra 2 enormi massi granitici distanti una settantina di centimetri. Alla base delle scale il pozzo raccoglieva l’acqua piovana, perchè non c’è una vera e propria vena d’acqua.
Una delle due scale oggi appare seriamente compromessa dai crolli, mentre l’altra è ancora agibile.
Al di sopra della prima si trova un grosso masso incastonato. (B.W.V.M.)

Tempio dell’acqua “Su Posidu”

Questo pozzo ha una struttura parecchio differente dai classici pozzi sacri ed una maestosità unica ed antica.
La lavorazione dei conci è piuttosto rudimentale. Vi si accedeva da due scale opposte tra loro posizionate tra 2 enormi massi granitici distanti una settantina di centimetri. Alla base delle scale il pozzo raccoglieva l’acqua piovana, perchè non c’è una vera e propria vena d’acqua.
Una delle due scale oggi appare seriamente compromessa dai crolli, mentre l’altra è ancora agibile.
Al di sopra della prima si trova un grosso masso incastonato. (B.W.V.M.)

Tempio dell’acqua “Su Posidu”

Questo pozzo ha una struttura parecchio differente dai classici pozzi sacri ed una maestosità unica ed antica.
La lavorazione dei conci è piuttosto rudimentale. Vi si accedeva da due scale opposte tra loro posizionate tra 2 enormi massi granitici distanti una settantina di centimetri. Alla base delle scale il pozzo raccoglieva l’acqua piovana, perchè non c’è una vera e propria vena d’acqua.
Una delle due scale oggi appare seriamente compromessa dai crolli, mentre l’altra è ancora agibile.
Al di sopra della prima si trova un grosso masso incastonato. (B.W.V.M.)

Tempio dell’acqua “Su Posidu”

Questo pozzo ha una struttura parecchio differente dai classici pozzi sacri ed una maestosità unica ed antica.
La lavorazione dei conci è piuttosto rudimentale. Vi si accedeva da due scale opposte tra loro posizionate tra 2 enormi massi granitici distanti una settantina di centimetri. Alla base delle scale il pozzo raccoglieva l’acqua piovana, perchè non c’è una vera e propria vena d’acqua.
Una delle due scale oggi appare seriamente compromessa dai crolli, mentre l’altra è ancora agibile.
Al di sopra della prima si trova un grosso masso incastonato. (B.W.V.M.)

Tempio dell’acqua “Su Posidu”

Questo pozzo ha una struttura parecchio differente dai classici pozzi sacri ed una maestosità unica ed antica.
La lavorazione dei conci è piuttosto rudimentale. Vi si accedeva da due scale opposte tra loro posizionate tra 2 enormi massi granitici distanti una settantina di centimetri. Alla base delle scale il pozzo raccoglieva l’acqua piovana, perchè non c’è una vera e propria vena d’acqua.
Una delle due scale oggi appare seriamente compromessa dai crolli, mentre l’altra è ancora agibile.
Al di sopra della prima si trova un grosso masso incastonato. (B.W.V.M.)

Tomba di giganti Li Lolghi

La tomba venne costruita in più fasi. La prima è databile alla prima età del bronzo, durante il periodo in cui in Sardegna era diffusa la cultura di Bonnanaro (1800 a.C. circa). All’epoca la tomba doveva apparire come un dolmen a cista, ricoperto da un tumulo. In epoca nuragica il sito venne riadattato in tomba dei giganti con l’ampliamento della camera funeraria e la realizzazione dell’esedra, composta da 14 lastre tra cui spicca la stele centrale, dotata di ingresso alta quasi 4 metri.

Tomba di giganti Li Lolghi

La tomba venne costruita in più fasi. La prima è databile alla prima età del bronzo, durante il periodo in cui in Sardegna era diffusa la cultura di Bonnanaro (1800 a.C. circa). All’epoca la tomba doveva apparire come un dolmen a cista, ricoperto da un tumulo. In epoca nuragica il sito venne riadattato in tomba dei giganti con l’ampliamento della camera funeraria e la realizzazione dell’esedra, composta da 14 lastre tra cui spicca la stele centrale, dotata di ingresso alta quasi 4 metri.

Tomba di giganti Li Lolghi

La tomba venne costruita in più fasi. La prima è databile alla prima età del bronzo, durante il periodo in cui in Sardegna era diffusa la cultura di Bonnanaro (1800 a.C. circa). All’epoca la tomba doveva apparire come un dolmen a cista, ricoperto da un tumulo. In epoca nuragica il sito venne riadattato in tomba dei giganti con l’ampliamento della camera funeraria e la realizzazione dell’esedra, composta da 14 lastre tra cui spicca la stele centrale, dotata di ingresso alta quasi 4 metri.

Tomba di giganti Li Lolghi

La tomba venne costruita in più fasi. La prima è databile alla prima età del bronzo, durante il periodo in cui in Sardegna era diffusa la cultura di Bonnanaro (1800 a.C. circa). All’epoca la tomba doveva apparire come un dolmen a cista, ricoperto da un tumulo. In epoca nuragica il sito venne riadattato in tomba dei giganti con l’ampliamento della camera funeraria e la realizzazione dell’esedra, composta da 14 lastre tra cui spicca la stele centrale, dotata di ingresso alta quasi 4 metri.

Tomba di giganti Li Lolghi

La tomba venne costruita in più fasi. La prima è databile alla prima età del bronzo, durante il periodo in cui in Sardegna era diffusa la cultura di Bonnanaro (1800 a.C. circa). All’epoca la tomba doveva apparire come un dolmen a cista, ricoperto da un tumulo. In epoca nuragica il sito venne riadattato in tomba dei giganti con l’ampliamento della camera funeraria e la realizzazione dell’esedra, composta da 14 lastre tra cui spicca la stele centrale, dotata di ingresso alta quasi 4 metri.

Tomba di giganti di Coddu Ecchju

La tomba, in granito locale, venne edificata in tre fasi: la prima durante il calcolitico (cultura di Monte Claro) quando si costruì l’originario dolmen a corridoio di circa 10 m di lunghezza la seconda fase durante il bronzo antico, con la riutilizzazione da parte delle genti della cultura di Bonnanaro la terza fase, di ristrutturazione e a cui si deve l’innalzamento delle stele e l’aggiunta dell’esedra, durante il bronzo medio, in piena epoca nuragica

Tomba di giganti di Coddu Ecchju

La tomba, in granito locale, venne edificata in tre fasi: la prima durante il calcolitico (cultura di Monte Claro) quando si costruì l’originario dolmen a corridoio di circa 10 m di lunghezza la seconda fase durante il bronzo antico, con la riutilizzazione da parte delle genti della cultura di Bonnanaro la terza fase, di ristrutturazione e a cui si deve l’innalzamento delle stele e l’aggiunta dell’esedra, durante il bronzo medio, in piena epoca nuragica